Collaborare, mettere insieme le capacità di figure eterogenee con il fine di creare qualcosa di migliore e più completo, è un tema molto attuale e centrale. Chiudersi a riccio, guardare soltanto al proprio orticello con la convinzione di riuscire a fare tutto da soli o con la paura che qualcuno ci possa rubare una qualche idea, sono due atteggiamenti sbagliati e deleteri dal punto di vista umano e imprenditoriale.
Se mi fermo un attimo a riflettere e mi volto a guardare il passato, mi rendo conto che ogni singola persona con cui ho collaborato, con cui ho scambiato anche solo qualche parola, mi ha arricchito e ha contribuito alla mia crescita personale e professionale.
Per questo ho scelto di porre al centro del mio percorso imprenditoriale i temi della relazione e della collaborazione.
Relazione e collaborazione fra esseri umani, ad oggi. Ma cosa ci riserverà il futuro?
Quando parliamo delle interazioni uomo — macchina e di come queste stiano cambiando con l’avvento di sistemi intelligenti che fanno uso di interfacce conversazionali, non possiamo non riflettere sulle implicazioni umane che ne deriveranno e su come vedremo evolvere il mondo del lavoro che oggi tutti conosciamo: tanto più un lavoro è ripetitivo, tanto maggiore sarà la possibilità che questo venga automatizzato da sistemi intelligenti. Stando ai dati degli Osservatori del Politecnico di Milano, automatizzare al 100% un lavoro è possibile soltanto nel 5% dei casi, ma il 60% dei lavori possono essere ottimizzati per il 30%. Questo ci introduce un’altra previsione, stavolta di Gartner, che dice che entro 2020 il 30% dei posti di lavoro attuali non troverà una corrispondente offerta sul mercato.