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Solitudine digitale - Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?

Solitudine digitale - Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?

10 Settembre 2016 Redazione SoloTablet
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - La digitalizzazione della nostra vita quotidiana progredisce a ritmi vertiginosi e non sempre questo costituisce un vantaggio. Se per rispondere a qualunque domanda ormai attingiamo al nostro smartphone, indifferenti che le nostre tracce siano registrate, memorizzate e analizzate nelle banche dati per poi essere interpretate, vendute e usate indebitamente, vuol dire che non riusciamo più a fare a meno delle tecnologie digitali, che ne siamo dipendenti.

Il libro di Manfred Spitzer Solitudine digitale. Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale? è pubblicato in Iatlia da Corbaccio


 

«I media digitali controllano la nostra vita, Spitzer mostra come è possibile proteggersi.» - Medical Tribune

«Siamo malati di cyber, ma Spitzer condanna gli eccessi d'uso della tecnologia, perché, come in medicina, è la dose che fa il veleno...» - Frankfurter Allgemeine

«Spero di incontrare un gran numero di "menti critiche" e di orecchie aperte al dialogo. In ballo non ci sono "soltanto" gli effetti dei media digitali sulla nostra intelligenza, ma in generale le loro conseguenze sulla nostra salute fisica e mentale. E non si tratta "soltanto" della televisione e del computer, ma in particolare del coltellino svizzero del XXI secolo: lo smartphone.» - Manfred Spitzer

La digitalizzazione della nostra vita quotidiana progredisce a ritmi vertiginosi e non sempre questo costituisce un vantaggio. Se per rispondere a qualunque domanda ormai attingiamo al nostro smartphone, indifferenti che le nostre tracce siano registrate, memorizzate e analizzate nelle banche dati per poi essere interpretate, vendute e usate indebitamente, vuol dire che non riusciamo più a fare a meno delle tecnologie digitali, che ne siamo dipendenti.

Sono però note a tutti le patologie «cibernetiche» e le conseguenze sulla salute nostra e dei nostri figli dovute all’uso sempre più intensivo di computer, social e giochi elettronici. Non si tratta di ostilità nei confronti della tecnologia, ma di veri e propri effetti collaterali indesiderati come stress, perdita di empatia, depressione, disturbi del sonno e dell’attenzione, incapacità di concentrarsi e di riflettere, mancanza di autocontrollo e di forza di volontà.

I bambini, in particolare quelli che non sanno ancora leggere e scrivere, sono danneggiati nelle loro capacità sensoriali, e bullismo e criminalità informatica completano il quadro di una situazione che ci sta sempre più sfuggendo di mano.

L’appello che Manfred Spitzer lancia in questo libro è di reagire per non lasciare che le nostre vite siano dominate dalle lobby del settore che ogni giorno ci bombardano con messaggi su quanto siano importanti e utili i media digitali, su come rendano intelligenti i giochi al computer, sul fatto che pc e connessioni Internet devono essere a disposizione di ogni studente, che le scuole devono essere dotate di wireless e che le tecnologie informatiche ci garantiranno un futuro perfetto.

Lasciamo ai nostri figli un pianeta devastato, facciamo in modo che non siano le leggi del mercato a dominare completamente le loro vite, occupiamoci della loro istruzione e della loro salute sviluppando le loro capacità critiche, la loro autonomia di giudizio e l’amore per la libertà da cui nascono il rispetto di se stessi e degli altri, colonne portanti di una sana società civile.

È davvero migliorata la nostra vita dopo l’avvento di Facebook o Whatsapp? Il neuropsichiatra e neuroscienziato Spitzer Manfred ha seri dubbi al riguardo e lo dimostra in Solitudine digitale, un libro che tutti dovremmo leggere per salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri figli.

Le nuove tecnologie hanno cambiato il nostro stile di vita e il nostro modo di stare al mondo. Pochi momenti per pensare, per stare da soli, per riflettere e poi la socializzazione avviene ormai solo attraverso chat o contatti in rete. Pochi i momenti di relazioni sociali vere in cui ci si scambia un saluto, un abbraccio. Il nostro mondo è stravolto e se da una parte è vero che internet permette a tutti di avere un maggiore accesso alle informazioni e dà la possibilità di contattare persone che altrimenti non avremmo mai più rivisto, da un’altra parte non ci permette di tessere relazioni vere con i vicini di casa o magari ci allontana da chi ci sta vicino ogni giorno della nostra vita. Spitzer ci mette in allarme e lo fa con l’intento di salvarci dal rischio di diventare una società di automi dove la solitudine è solo il primo dei pericoli. Seguono poi patologie sociale e disturbi permanenti al cervello.

Può internet causare tutto questo? Sì se si trasforma in dipendenza, in necessità assoluta di mettersi in relazione con il mondo principalmente attraverso questo mezzo. Non dobbiamo mai dimenticarci il reale, la vita quotidiana, le relazioni sociali, la possibilità e il prezioso dono di amare gli altri avendoli davanti, potendoli toccare e guardare non solo attraverso uno schermo. Solitudine digitale può diventare la nostra salvezza.

 

Manfred Spitzer, è nato nel 1958 ed è laureato in Medicina e Psichiatria. È stato visiting professor a Harvard e attualmente dirige la Clinica psichiatrica e il Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm. Autore di numerosi saggi, fra cui, pubblicato con successo da Corbaccio «Demenza digitale», è uno dei più rinomati studiosi tedeschi delle neuroscienze.

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