A guardare le novità sull’andamento del mercato tecnologico del personal computing, colpisce il segno negativo e i trend al ribasso di vendite e fatturato. Il segno meno a volte riguarda solo un calo rispetto alle previsioni fatte o a crescite ridimensionate ma è indicativo di un mercato maturo che fa fatica a digerire nuovi dispositivi e ad aumentare i livelli di spesa.
Il calo degli acquisti non c'entra nulla con la crisi greca o con quella, più turbolenta e preoccupante, cinese.
E’ solo la manifestazione di un mercato in via di trasformazione che vede consolidarsi i comportamenti di acquisto dei consumatori e cambiare le strategie dei produttori. I primi sono alla costante ricerca di nuove esperienze. I secondi, per sopravvivere o mantenere le posizioni acquisite sul mercato, sono obbligati a rivedere strategie e a migrare da una proposizione prevalentemente hardware a una basata sul software, le applicazioni e i servizi o a puntare su nuovi mercati
Il cambiamento di clima si avverte soprattutto dalle narrazioni online e dalle scelte editoriali di portali e pagine web che hanno costruito in questi anni la loro visibilità e notorietà intrattenendo un vasto pubblico interessato di consumatori alla ricerca costante di novità, di informazione e di conoscenze utili alle loro scelte di acquisto di prodotti tecnologici e processi decisionali.
Le caratteristiche tecniche dei dispositivi e le recensioni online non sono più oggetto di grande attenzione e prolungate letture. Le recensioni servono ma non sono maggiormente determinanti nelle scelte individuali dei consigli degli amici e dei gestori dei punti vendita telefonici. Le discussioni legate ai clan o fanclub di appartenenza sono ancora animate ma molto meno rispetto a pochi anni fa. Si da per scontato che Android domini con l’80% il mercato smartphone e che Apple governi incontrastata il dominio della qualità e della percepita bellezza dei prodotti.
Tutti sono in attesa di qualcosa di nuovo, capace di rianimare il mercato creando rinnovatii entusiasmi e dando forma a nuovi stili di vita. E’ un’attesa legittima visto come la tecnologia ci ha abituati ai suoi ritmi e alle sue promesse. E’ un’attesa estenuante per tutti i tecnofili pronti al nuovo salto di paradigma e a nuove esperienze utente.
Secondo alcuni questa attesa potrebbe trovare risposta e soddisfazione nei nuovi prodotti tecnologici indossabili. Per altri è destinata a prolungarsi almeno fino al 2018/2020 ed è legata ad una evoluzione tecnologica, di prodotto e del mercato che ha bisogno di maggiore tempo per consolidarsi e trasformarsi in un fenomeno sociale e di consumo.
In molti però fanno affidamento sul successo dello Watch di Apple come antesignano dello smartphone indossabile futuro che verrà.
I produttori nel frattempo sono obbligati a rivedere le loro strategie puntando su una proposizione continuativa nel tempo fatta di servizi, sottoscrizioni e di ecosistemi applicativi capaci di risolvere problemi e bisogni precisi con elevata soddisfazione del consumatore. Come tutti i mercati maturi, anche quello tecnologico e, nello specifico, quello delle tecnologie dell’informazione legate al personal computing, è destinato a riorganizzarsi e a definirsi sulla base delle nuove aspettative e necessità dei consumatori: prezzo, servizi, fedeltà al marchio e alla Marca, fidelizzazione.
A cambiare strategie e approcci al mercato sono chiamati anche gli sviluppatori, oggi quasi tutti consapevoli di un modello di business e di monetizzazione delle APP che arricchisce un numero limitatissimo di società e produce guadagni limitati o perdite per tutti gli altri.
Così come è sempre meno interessato alla pubblicistica e alla narrazione Mobile in Rete, il consumatore è sempre meno disposto anche a navigare negozi online contenenti milioni di APP, molte delle quali semplici zombie o incapaci di soddisfare bisogni reali.
Molti sviluppatori si rivolgeranno alle nuove tecnologie indossabili ma presteranno molta attenzione a non replicare gli errori fatti con il tablet a causa dell’entusiasmo da esso generato. E soprattutto non crederanno ciecamente nelle promesse di guadagno associate alla pubblicità Mobile e ai suoi nuovi meccanismi e modelli di monetizzazione.
Molti di coloro che arricchiscono la rete di racconti e narrazioni e che, anche grazie a smartphone e tablet, si sono ritagliati uno spazio di redattori o produttori di contenuti, sono consapevoli che questo è un momento di passaggio. Possono cambiare approccio e argomenti trattati ma parlare di servizi è più complicato e più noioso, soprattutto se i servizi offerti sono gli stessi e interessano tutti gli utenti allo stesso modo. Difficile pensare che un possessore di un iPhone abbia bisogno di servizi diversi da quelli del possessore di un dispositivo Android. Non rimane che prestare attenzione alle sfide competitive in atto tra produttori e animare l’una o l’altra parte nella competizione del momento. Nulla di particolarmente interessante se le notizie finiscono per essere quelle delle perdite sul campo che portano a riorganizzazioni e cambi di strategia (Microsoft ha confermato i 2000+ licenziamenti di dipendenti ex-Nokia, Lenovo e Xiaomi le loro ristrutturazioni).
Se si ferma il mercato tecnologico è un bel problema, soprattutto nella situazione incerta e di potenziale nuova crisi che si è aperta con il crollo delle borse cinesi. In realtà quello che sta succedendo più che un sintomo potrebbe essere visto (vedi l’articolo di Paul Krugman su la Repubblica del 25 agosto 2015) come una conseguenza del fatto che anche la tecnologia non è stata in grado di mantenere le sue promesse per un progresso economico più forte e duraturo.
In questo scenario in movimento e che mostra tutta la complessità e criticità del sistema mondo provare a prevedere scenari diversi o positivi diventa estremamente complicato.
Il problema non è quanti iPhone 6 venderà Apple e se riuscirà a mantenere gli stessi livelli di vendite in Cina. Il vero problema è cosa deve succedere o emergere di così eccitante e ‘disruptive’ da creare nuove discontinuità e rimettere in moto il mercato tecnologico con la stessa spinta manifestatasi con il boom del tablet, dello smartphone e delle APP.
Più che fare previsioni, le aziende e gli sviluppatori dovrebbero rivedere le loro proposizioni e puntare su strategie miste in modo da salvaguardarsi dalla scomparsa di protagonisti importanti del mercato tecnologico, dal mutamento rapido dei gusti dei consumatori, e dall’emergere di nuove soluzioni killer capaci di dare forma a nuovi paradigmi e attivare nuovi fenomeni consumistici, sociali e di mercato.
Se queste soluzioni killer emergessero ripartirebbe forse, rigenerandosi, anche la narrazione online!