Interviste filosofiche

Interviste filosofiche

Filosofia e Tecnologia in dialogo tra loro


Tutti sembrano concordare sul fatto che viviamo tempi interessanti, complessi e ricchi di cambiamenti.

Molti associano il cambiamento alla tecnologia.

Pochi riflettono su quanto in profondità la tecnologia stia trasformando il mondo, la realtà oggettiva e fattuale delle persone, nelle loro vesti di consumatori, cittadini ed elettori.

Sei filosofo, sociologo, piscologo, studioso della tecnologia o semplice cittadino consapevole della Rete e vuoi partecipare alla nostra iniziativa con un contributo di pensiero? .

Sulla volontà di potenza della tecnologia e sulla sua continua evoluzione, negli ultimi anni sono stati scritti numerosi libri che propongono nuovi strumenti concettuali e cognitivi per conoscere meglio la tecnologia e/o suggeriscono una riflessione critica utile per un utilizzo diverso e più consapevole della tecnologia e per comprenderne meglio i suoi effetti sull'evoluzione futura del genere umano.

Su questi temi SoloTablet sta sviluppando da tempo una riflessione ampia e aperta, contribuendo alla più ampia discussione in corso.

Un approccio usato è quello di coinvolgere e intervistare autori di libri, specialisti, filosofi, sociologi, psicologi e studiosi vari che stanno contribuendo con il loro lavoro speculativo, di ricerca, professionale e di scrittura a questa discussione.

L'iniziativa iniziata a febbraio 2017 è aperta a tutti coloro che vogliono parteciparvi.

Lo possono fare scrivendo a .

 

Hanno partecipato all'iniziativa

 

