La pratica del silenzio non riguarda solo la sfera spirituale e contemplativa ma molte altre esperienze umane, come l’ascolto di un brano di musica classica o la lettura di un buon libro. Osservare il silenzio serve a rendere più ricettiva la mente, favorisce la concentrazione e l’efficacia del nostro pensiero permettendo di sviluppare la creatività. A una condizione, che si sappia o si decida di spegnere, almeno per un po’ di tempo, lo smartphone che accompagna ormai ogni nostro gesto e movimento.
CRESCE IL BISOGNO DI SILENZIO…MEDIALE! 🍒🍒
Ritrovare il silenzio, determinato dall'assenza di ronzii elettronici, di cinguettii e di squilli telefonici, significa proiettarsi sulle risorse interiori personali, scoprire le loro riserve durevoli, la loro originalità e capacità creativa. Spegnere il dispositivo mobile è un modo per aiutare la concentrazione, per fare qualcosa di diverso come leggere un libro o ascoltare della buona musica, attività che possono contribuire a generare utili input e pensieri o idee creative.
Essere creativi con lo smartphone che continua a squillare è un compito improbo, anche se tutti sono ormai allenati a varie tipologie di multitasking e attività parallele. Messaggiare, navigare, cinguettare, postare, videotubare, instagrammare e whatsappare sono tutte attività che mal si prestano a favorire un processo creativo, un processo che solitamente non è mai collegato ad una lampadina che si accende all'improvviso ma si svolge sempre per fasi successive e attraverso esperienze sociali e condivise nella vita reale. Il silenzio, più ancora della concentrazione, è fondamentale nella fase di incubazione ed elaborazione mentale di nuove idee, della loro registrazione, verifica e formalizzazione. Un'elaborazione analogica, spesso non lineare ma ricca di analogie, differenze, somiglianze e metafore.
Il processo creativo richiede una forte motivazione e una grande energia, simili a quelle necessarie per spegnere un dispositivo tecnologico. L’azione dello spegnimento è importante perché richiede un’azione e che ci si attivi per compierla, il superamento di ostacoli di tipo cognitivo, l'abbandono di abitudini consolidate e l'orientamneto delle proprie scelte in modo da farne discendere nuovi comportamenti.
Spegnere lo smartphone non è obbligatorio ma significa eliminare parte del rumore che caratterizza la vita odierna e ritrovare i valori preziosi del silenzio. Quello misterioso della lettura, quello privilegiato dell’atto artistico, quello sacro della contemplazione, della meditazione e della preghiera. Spegnere completamente lo smartphone significa eliminare il sovraccarico informativo che lo caratterizza per la mole di dati acustici, visivi, emotivi, virtuali e cognitivi che trasmette in continuazione e adottare un ritmo lento, lontano dalla velocità dei social network e dalla rumorosità che li caratterizza. Ritrovato il silenzio si potrebbe scoprire che con esso migliora la comprensione e si apprende l’arte del tacere, anch’essa utile alla concentrazione, all’osservazione e all’ascolto. La scoperta potrebbe trasformare il silenzio da bisogno a desiderio o a semplice buona pratica e necessità.