In un’era dominata dal conformismo, dalla cultura woke, dal (geo)politicamente corretto, assumere la postura del bastian contrario, di colui o colei che non si adegua perché, dopo avere riflettuto criticamente, ha maturato idee non proprio convergenti con il pensiero dominante di turno, non è solo un modo di dissentire, rompendo l’unanimità soffocante, ma anche un primo passo verso la proposizione di un’altra strada, alternativa, diversa, frequentata da pochi, stultiferamente folle, non per questo non destinata a diventare affollata.
Fare il bastian contrario non è poi così complicato. Basta avere il minimo coraggio di rimanere isolati, accettare di essere descritti come provocatori e ritenere utile, divertendosi, il praticarlo. Un modo per esserlo, divertendosi, è non arrendersi al controllo algoritmico della vita di tutti i giorni, alle regole e ai pregiudizi di fondo di algoritmi costruiti da umani anch’essi pieni di pregiudizi e obbedienti, nella codifica di regole, logiche e funzionalità, al potente di turno. Non arrendersi significa riconoscere all’algoritmo l’abilità di risolvere problemi ma anche la sua inadeguatezza e ignoranza nel simulare appieno il pensiero logico umano.
Esercitare il pensiero critico sull’algoritmo e sul suo potere significa oggi opporsi alla sua censura, alla sua pretesa di interagire con persone asservite perché gratificate dai suoi servigi. Il pensiero critico è utile anche per rompere l’ipocrisia di moltitudini di persone ormai incapaci di svelare l’inganno nel quale vivono e di percepire che, nel loro essere diventate semplici comunità massificate di consumatori, sono sempre più categorizzate (segmentate come target) ed emarginate, trattate come merci, censurate in molte delle loro azioni online (dov’è finita la libertà di scelta?).
Senza pensiero critico si finisce per accettare per vere informazioni false, edulcorate, poco trasparenti, moderate, pronte all’uso, impacchettate e promosse per essere prese acriticamente come sono.
Con il caldo di questi giorni forse “accettare” è la scelta migliore da fare. Ogni elaborazione di pensiero critico porterebbe ad un aumento della temperatura corporea, alla “fusione” indesiderata dei neuroni!