  1. Renato Pilutti, Consulente di Direzione per le risorse umane, Consulente filosofico (Bisogna avere cura dei linguaggi che stanno subendo un degrado qualitativo impressionante)
  2. Maria Giovanna Farina, filosofa, consulente filosofico, scrittrice e trend cultural blogger (Filosofia due punto zero, rapporti umani e tecnologia )
  3. Silvia Marigonda, ingegnere e umanista, archeologa, antropologa (Tecnologia: servono antropologi della modernità e un presidio etico! )
  4. Alberto Romele, ricercatore all’università di Porto e all’università di Digione (La tecnologia non è mai stata neutrale. Ha sempre modificato la nostra relazione col mondo.)
  5. Stefano Zammartini, consulente filosofico (Quando corro o nuoto non metto strumenti. Mi piace sentire il cuore,il respiro e il movimento.)
  6. Anna Colaiacovo, consulente filosofico presso Phronesis  (I filosofi devono affiancare ed aiutare i giovani a liberarsi dell’universo luccicante delle merci. )
  7. Gianluigi Bonanomi, giornalista hi-tech, autore, formatore e consulente aziendale (Usiamo i mezzi programmati da qualcun altro. Solo una élite è in grado di trarne reali vantaggi!)
  8. Cosimo Accoto, Visiting Scientist presso il Sociotechnical Systems Research Center del MIT di Boston (La tecnologia è il modo dell’umano di stare al mondo: difficile distinguere dove finisce l’una e inizia l’altro.)
  9. Adriano Fabris, Full Professor of Moral Philosophy at the University of Pisa (Senza il nostro apporto concreto, i processi tecnologici non possono trovare sviluppo.)
  10. Bianca Cavallini, Psicologa del lavoro - Work & Organization Psychologist  (La tecnologia in sé non è né positiva né negativa, è semplicemente possibilità)
  11. Pietro Montani, autore di libri e Professore di Estetica presso la Sapienza Università di Roma. (Il cervello non viene modificato dalla tecnica ma da essa plasmato.)
  12. Alberto Giovanni Biuso professore associato di Filosofia teoretica nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.(Il Grande Fratello non ci guarda, siamo noi che lo guardiamo e tuttavia ne veniamo dominati.)
  13. Cateno Tempio, specializzato in Storia della Filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Catania (Siamo ancora quelli della pietra e della fionda. E il vero problema sono i vicini, il prossimo, gli altri. )
  14. Barbara Piozzini, Professoressa di Filosofia e Storia (Tecnologicamente consapevoli ma recuperando l'intimità!)
  15. Giorgio Schivo, Manager, insegnante, imprenditore, web content editor e .... filosofo (Ciò che si demonizza, spesso diventa lo strumento più usato dal “demonio” (o dal dominio). ).
  16. Federico Sollazzo, pensatore continentale, saggista, scrittore, giornalista e docente di Continental Philosophy presso l’Università di Szeged. - (Su YouTube un’intervista ad Heidegger appare come un contenuto come un altro!)
  17. Davide Dell'Ombra, editor, correttore di bozze, traduttore e...filosofo  (Fare filosofia, in rete o fuori, non è affatto un gesto da persone educate e civili!)
  18. Cristina Sassi, psicologa esperta in Tecnologie Assistive presso Leonardo Ausilionline  (Stiamo guadagnando la consapevolezza di ciò che andiamo perdendo. )
  19. Luca Ariostini per Conversazioni di Filosofia  (La tecnologia oggi è al servizio delle pulsioni dell’uomo consumista occidentale )
  20. Giorgio Griziotti, uno dei primi ingegneri informatici usciti dal Politecnico di Milano e autore del libro Neurocapitalismo, mediazioni tecnologiche e linee di fuga  (La tecnica è da sempre una forma di mediazione col mondo, con tutte le sue contraddizioni e biforcazioni.)
  21. Mauro Trentadue, filosofo, counselor, scrittore e insegnante di Filosofia e Storia nei Licei milanesi (Con la tecnologia si è creato un rapporto di dipendenza, una relazione disfunzionale. )
  22. Riccardo Dal Ferro, in arte e online “Rick DuFer”, divulgatore filosofico e culturale (Viviamo sempre indossando delle lenti)
  23. Marco Bastianelli, dottore di ricerca in Filosofia e scienze umane, già assegnista di ricerca presso l’Università di Perugia (Internet va considerato come un vero e proprio spazio pubblico)
  24. Rossella Fabbrichesi  Docente di Ermeneutica filosofica all'Università degli studi di Milano - (L’uomo è tecnico, protetico, artificiale fin dai tempi primitivi. )
  25. Tommaso Ariemma, insegnante di Filosofia e Storia al Liceo Statale di Ischia e filosofo pop - (La tecnofobia non si addice al vero filosofo)
  26. Alessandro Ferrante, pedagogista e ricercatore - (Una gestione più consapevole, prudente e oculata delle tecniche è quantomai urgente, imprescindibile.)
  27.  Ivo Quartiroli, autore dl libro Internet e l'io diviso (La tecnologia ha sequestrato la capacità umana di intuire gli stati d'animo del prossimo. Poi offre il suo soccorso!)
  28. Eleonora de Conciliis scrittrice e insegnante di Filosofia e Storia - (Né ottimisti né pessimisti, ma consapevoli, disincantati e con molta ironia nei confronti della realtà!)
  29. Roberto Marchesini,. etologo - (La tecnologia ci rende più fragili poiché aumenta l’indice di vulnerabilità dell’essere umano)
  30. Stefano Petruccioli, blogger, scrittore e insegnante - (Ogni tecnologia esercita una certa forma di ipnosi e di torpore ...)
  31. Vincenzo Cuomo, insegnante di filosofia e docente di Estetica dei nuovi media presso l’Accademia di Belle arti di Napoli   (Per accorgersi di aver indossato delle lenti per vedere il mondo bisogna indossarne... delle altre.)
  32. David De Biasi co-fondatore del Network Transumanisti Italiani e filosofo per vocazione  (In un quadro diacronico e in una prospettiva evolutiva stiamo vivendo una discontinuità temporale senza precedenti)
  33. Remo Bassetti, scrittore, giornalista, professionista giuridico, ideatore e direttore della rivista Giudizio Universale (Sarebbe già un primo passo pensare: Io non sono il mio dispositivo! )
  34. Claudio Gagliardini, Online Marketing Specialist e co-fondatore di seidigitale.com ( L'era dell'ibridazione uomo macchina non solo è vicina, ma è già iniziata)
  35. Nicola Giusto, esperto di strategie digitali e brand marketing, attualmente ricercatore presso l’Università Ca’ Foscari e docente alla Laurea in Web Marketing e Digital Communication dello IUSVE (Nessun singolo individuo è in grado di controllare un dispositivo tecnologico)
  36. Laura Bonaguro, architetto con esperienze trasversali nel campo del design, della comunicazione e dell'immagine; una passione per la scrittura, in particolare per la poesia, nonché curiosità su ogni forma d'arte.  (La rivoluzione tecnologica è sotterranea, continua, invisibile, intelligente)
  37. Edoardo Mattei, business & technology consultant, consulente di comunicazione digitale e docente di Teoria e Tecnica dei Media Digitali ( Cosa rende umano un essere umano?)
  38. Franco Cracolici Medico Agopuntore - Direttore della Scuola di Agopuntura Tradizionale Cinese della Città di Firenze. (Breve è la vita che viviamo davvero, tutto il resto è tempo )
  39. Tommaso Tosi, saggista filosofico, scientifico e tecnologico nonché fondatore della comunità Filosofia e Scienza.  (
    Solo la rinascita di una cultura veramente razionale permetterà il superamento della crisi attuale)
  40. Carlo Infante  creatore di Urban Experience - (Va riequilibrato il rapporto tra la nostra vita e la pressione tecnologica)
  41. Pietro Piroresponsabile ricerca e sviluppo” dell’area sociale e formativa dell’Opera Don Calabria di Verona (Gli strumenti tecnici , anche il cacciavite, non sono mai neutri - Pietro Piro)
  42.  Nausica Manzi, Writer and Philosophical consultant. Filosofo esperto di etica e filosofia pratica nel mondo dell'azienda. Mediatore (Nell'era tecnologica dobbiamo focalizzarci sull'etica)

