Tabulario /

Internet, piattaforme Rousseau e disillusione tecnologica

Internet, piattaforme Rousseau e disillusione tecnologica

19 Febbraio 2019 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
share
Trump, Brexit, piattaforme Rousseau e movimenti a più stelle hanno segnato l’era tecnologica della politica recente. Internet e le piattaforme tecnologiche sono all’origine di potenziali distopie che stanno trovando espressione in numerosi romanzi e libri che ne raccontano storie, evoluzioni e scenari futuri.

Il Barabba Salvini, come ha scritto il Fatto Quotidiano, è stato salvato dalla piattaforma Rousseau. Trump è stato eletto dai profili fake di Facebook e di Twitter, molti di provenienza russa. La Brexit non avrebbe vinto il referendum senza le fake news pubblicate sulle piattaforme digitali e la loro viralità. Semplici fatti di cronaca politica che hanno alimentato molte narrazioni mediatiche e che hanno suggerito sceneggiature e trame per romanzi e racconti che, meglio di saggi e studi, aiutano tutti a comprendere quali siano i potenziali effetti negativi delle tante rivoluzioni tecnologiche di questi anni. Effetti che potevano essere diversi ma che si sono manifestati in modi preoccupanti che richiedono una riflessione e maggiore consapevolezza. 

L’ultimo arrivato in libreria è il romanzo di Mark Doten (Trump Sky Alpha), ma prima ci sono statiu quelli di Dave Eggers (Il Cerchio), di Joshua Cohen (Book of Numebers), di Jarett Kobek (Io odio internet), di Peter Riva (The Path), di Richard Morgan (Altered Carbon). Tanti libri che si sono andati ad aggiungere ai best-seller e libri di culto come quelli di Aldous Huxley (Il mondo nuovo), di Robert Scheckley (Immortality Inc) e molti altri ancora. 

Il romanzo di Doten racconta un mondo distopico nel quale il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con la sua autocelebrazione in mondovisione e i suoi discorsi guerrafondai, finisce per scatenare una devastante guerra nucleare. Nell’America rimasta e sopravvissuta alla terza guerra mondiale una giornalista di nome Rachel è chiamata a scrivere un reportage sugli ultimi giorni di Internet (Internet e cosa è diventato). Nel dolore per la perdita della moglie e della figlia, Rachel accetta l’incarico e si reca all’archivio dov'è custodito tutto ciò che resta di quello che era il web di una volta. Passando in rassegna memi, messaggini, cinguettii e altre testimonianze scritte rimaste Rachel inizia a sospettare che a trascinare il mondo alla distruzione sia stato un occulto complotto di un gruppo di hacker che avrebbero manovrato tutto quanto. La sua scoperta da origine alla storia che si sviluppa come un romanzo di fantascienza incentrato sul mondo tecnologico e politico di oggi. 

Il romanzo, come quelli citati sopra, sono opere di fantasia e creatività autorale ma esprimono tutti un allarme e una delusione o disillusione sul ruolo delle tecnologia e sui suoi potenziali effetti negativi (Distopie tecnologiche prossime venture e uso dello smarthone). La visione di Doten non è tecnofobica ma cinica. Prende atto che le utopie del Web non abbiano mantenuto le loro promesse, anzi si siano trasformate in potenziali distopie dalle sembianze anche politiche, come quella di Trump. Internet e le piattaforme digitali sono diventati strumenti potenti di manipolazione, sorveglianza e controllo (Cartoline cyberpunk per visioni future di tipo tecnologico e distopico). Il tutto reso possibile dalla mole di dati che è possibile raccogliere, memorizzare e analizzare, ma anche dalla facilità con cui è possibile far circolare false notizie e alimentare odio, rabbia e razzismo, attraverso un linguaggio sempre più brutale, pur nella sua brevità e concisione. La Internet di Doten ha perso ogni caratteristica del web che conosciamo oggi. E’ uno spazio chiuso, centralizzato, controllato e sorvegliato. Nulla di strano se si pensa che già oggi Internet è in realtà costituito da piattaforme come Facebook e Amazon che sono ambienti chiusi, trasparenti ma con pareti fatte apposta per tenere la gente dentro. 

Gli utenti di queste realtà pensano di essere in Internet, in realtà si muovono all’interno degli spazi chiusi di una applicazione-piattaforma (La tecnologia non è mai stata neutrale. Ha sempre modificato la nostra relazione col mondo.). Una scarsa consapevolezza che spiega i fenomeni alla Trump di questi anni e serve da ispirazione a Doten e agli altri autori per i loro libri sulla tecnologia. La servitù volontaria e la complicità passiva degli utilizzatori di Internet odierni servono come spunti narrativi per raccontare scenari futuri dominati da aziende multinazionali e monopolistiche, da poteri occulti e politici che governano sulla base di votazioni online, come quelle che in questi giorni hanno messo al riparo Salvini da un possibile processo futuro. Un ministro del governo italiano che, non a caso, è considerato abilissimo, come lo è stato Trump, nell’usare i mezzi tecnologici per costruire il suo potere mediatico e politico. Domani di potere e controllo autoritario su una nazione intera. Il tutto con folle adoranti e cinguettanti al suo seguito e masse di utenti della Rete che hanno perso ogni consapevolezza dei media che utilizzano. Spesso in modo binario, reagendo automaticamente a stimoli che generano impulsi, scelte non ragionate e decisioni immediate che richiederebbero invece di essere posticipate o dilazionate nel tempo. 

Di libri che hanno come protagonisti presidenti americani ne sono stati scritti molti. Quello di Doten ha il merito di richiamare l’attenzione sul ruolo della tecnologia, sul lato oscuro della forza che esprime oggi la tecnologia, sulle piattaforme tecnologiche come potenziali strumenti distruttivi delle democrazie occidentali e non solo, sui tecnici che scrivono gli algoritmi e il software di piattaforme che hanno catturato la vita di tutti manipolandone menti, emozioni e comportamenti. La visione che ne esce è pessimista, distopica, ma la responsabilità non viene scaricata sulla tecnologia. E questo è un punto di partenza per una riflessione in positivo che possa portare a individuare come usare la tecnologia per scopi positivi (Abbiamo bisogno di utopia ma sogniamo e costruiamo distopie), di difesa della democrazia, di protezione dai dati e dei beni comuni, e anche di soluzioni capaci di limitare gli effetti iatrogeni di Internet, del Web, delle piattaforme tecnologiche e della tecnologia in genere.

 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database