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2015: crisi senza fine e vie di uscita. Felice Anno Nuovo a tutti!

2015: crisi senza fine e vie di uscita. Felice Anno Nuovo a tutti!

29 Dicembre 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Si chiude un anno e ne comincia un altro, entrambi in continuità tra di loro perchè uniti dalla crisi senza fine che sta caratterizzando questo scorcio d'epoca della modernità liquida e dell'eterno presente. L'una e l'altro hanno assunto la forma di una gabbia di acciaio nella quale tutto scorre nella sua eterna immutabilità e prevedibilità. L'unica ad accelerare realmente è la tecnologia! L'unica forse ancora capace di riservarci sorprese vere, nel corso del nuovo anno che arriverà!

Consapevoli o meno, siamo tutti immersi in quella che i filosofi chiamano la crisi della modernità. E' una crisi sistemica e strutturale, che coinvolge tutti in modo globale e interdipendente, che non è solo economica ma complessa nel suo articolarsi negli anni e ostica nella sua persistenza che non lascia spazi a grandi speranze di soluzioni ravvicinate nel tempo.

Più che una crisi è una serie infinita di crisi, che si susseguono da anni e che non sembrano trovare alcuno sbocco futuro capace di soddisfare le aspettative delle persone. Eppure la crisi, etimologicamente parlando, sta a indicare un momento di rottura e di cambiamento verso qualcosa, un momento nel quale, dopo aver elaborata una diagnosi e prefigurato un possibile scenario futuro, si decide di andarci per verificarne la validità e l'effettiva uscita dalla crisi. Oggi la crisi che stiamo vivendo, contraddice l'etimologia, e si caratterizza per la sua durata che sembra senza fine. E' una crisi melmosa che avvolge e trascina verso il basso e che proprio per questo appare ai più come una prigione con cui bisogna fare i conti, nel presente e forse anche per tutto il nuovo anno.

SENZA FINE
Senza fine / tu trascini la nostra vita / senza un attimo di respiro / per sognare / per potere ricordare / cio che abbiamo già vissuto / senza fine / sei un attimo senza fine / non hai ieri non hai domani / tutto è ormai nelle tue mani / mani grandi mani senza fine / non m'importa della luna / non mi importa delle stelle / tu per me sei luna e stelle / tu per me sei sole e cielo / tu per me sei tutto quanto / tutto quanto voglio avere /  senza fine / sei un attimo senza fine / non hai ieri non hai domani / tutto è ormai nelle tue mani / mani grandi mani senza fine / .....
non m'importa della luna / non mi importa delle stelle / tu per me sei luna e stelle / tu sei per me sei sole e cielo / tu per me sei tutto quanto / tutto quanto voglio avere / senza fine
lala la l

Questa crisi si presenta principalmente nella sparizione di ogni certezza. Le cause possono essere molteplici, il risultato lo stesso: crescente insicurezza e ricerca di maggiore sicurezza, perdita di punti di riferimento e crisi valoriale, sfiducia in ogni ordine costituito (politica, partiti, istituzioni....solo Papa Fracesco si salva!), confusione mentale, cognitiva e decisionale, indeterminazione del futuro che genera pessimismo e catastrofismo, frammentazione della vita sociale vissuta sempre più come rete che come comunità, sfiducia nel progresso, depressione e paura di nuovi pericoli incombenti.

In questa crisi, per citare la metafora usata da un filosofo francese, siamo come scalatori che si muovono su di una frana, obbligati ad andare sempre più veloci per rimanere sul posto. Un po' quello che succede ad Alice nel paese delle Meraviglie che non riesce a spostarsi pur  'correndo più che si può'.

Da un lato c'è il tempo accelerato dall'urgenza del cambiamento (salvezza), del muoversi verso qualcosa, dall'altro il tempo lento, che si è fermato, della crisi nella quale le notti, sempre per citare Carrol, "si hanno a due o tre per volta e d'inverno prendono anche cinque notti di fila...". Una situazione di eterno presente che ci appare in tutta la sua contraddittorietà come mondo rovesciato nel quale per restare fermi bisogna correre e per andar verso una direzione conviene in realtà voltargli le spalle.

Mentre Alice, per dare forma alla realtà e cambiarne le apparenze, poteva giovarsi del gioco degli specchi, l'uomo moderno deve fare i conti con la propria immagine riflessa nella sua immobilità e nella quale scorge il 'grido' (Urlo, Skrik) disperato di Munch!. Alice vive in un mondo a metà tra incubo e fiaba, sogno e illusione ma soprattutto ricco di sorprese. L'uomo moderno della crisi senza fine attuale vive in un incubo, senza sogni nè illusioni e soprattutto senza sorprese. E' precipitato in un Matrix nel quale l'unica soluzione possibile è affidarsi ad un Cappellaio Matto o a una pillola con l'obiettivo di uscire fuori dal sotterraneo o caverna nella quale la crisi lo ha imprigionato. Ma per riuscirci è costretto a cercare il Bianco Coniglio e sperare che sia quello buono.

