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La società digitale e la fine del mondo comune

La società digitale e la fine del mondo comune

26 Aprile 2022 Redazione SoloTablet
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BUBLIOTECA TECNOLOGICA - "La frenesia del consumo dei corpi stimolata dalle applicazioni corrisponde all’era della valutazione comparativa tra elementi della stessa natura permesso dall’intelligenza artificiale, utilizzata prevalentemente per segnalare, in ogni occasione, l’opzione più vantaggiosa. Assistiamo alla nascita di un nuovo ordine amoroso. Un ordine non più sottoposto al rischio virtuale della perdita del legame, ma che assume la forma di corrispondenza – a scopo prettamente sessuale – suggerite da algoritmi, le quali, previa convalida da entrambe le parti coinvolte, vengono immediatamente segnalate attraverso squillanti “crush”. I comportamenti umani, dunque, si modellano, più o meno consapevolmente, sulle caratteristiche tecnico-economiche dell’epoca, fondate sul primato del tempo reale e sull’imperativo di procedere sempre all’accordo più vantaggioso per le due entità distinte, all’interno di processi destinati a non avere mai fine, indipendentemente dai danni psicosociologici causati e dallo svilimento dei rapporti interpersonali indotti"

Il libro di Eric Sadin La società digitale e la fine del mondo comune è pubblicato in Italia da LUISS.

Proteste, manifestazioni, sommosse, scioperi, rifiuto dell’autorità e sfiducia massima nelle istituzioni: negli ultimi anni, in Europa, la rabbia sociale è cresciuta sempre di più, fino a diventare il tratto caratteristico del nostro tempo.

Le ragioni sono ben note: l’aggravarsi delle disuguaglianze, il deterioramento delle condizioni di lavoro, il declino dei servizi pubblici. Ma la violenza con cui tutto ciò si sta manifestando è senza precedenti perché per la prima volta espressa da un soggetto nuovo: l’individuo tiranno.

Un essere ultra-connesso, intrappolato nella sua soggettività, costantemente rafforzato nell’idea di essere il centro del mondo e di sapere e potere tutto. Così, se le crisi economiche rafforzano l’impressione di essere espropriati, la tecnologia aumenta invece quella di essere onnipotenti. Le conseguenze sono deleterie: per un verso assistiamo al crollo dei legami sociali e della fiducia nella politica, per un altro all’aumento del populismo, delle teorie della cospirazione e della violenza.

I momenti di crisi, perciò, non sono vissuti come problemi sociali ai quali far fronte con soluzioni comuni, ma come attacchi personali al proprio benessere.

Ma come sconfiggere questo nuovo, inquietante totalitarismo delle masse? Come uscire da questa ingovernabilità permanente? Secondo Sadin, lavorando per ricostruire i valori comuni e un nuovo contratto sociale.

 

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