
Il libro How to Fix the Future: Staying Human in the Digital Age di Andrew Keen è pubblicato da Atlantic Books
Un libro che parla di rivoluzioni tecnologiche e di futuri possibili per l'umanità. Futuri che possono essere distopici o pieni di opportunità, sempre più sorvegliati e controllati o generosi in termini di nuove libertà e maggiore democrazia, caratterizzati da una diffusa dipendenza da Internet, dispositivi mobili e APP o dall'emancipazione crescemte da una infinità di vincoli e limitazioni.
L'autore è Andrew Keen, un autore e commentatore che non è mai stato omologato al pensiero della Silicon Valley e che con i suoi libri precedenti The Cult of the Amateur, Digital Vertigo and The Internet Is Not the Answer ha fornito negli anni riflessioni importanti per una critica della tecnologia e una maggiore consapevolezza sui suoi effeti.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Con il suo nuovo libro Keen passa dal sarcasmo dei libri precedenti, nei quali si permetteva di ironizzare sui molti evangelisti della Silicon valley, a un ottimismo pragmatico nel quale sugegrisce l'idea che plasmare la tecnologia per un maggiore benessere dell'umanità sia possibile. La possibilità è però legata alla capcità di essere realistici nella comprensione della sfida da affrontare, nel prendere dalla storia utili lezioni e rifiutare ogni magia che la tecnologia sembra promettere ad ogni occasione.
L'ottimismo pragmatico è però fondato su alcune premesse che non è detto si possano avverare. Le tecnologie e le sue piattaforme dovrebbero essere sempre più aperte e meno prorietarie e il mercato digitale dovrebbe essere caratterizzato da una competizione reale. Saranno necessarie leggi anti-trust contro i monopli e gli abusi dei monopolisti. Bisognerà proteggere la sfera pubblica da cui dipende ogni forma di democrazia e regolare le attività di società come Facebook e Google.
Affinchè la tecnologia possa essere piegata a futuri positivi dovranno giocare un ruolo diverso anche i cittadini, i consumatori e gli utenti, chiamati a nuove forme di coscienza e una maggiore tecno-consapevolezza. Sarà anche necessario ripensare l'educazione e pianificare nuovi sistemi di sicurezza sociale per tutte le persone le cui vite potrebbero essere distrutte dall'automazione e dall'avvento delle macchine in ogni tipo di ambiente di lavoro. Il rischio è che i vantaggi e i benefici non vadano alle comunità di persone ma alle aziende che producono le machine e posseggono le piattaforme tecnologiche.
L'ottimismo pragmatico di Keen nasce dall'analisi di eventi storici precedenti caratterizzati da altre rivoluzioni tecnologiche, come quella industriale. Rivoluzioni che hanno evidenziato abusi ma anche l'emergere di rimedi e riforme pensate inimmaginabili e che poi sono state implmentate con successo e benefici per i molti.
Per alimentare questo ottimismo serve una visione lunga e la capacità a guardare ai numerosi dilemmi correnti non come se fossero unici ma semplici sfide dettate da tecnologie disruptive ma fndamentalmente superabili.