Il Crepuscolo delle macchine è un'opera recente di John Zerzan ed è pubblicata in Italia da Nautilus
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
La crisi si acuisce. La spoliazione della vita quotidiana va di pari passo con quella dell'ambiente fisico. La situazione drammatica in cui versiamo ci indirizza verso una soluzione. L'abbandono volontario della modalità di vita industriale non è una rinuncia, bensi' una regressione salutare.
Il rifiuto di una rottura totale corona e solidifica un pessimismo che spinge al suicidio. I nostri primi passi verso la liberazione possono essere guidati solo da visioni che non siano definite dalla realtà attuale. Non possiamo permetterci di continuare ad agire alle condizioni dettate dal nemico.
Nel suo libro Zerzan lancia un messaggio do lotta che punta a sugerire la ricerca di un futuro ecovivibile per uscire fuori dalla crisi attuale che sembra riportarci indietro nel tempo. La lotta deve essere contro la tecnologia e l’alienazione, per «affrontare ogni cosa e cambiarla», per superare la società capitalistica e classista e la sua divisione del lavoro. Bisogna superare la visione antropomorfica che si sta rivelando autodistruttiva con una visione antievolutiva, libertaria e che guardi alla tecnologia come dispotica e all’antitesi della natura comunitaria dei primitivi, «cacciatori e raccoglitori» del Paleolitico.Oggi assistiamo a una fusione pericolosa tra tecnologia, modernità, macchine, tutta volta a far dimenticare il passato a croigiolarsi nel postmodernismo, «suo portavoce culturale».
Il Crepuscolo delle macchine è tradotto da Marco Camenisch (detenuto nel carcere di Regensdorf, in Svizzera), con il contributo di Matteo Lombardi e Syd Migx.