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IL CERVELLO È MIO E LO GESTISCO IO

IL CERVELLO È MIO E LO GESTISCO IO

03 Marzo 2024 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Sistemando la mia libreria di montagna, migliaia di libri mai ordinati, con l’eccezione dei gialli e dei romanzi di fantascienza (Malet e Ballard, Landsdale e Winslow, Vargas e Nesbo, ecc.) che occupano una libreria tutta loro, mi è capitato di mettere mano ai libri e alle riviste femministi della mia compagna. Sfogliando l’edizione del maggio 1975 di Effe mi sono ritrovato a leggere un articolo che aveva come titolo uno slogan del tempo: l’utero è mio e lo gestisco io.

In pausa post-pranzo ho derivato da esso uno slogan nuovo, passatomi per la testa leggendo l’articolo di Riccardo Viale pubblicato su La lettura del Corriere della Sera di oggi: il cervello è mio e lo gestisco io. Uno slogan senza futuro e senza successo, soprattutto se comparato con quello storico citato e anch’esso comunque in una fase critica, sia per motivi politici, sia per difficoltà cognitive di molti a comprendere quanto sia importante impegnarsi per difendere diritti e libertà acquisiti.

Il cervello, scrive Viale, è sotto assedio e non per le iniziative di Elon Musk, ma per la spinta potente verso un’evoluzione tecnologica che, in futuro, potrebbe portare alla manipolazione, non solo cognitiva del pensiero e dei comportamenti, ma anche delle onde cerebrali. Con il risultato di eliminare definitivamente ogni parvenza o pretesa di privacy e di dare modo a pubblicitari e aziende di agire con i loro messaggi ben più in profondità, nel firmware e nell’hardware del nostro cervello, condizionandoci per fini commerciali (in primis), poi anche politici e sociali.

Un’anticipazione di ciò che potrebbe accadere ce l’abbiamo con le narrazioni che riempiono la Rete sull’intelligenza artificiale, prive di attenzione verso gli effetti che dal loro utilizzo potrebbero derivare. Ad esempio, nell’uso di algoritmi di profilazione comportamentale finalizzati a condizionare politica e campagne politiche. Algoritmi il cui uso e l’accettazione passiva di cui sono omaggiati da moltitudini di persone permettono loro di puntare ai nostri dati mentali e neurali.

Le piattaforme digitali catturano dati, informazioni, comportamenti, ecc., ma cosa potrebbe succedere se a essere catturati da nuove e potenti neuro-tecnologie (gli auricolari della Apple sembrano già in grado di fare questo, ci sono già cuffie capaci di capire se un bambino è (dis)attento, infelice o concentrati) fossero le informazioni che si formano e si trasmettono attraverso sinapsi e onde cerebrali?

L’accelerazione delle neuro-tecnologie sta suscitando preoccupazioni in molteplici ambiti disciplinari, scientifici e politici. La reazione sembra al momento limitata a istituire legislazioni internazionali a tutela dei diritti dell’uomo. In attesa di queste legislazioni, io credo sia importante già oggi sviluppare conoscenza e (tecno)consapevolezza su quanto la tecnologia è oggi in grado di generare e su come essa possa venire (ab)usata. La maggiore coscienza servirebbe a sviluppare responsabilità e impegno civile, che sempre serve per contrastare visioni del mondo, politiche e ideologie legate a modelli culturali raccontati come vincenti ma che tali forse non sono.

Difendere il proprio cervello è anche un modo per difendere il corpo umano. Corpo e cervello, corpo e anima sono un tutt’uno, la tecnologia digitalizza il corpo e colonizza la mente ma li tiene ben distinti, con l’obiettivo di avere il controllo degli individui per i suoi fini. Negli anni 70 le femministe con il loro slogan “l’utero è mio e lo gestisco io” si rivolgevano a chi controllava il corpo della donna e le sue funzioni riproduttive, oggi con lo slogan “il cervello è mio e lo gestisco io” ci si potrebbe opporre a coloro che, dopo avere preso il controllo degli individui trasformandoli in consumatori e merci, oggi pensano di poter fare un passo oltre, controllando le menti, il cervello.

Nessuna società può pretendere il controllo della mente di tutti gli individui per i suoi fini, neppure una società tecnologica che ha regalato all’uomo mille opportunità ma che si è costituita su una ideologia, tendente alla religione, neo-libertaria e capitalistica fondata sulla sorveglianza (citazione del libro della Zuboff).

“Il cervello è mio e lo gestisco io” è un grido di libertà!

 

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