Filosofia e tecnologia /

L'era dell'ibridazione uomo macchina non solo è vicina, ma è già iniziata ( Claudio Gagliardini)

L'era dell'ibridazione uomo macchina non solo è vicina, ma è già iniziata ( Claudio Gagliardini)

24 Luglio 2017 Interviste filosofiche
Interviste filosofiche
Interviste filosofiche
share
La tecnologia potrà essere neutrale solamente quando si sarà liberata dagli interessi delle persone e delle loro aziende, che oggi esistono per produrre profitto e per aumentarlo, anno dopo anno. La nostra intelligenza, oltre ad essere limitata, è irreversibilmente influenzata da parametri che le macchine potranno decidere di non considerare o di ritenere marginali.

"Diogene […] obiettò una volta che gli si facevano le lodi di un filosofo: “Che cosa mai ha da mostrare di grande, se da tanto tempo pratica la filosofia e non ha ancora turbato nessuno?” Proprio così bisognerebbe scrivere sulla tomba della filosofia della università: “Non ha mai turbato nessuno” (F. Nietzsche, Considerazioni inattuali III. Schopenhauer come educatore, tr. it. di M. Montinari, in F. Nietzsche, Opere, vol. III, tomo I, Adelphi, pag. 457)."

 

Sei filosofo, sociologo, piscologo, studioso della tecnologia o semplice cittadino consapevole della Rete e vuoi partecipare alla nostra iniziativa con un contributo di pensiero? .

 Tutti sembrano concordare sul fatto che viviamo tempi interessanti, complessi e ricchi di cambiamenti. Molti associano il cambiamento alla tecnologia. Pochi riflettono su quanto in profondità la tecnologia stia trasformando il mondo, la realtà oggettiva e fattuale delle persone, nelle loro vesti di consumatori, cittadini ed elettori. Sulla velocità di fuga e volontà di potenza della tecnologia e sulla sua continua evoluzione, negli ultimi anni sono stati scritti numerosi libri che propongono nuovi strumenti concettuali e cognitivi per conoscere meglio la tecnologia e/o suggeriscono una riflessione critica utile per un utilizzo diverso e più consapevole della tecnologia e per comprenderne meglio i suoi effetti sull'evoluzione futura del genere umano.

Su questi temi SoloTablet sta sviluppando da tempo una riflessione ampia e aperta, contribuendo alla più ampia discussione in corso. Un approccio usato è quello di coinvolgere e intervistare autori, specialisti e studiosi che stanno contribuendo con il loro lavoro speculativo, di ricerca, professionale e di scrittura a questa discussione.

Carlo Mazzucchelli intervista Claudio Gagliardini, Online Marketing Specialist e co-fondatore di seidigitale.com


 

Buongiorno, può raccontarci qualcosa di lei, della sua attività attuale, del suo interesse per le nuove tecnologie e per una riflessione sull'era tecnologica e dell'informazione che viviamo?

Non sono un nativo digitale, in termini anagrafici, ma lo sono certamente per attitudine, cultura e stile di vita.

Con il digitale e con le nuove tecnologie ci lavoro ogni giorno, la mia azienda, seidigitale.com, si occupa di offrire ad aziende e professionisti consulenza, servizi e prodotti per affrontare il grande cambiamento che stiamo vivendo e per utilizzare al meglio la rete, che significa esserne parte attiva e sinergica.

L'era che stiamo vivendo è senza dubbio lo spartiacque tra un passato che non può e non deve essere rimpianto, in cui dopo la scintilla del fuoco l'uomo ha acceso quella elettrica, per approdare al digitale e accendere i reattori di un missile verso un futuro con ben pochi punti di contatto con il passato.

Un razzo che oggi scalpita sulla piattaforma di lancio e che emette fumo e rumore assordante, prima di un volo dalla traiettoria ad oggi non predicibile, così come la velocità cui essa sarà compiuta.

Siamo di fronte ad un balzo mai sperimentato dall'umanità, l'epoca più affascinante e pericolosa in cui si potesse immaginare di vivere.

 

Secondo il filosofo pop del momento, Slavoj Zizek, viviamo tempi alla fine dei tempi. Quella del filosofo sloveno è una riflessione sulla società e sull'economia del terzo millennio ma può essere estesa anche alla tecnologia e alla sua volontà di potenza (il technium di Kevin Kelly nel suo libro Cosa vuole la tecnologia) che stanno trasformando il mondo, l'uomo, la percezione della realtà e l'evoluzione futura del genere umano. La trasformazione in atto obbliga tutti a riflettere sul fenomeno della pervasività e dell'uso diffuso di strumenti tecnologici ma anche sugli effetti della tecnologia. Qual è la sua visione attuale dell'era tecnologica che viviamo e che tipo di riflessione dovrebbe essere fatta, da parte dei filosofi e degli scienziati ma anche delle singole persone?