  43.  Gerardo Ricciardi,  Professore presso Ministero Istruzione, Universita' e Ricerca (Necessario integrare pensiero scientifico e umanistico)
  44. Shanti Curcio (Tecnoconsapevolezza e neo-umanesimo digitale)
  45. ...e molti altri

 

Manifesto per un nuovo Homo sapiens (The Sapiens)

Per Harari l’Homo sapiens dell’era digitale (Homo digitalis?) si è trasformato in Homo deus, per Vittorino Andreoli in Homo stupidus stupidus. Nel mezzo ci stà un nuovo Homo sapiens, da costruire, come comunità di individui e cittadini con una visione esistenziale, critica della realtà tecnologica e digitale nella quale sono immersi come pesci che non sanno cosa sia l’acqua perché non l’hanno mai lasciata.

E’ un Sapiens capace di guardarsi dentro e di guardare con uno sguardo diverso, di riflettere sul Sé, individuale, di genere e collettivo, disposto ad aprirsi alle novità, alla negatività (neg-attività) dell’esistenza, ai cambiamenti e alle sorprese. Capace soprattutto di elaborare pensiero critico, di riflettere, di decostruire e, nel farlo, di dare forma a pensieri diversi, alternativi, liberi, ribelli, ricchi di senso, utili a vivere la cosiddetta era digitale da esseri umani, in modo esistenziale e non solamente funzionale.

Al nuovo Homo sapiens serve un MANIFESTO, aperto al contributo di tutti!

Scrive Noah Harari che “quando la tecnologia ci permetterà di reingegnerizzare le menti umane, Homo sapiens scomparirà […] e un processo completamente nuovo avrà inizio”. La previsione può rivelarsi errata ma se si riflette sulla profondità dei cambiamenti in corso e il ruolo che la tecnologia sta avendo nel determinarli, si comprende che siamo in una fase di cambio di paradigma. Quando il nuovo emergerà noi potremmo non essere più umani. Cyborgsimbionti, semplici intelligenze artificiali più o meno ibridate, potenti, intelligenti e capaci di apprendere ma non più umane.


Se questa prospettiva è verosimile è più che mai necessaria una riflessione approfondita, puntuale e critica di quanto sta avvenendo. Paradigmatico per questa riflessione è il tema dell’intelligenza artificiale che, più di altri, suggerisce bene il rischio e la sfida che tutto il genere umano si trova di fronte. Un rischio da molti sottovalutato e una sfida da molti accettata forse con eccessiva superficialità. Un tema che comunque è di interesse generale e vale la pena approfondire. E la riflessione deve essere fatta da tecnici, esperti, fautori della IA, ma senza mai dimenticarsi di essere esseri umani.

L’Homo sapiens si trova in una fase critica della sua evoluzione millenaria. La tecnologia che ha creato avanza molto più rapidamente di quanto la sua consapevolezza e coscienza gli permettano di padroneggiarla. La sfida che Homo Sapiens si trova davanti non è negare l’avanzata della tecnologia e la sua evoluzione accelerata, ma fare uno sforzo maggiore per comprenderla meglio, per conoscerne implicazioni ed effetti, per individuare in che modo metterla al servizio e a vantaggio degli esseri umani senza cedergli il controllo e farsi condizionare.

