Il libro di Michiko Kakutani, La morte della verità è pubblicato in Italia da Solferino (i libri del Corriere della Sera)
Mentre per più di trent’anni decideva sulle colonne del New York Times le sorti di autori del calibro di Ian McEwan, Jonathan Franzen, Norman Mailer, Michiko Kakutani non ha mai smesso di riflettere sul concetto di verità.
Che valore ha la certezza dei fatti in una società in cui le teorie complottiste imperano, le ideologie risorgono, l’attendibilità della ricerca scientifica è continuamente messa in discussione, le fake news dilagano ovunque? E in una politica in cui il voto di milioni di americani ha portato alla Casa Bianca un presidente con una cronica e riconosciuta abitudine alla menzogna?
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
La sua analisi è spietata, quasi un’autopsia. Michiko Kakutani decreta la morte della verità e ci accompagna nel percorso storico, sociale, culturale che ci ha portato al punto in cui siamo. Una vicenda cominciata qualche decennio fa, con il relativismo e il decostruzionismo, proseguita con il culto narcisistico del sé, il complottismo, la riscrittura in soggettiva della storia, il discredito della scienza, e propagata alla velocità della luce dalle nuove tecnologie.
L’assalto alla verità non ha colore politico, viene sia da destra sia da sinistra, è una minaccia globale, perché senza verità, non ci può essere fiducia, e senza fiducia, la democrazia zoppica. In questo libro agile e pungente come la sua prosa giornalistica, Michiko Kakutani mette in campo le sue sterminate letture e frequentazioni per lanciare un provocatorio appello alla forza salvifica della ragione.