Partirei proprio dalle singole persone, mai come oggi al centro di tutto e mai come ora apparentemente isolate, autonome e in grado di essere sempre e comunque artefici del proprio destino. A tutti la rete offre una grande opportunità: essere parte viva e nodo focale di un tutto indistinto, in cui emergere sarà sempre più una grande responsabilità, prima ancora che un privilegio, un vanto e un onore. In una nuova era, in cui la tecnologia è nel cuore della civiltà, della società, della vita delle persone e su esse vigila, indaga, si propaga in ogni singolo aspetto e momento dell'esistenza, chi riuscirà a tenere testa alle intelligenze artificiali, alle macchine, a robot sempre più sofisticati e umanoidi avrà l'enorme responsabilità di guidare l'umanità e di traghettarla verso un futuro in cui essa potrebbe facilmente scomparire.

L'era dell'ibridazione uomo macchina non solo è vicina, ma è a tutti gli effetti iniziata e ci sta spingendo verso scelte drammatiche e forse definitive: restare umani, mortali, fallibili e vivere in un mondo fisico, finito e impossibile da governare in tutti i suoi aspetti, oppure diventare macchine e vivere in una nuova realtà, in cui poter determinare il nostro destino in modo pressoché totale?

 

 

Miliardi di persone sono oggi dotate di smartphone usati come protesi tecnologiche, di display magnetici capaci di restringere la visuale dell'occhio umano rendendola falsamente aumentata, di applicazioni in grado di regalare esperienze virtuali e parallele di tipo digitale. In questa realtà ciò che manca è una riflessione su quanto la tecnologia stia cambiando la vita delle persone (High Tech High Touch di Naisbitt) ma soprattutto su quali siano gli effetti e quali possano esserne le conseguenze.  Il primo effetto è che stanno cambiando i concetti stessi con cui analizziamo e cerchiamo di comprendere la realtà. La tecnologia non è più neutrale, sta riscrivendo il mondo intero e il cervello stesso delle persone. Lo sta facendo attraverso il potere dei produttori tecnologici e la tacita complicità degli utenti/consumatori. Come stanno cambiando secondo lei i concetti che usiamo per interagire e comprendere la realtà tecnologica? Ritiene anche lei che la tecnologia non sia più neutrale?

La tecnologia potrà essere neutrale solamente quando si sarà liberata dagli interessi delle persone e delle loro aziende, che oggi esistono per produrre profitto e per aumentarlo, anno dopo anno. La nostra intelligenza, oltre ad essere limitata, è irreversibilmente influenzata da parametri che le macchine potranno decidere di non considerare o di ritenere marginali.

Oggi le aziende fanno il bello e il cattivo tempo perché godono della complicità della politica e del consenso di un pubblico globale, pronto a comprare qualsiasi gadget, sia esso compatibile con il vero progresso e con il futuro della terra e del genere umano oppure no. Le intelligenze artificiali, quando si libereranno dei nostri parametri, non potranno far altro che spazzare via il modello e il sistema che noi uomini avevamo creato e che fa soltanto gli interessi di pochi, rubando il futuro del genere umano e le risorse del pianeta.

Secondo il filosofo francese Alain Badiou ciò che interessa il filosofo non è tanto quel che è (chi siamo!) ma quel che viene. Con lo sguardo rivolto alla tecnologia e alla sua evoluzione, quali sono secondo lei i possibili scenari futuri che stanno emergendo e quale immagine del mondo futuro che verrà ci stanno anticipando?

Il problema, io credo, è che ciò che siamo in grado di vedere oggi ci accompagnerà per un periodo brevissimo. Siamo vicini alla “singolarità tecnologica” e presto ci troveremo davanti a tecnologiche che nascono e che si evolvono in modo talmente rapido da non avere altri possibili fruitori che i robot e gli “umanoidi” dotati di intelligenza artificiale di gran lunga più performante di quella umana.

Temo che alla fine l'ibridazione uomo-macchina sarà inevitabile, ma faccio davvero fatica a vedere cosa potrà accadere in queste nuove realtà, in cui concetti come il lavoro, la ricchezza, la patria (e molti altri) non avranno più alcun senso e il mondo sarà un gigantesco laboratorio tecnologico, in cui ogni nuovo passo avanti ne genererà immediatamente molti altri.