Il manifesto del nuovo Homo sapiens

 2019 - Foto di viaggio tra i vulcani e le spiagge nere della Kamchatka

Per riuscire a fare questo l’Homo sapiens dell’epoca digitale contemporanea dovrebbe impegnarsi a:

  • Non dare tutto per scontato affidandosi alla tecnologia, ai suoi giocattoli, ai suoi algoritmi e alle sue piattaforme (“aprire una breccia nella normalità acquisita…osando uno scarto…” - Francois Jullien)
  • Rallentare (unico modo per ri-trovare slancio) per poter meglio ascoltare, sentire, accorgersi, relazionarsi, parteciparsi (“[…] pratica di affidabilità, capace di fecondare la relazione con senso ed appartenenza” - Anna Maria Palma), appartenere, recuperare un campo di senso (capacità di ri-organizzare la realtà) utile alla (tecno)consapevolezza (prendere coscienza, rendersi conto, realizzare)
  • Interrogarsi, dubitare e porsi delle domande sulla relazione con la tecnologia e le sue piattaforme che si esprime in sottomissione, complicità, passività e adeguamento (“sono più importanti le idee della tecnologia” – Vittorino Andreoli)
  • Elaborare pensiero critico sui comportamenti indotti dall’uso della tecnologia recuperando gli argomenti che servono alla critica
  • Riflettere sugli effetti di strumenti tecnologici di cui sappiamo sempre meno, di cui non conosciamo i linguaggi e il codice con cui sono stati creati e del cui utilizzo sociale siamo spesso inconsapevoli, disinformati o misinformati
  • Resistere al pensiero conformistico delle narrazioni digitali e di chi le suggerisce
  • Conoscere meccanismi, processi, modelli di business, finalità, strategie, ecc. alla base delle piattaforme tecnologiche e di chi le possiede
  • Approfondire la conoscenza del proprio Sé, del proprio valoredi quanto serve per dare forma a nuove narrazioni capaci di raccontare sè stessi e non i profili digitali che siamo diventati
  • Volgere lo sguardo al di fuori dei mondi online per vedere, prendere coscienza delle realtà di vita materiale dei mondi offline: realtà declinabili in povertà, disuguaglianze, precarietà, mancanza di lavoro, iper-consumismo, malattie psichiche, crisi ambientali e molto altro
  • Costruire nuove narrazioni, diverse da quelle ormai prevalenti perché uniformate, modellate e mediate tecnologicamente, poco meditate, dominate dal chiacchiericcio godereccio e felicitario della vita digitale e online
  • Decostruire terminologie, parole e concetti (social network mondi chiusi o aperti? Internet libera e democratica?) per dare loro significati veritieri e far emergere ciò che è rimasto implicito o nascosto
  • Disubbidire per non conformarsi alle regole date, a guru, paraguru, influencer, sacerdoti e sacrestani, storyteller e filosofi dell’era digitale
  • Trasgredire (il riferimento è a un libro di Francesco Varanini) le leggi bronzee dell’era digitale
  • Contrastare le tecnocrazie e tecno-burocrazie emergenti, le loro chiese new age e relative ideologie religiose, i loro sacerdoti e intellettuali al servizio
  • Dissentire da quanti agiscono per impedire che lo si possa fare
  • Recuperare la capacità di negare, il negativo (il neg-attivo di Jullien) come elemento per contrastare la falsa positività delle narrazioni correnti in cui tutto deve essere adeguato e adatto
  • Ribellarsi alla omologazione, alla profilazione, alla trasparenza assoluta, all’invasione della privacy personale, all’invadenza degli algoritmi a caccia di dati,
  • Produrre cultura tecnologica alternativa (“If we allow our self a congratulatory adoration of technology to distract us from our own contact with each other, then somehow the original agenda ha been lost.” – Jerome Lanier)
  • Proteggere le prerogative dell’essere umani coltivandone le specificità di senso, di sentimento e di saggezza
  • Riscoprire la collettività, la socialità e la dimensione relazionale incarnata, facendo prevalere la visione del noi più di quella individuale
  • Sostenere le iniziative finalizzate a mantenerci esseri umani capaci di sognare ed (e)sperimentare, di immaginare percorsi e futuri diversi, di desiderare, di agire in scenari e progetti al limite dell’impossibile,
  • Esistere, vivere esistendo, sperimentando, conquistandosi nuove libertà fuori dai pantani virtuali inerziali, ripetitivi e abitudinari nei quali ci siamo imprigionati