Se da un lato tutto sembra in movimento e in accelerazione, dall'altro tutto sembra uguale a se stesso e immobile. La società sembra inerte di fronte alle urgenze così come ai problemi. Immobile appare il mondo del lavoro nella sua precarietà e carenza di reddito, pietrificata sembra essere ogni prospettiva di futuro, sia in termini di crescita economica e di benessere che di progresso, sospesa nel vuoto ogni illusione di emancipazione e crescita sociale (nessuna protesta collettiva ha mai ottenuto negli ultimi cinque anni una risposta positiva, compresa l'ultima scatenata dalla cosiddetta legge del 'Jobs Act'), irreversibili appaiono la globalizzazione e la mondializzazione che tanto hanno pesato nelle trasformazioni economiche in corso, imbattibile appare il capitalismo finanziario e la sua pretesa al massimo guadagno anche in periodo di crisi, impotente si muove e si agita la politica alla ricerca di nuove modalità di azione diverse dal passato per recuperare credibilità e soprattutto elettotato e infine persa per sempre la certezza di un possibile ritorno alla stabilità e alla solidità.

In una realtà immobile, l'accelerazione interessa solo la tecnologia. Continua a crescere, a diffondersi (droni, robot, internet degli oggetti, dispositivi mobili, ecc.) ad evolvere e a pervadere ogni ambito delle nostre vite determinando i nuovi ritmi di vita delle persone e le cadenze/scadenze del loro tempo. Ai possessori di tablet e smartphone e di altre tecnologie innovative rimane l'illusione di muoversi in continuazione con esse, in una perenne mobilità, resa obbligatoria dalle leggi del mercato e dalla forza globale della crisi. Le nuove tecnologie cambiano società e cultura ma non aiutano a trovare nuovi posti di lavoro nè a superare la precarietà. Però con essa abbiamo l'illusione di andare veloci!

 "We can do it" tradotto nello spagnolo "Podemos" (¡Es la hora de la gente!) è lo slogan del momento e, dopo l'annuncio delle prossime elezioni in Grecia con la probabile vittoria di Syriza, per molti la speranza con cui si apre il 2015. In realtà nessuno è oggi in grado di fornire la ricetta definitiva perchè troppo complessa, intrecciata e ingarbugliata è la situazione e perchè scarse sono, per il momento, l'elaborazione intellettuale e la conoscenza utili per l'uscita dalla crisi.

La difficoltà nasce dalla specifictà di questa crisi, percepita come essenzialmente economica ma che in realtà interessa tutti i settori della vita delle persone. Eppure ciò che serve è un semplice evento, un fatto capace da solo di scatenare con il suo battito di ali una tempesta o una rivoluzione (nel senso di cambiamento). Le elezioni in Grecia e quelle in Spagna potrebbero rappresentare per molti la pillola blu o lo specchio di Alice e riportare la crisi nella sua essenza originaria di stato di rottura e di passaggio verso qualcosa di nuovo e di diverso.

In realtà soluzioni non ce ne sono così come non sembrano esistere Cappellai Matti o Morpheus capaci di suggerire strategie vincenti.

Ciò che si può e si deve fare è elaborare nuove capacità e modalità di comprensione della crisi attuale con l'obiettivo di cercare da soli delle soluzioni. Invece di ripiegare rinunciando a comprendere che la realtà è cambiata e non tornerà più come prima, ci si può interrogare con domande nuove che obbligano a risposte non convenzionali e scontate. Invece di ripiegarsi su se stessi deprimendosi e aspettando che 'passi la nottata' («Ha da passa' 'a nuttata») ci si può dotare di nuovi strumenti intellettuali e cognitivi per affrontare senza pregiudizi le nuove situazioni e gli eventi incombenti focalizzandosi sulle questioni essenziali. I primi risultati di questo sforzo potrebbero essere una nuova e ritrovata capacità critica nella valutazione dei fatti, una rinvigorita capacità di analisi di ciò che emerge come nuovo e una nuova comprensione delle molteplici realtà in cui si è immersi.

Il 2015 si presenta ancora come un viaggio di navigazione all'interno di un mare in burrasca e senza terre ferme con porti sicuri in cui gettare l'ancora.

E' un viaggio nel quale è sempre dietro l'angolo l'evento inatteso come l'incendio che ha bloccato tra Albania e Italia la nave passeggeri della Norman Atlantic. L'assenza di terraferma e gli eventi non desiderati pronti a manifestarsi nei loro effetti negativi non devono impedire il viaggio e soprattutto non devono far perdere la speranza. Le possibilità per affrontare il nuovo anno in arrivo sono soltanto due, lascarsi andare alla deriva come dei naufraghi che contano solo su un intervento dal 'cielo', oppure trasformare la nuova esperienza della crisi in una situazione di ripartenza e di rinascita.

Tra le due la seconda è  la scelta preferibile. L'unica capace di ridare un senso all'esistenza, l'unica in grado di permettere la convivenza con l'incertezza e la paura, l'unica capace di superare i momenti di turbolenza e infine l'unica utile alla costruzione degli strumenti di navigazione capaci di mantenere a galla e in movimento l'imbarcazione di cui si è dotati, in attesa che all'improvviso ricompaia all'orizzonte una baia sicura in cui trovare nuovamente serenità, riposo e tranquillità.

Un Felice Anno Nuovo a tutti!

"Nulla c'è di buono / tranne ciò che si fa!"

 

Bibliografia

  • Myriam Revault D'Allonnes, La crisi senza fine - Edizioni ObarraO
  • Peter Sloderijk, Devi Cambiare la tua vita - Cortina Editore
  • Slavoj Zizek, Evento - UTET

2015: crisi senza fine e vie di uscita. Felice Anno Nuovo a tutti!

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