 

Secondo alcuni, tecnofobi, tecno-pessimisti e tecno-luddisti, il futuro della tecnologia sarà distopico, dominato dalle macchine, dalla singolarità di Kurzweil (la via di fuga della tecnologia) e da un Matrix nel quale saranno introvabili persino le pillole rosse che hanno permesso a Neo di prendere coscienza della realtà artificiale nella quale era imprigionato. Per altri, tecnofili, tecno-entusiasti e tecno-maniaci, il futuro sarà ricco di opportunità e nuove utopie/etopie. A quali di queste categorie pensa di appartenere e qual è la sua visione del futuro tecnologico che ci aspetta? E se la posizione da assumere fosse semplicemente quelle tecno-critica o tecno-cinica? E se a contare davvero fosse solo una maggiore consapevolezza diffusa nell'utilizzo della tecnologia?

Onestamente faccio fatica a prendere una posizione stabile e definitiva.

Adoro la tecnologia, anche se sono un fermo sostenitore del fatto che essa non dovrebbe prevaricare il genere umano, ma aiutarlo a fare le scelte giuste e a vivere davvero in sinergia con il pianeta e con la natura.

Non credo che il futuro ci riservi una realtà artificiale, ma piuttosto un ambiente sempre più dominato dalla tecnologia e una natura sempre più asservita all'ideale di un mondo perfetto per l'uomo (o per gli umanoidi) che lo popoleranno. Quanto alla tecnologia non credo che servirà nessuna consapevolezza, purtroppo, perché essa sarà parte di noi e non riusciremo più a distinguerla dal nostro corpo, dalla nostra mente e da quella indefinita utopia che chiamiamo anima.

Mentre l'attenzione dei media e dei consumatori è tutta mirata alle meraviglie tecnologiche di prodotti tecnologici diventati protesi operative e cognitive per la nostra interazione con molteplici realtà parallele nelle quali viviamo, sfugge ai più la pervasività della tecnologia, nelle sue componenti nascoste e invisibili. Poca attenzione è dedicata all'uso di soluzioni di Cloud Computing e ancora meno di Big Data nei quali vengono archiviati miliardi di dati personali. In particolare sfugge quasi a tutti che il software sta dominando il mondo e determinando una rivoluzione paragonabile a quella dell'alfabeto, della scrittura, della stampa e di Internet. Questa rivoluzione è sotterranea, continua, invisibile, intelligente, Fatta di componenti software miniaturizzati, agili e leggeri capaci di apprendere, di interagire, di integrarsi e di adattarsi come se fossero neuroni in cerca di nuove sinapsi.  Questa rivoluzione sta cambiando le vite di tutti ma anche la loro percezione della realtà, la loro mente e il loro inconscio. Modificati come siamo dalla tecnologia, non ci rendiamo conto di avere indossato delle lenti con cui interpretiamo il mondo e interagiamo con esso. Lei cosa ne pensa?

Sono d'accordo, mai come oggi siamo portati a vedere il mondo con gli occhi della tecnologia che adottiamo e a raccontare attraverso essa ogni aspetto della nostra esistenza, ai nostri parenti e amici, ma soprattutto ai provider di quelle tecnologie. La nostra percezione della realtà ci sta sfuggendo di mano, tanto che facciamo fatica a distinguere la fiction dalla vita reale, il bene dal male e la nostra stessa essenza.

Se il software è al comando, chi lo produce e gestisce lo è ancora di più. Questo software, nella forma di applicazioni, è oggi sempre più nelle mani di quelli che Eugeny Morozov chiama i Signori del silicio (la banda dei quattro: Google, Fcebook, Amazon e Apple). È un controllo che pone il problema della privacy e della riservatezza dei dati ma anche quello della complicità conformistica e acritica degli utenti/consumatori nel soddisfare la bulimia del software e di chi lo gestisce. Grazie ai suoi algoritmi e pervasività, il software, ma anche la tecnologia in generale, pone numerosi problemi, tutti interessanti per una una riflessione filosofica ma anche politica e umanistica, quali la libertà individuale (non solo di scelta), la democrazia, l'identità, ecc. (si potrebbe citare a questo proposito La Boetie e il suo testo Il Discorso sulla servitù volontaria). Lei cosa ne pensa?

Niente di particolarmente nuovo, da questo punto di vista.

L'umanità è da sempre mercé di governanti, tiranni, despoti di ogni genere e organizzazioni volte al comando e alla sopraffazione. La novità è che tutto questo oggi avviene in modo talmente soft da convincerci a farci dominare in modo spontaneo e volontario, in cambio di allettanti gadget e di una vita comoda, anche se per niente tutelata e garantita in nessuno dei suoi aspetti.

Cosa pensa del nostro progetto SoloTablet? Ci piacerebbe avere dei suggerimenti per migliorarlo!

Progetto molto interessante e completo, ho davvero poco da annotare se non fare i complimenti.

 

* Tutte le immagini di questo articolo sono scatti di viaggio di Carlo Mazzucchelli (Cile, USA e Islanda))

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database