Chi è nel trip lisergico dell’intelligenza artificiale sente sulla propria pelle le contraddizioni tra la sua vita “virtuale” e quella “reale”, ma sposa la prima senza se e senza ma, confortato dalle mille narrazioni che lo motivano a farlo. In questo modo, privato dalle grandi narrazioni del passato che suggerivano la ricerca dell’utopia e della verità, finisce per confondere la simulazione con la realtà, i suoi oggetti formati da bit con quelli reali fatti di atomi e molecole, la declamata smaterializzazione digitale con la reale pesantezza della realtà tecnologica, la falsa verità narrativa con la verità dei fatti, la macchina con l’umano.
BUON NATALE 2016 DA SOLOTABLET
La confusione, che è grande e diffusa, è complicata dalla mancanza di distacco (auto)ironico e dalla incapacità a deoggettivizzare la realtà virtuale nella sua pretesa di oggettività. L’offuscamento confusionale è grande, perché grande è il numero di individui che hanno smesso di ragionare con la loro testa. Un problema questo, in un’era nella quale prevale la pancia, la reazione binaria e irriflessa, l’attaccamento a un leader, il cui corpo è diventato politico, trasformandosi in oggetto del desiderio. Un desiderio che alimenta populismo e demagogia, false verità e drammatizzazione costante della realtà, spesso portata avanti da semplici attori e attrici (alcuni anche influencer) il cui compito è di far perdere ogni cognizione del confine che separa la realtà dalla finzione, la scienza dalla magia e dalla superstizione, i bisogni reali dal consumismo praticato per soddisfarli.
Ecco che così la vita, sia essa reale o virtuale, si trasforma in sogno, forse anche in incubo, incubatrice di distopie future prossime venture. Dentro mondi simulati, ormai dati per certi da moltitudini, viene meno l’esperienza del corpo e dei sensi, ma soprattutto viene meno la riflessione critica sul reale per valutare cosa è reale e cosa non lo è, svanisce ogni tentativo di agire sulla realtà per cambiare ciò che non va o non è giusto, per trasformarla cambiandola. Cosa che non si può fare dentro uno dei tanti metaversi da noi oggi abitati, tanti mondi simulati nei quali è impossibile agire per cambiare la realtà fuori di essi, che è poi la realtà che conta.
Il primo passo da compiere, per chi ha preso consapevolezza delle differenze tra le due realtà, virtuale e fattuale, è di impegnarsi a falsificare le narrazioni della prima, a cercare giustizia e verità, sapendo che, in una realtà dominata da informazioni, opinioni e false verità, l’unica verità che conta e che si impone è quella del più forte. Difendere la realtà, farsi carico della ricerca della verità è oggi il solo modo per intervenire sulla realtà cambiandola, a favore di tutti, soprattutto dei più deboli.