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𝕋𝔼ℂ𝕆ℕ𝕆𝕃𝕆𝔾𝕀𝔸: 𝕄𝔸 𝔻𝕀 ℂ𝕆𝕊𝔸 ℙ𝔸ℝ𝕃𝕀𝔸𝕄𝕆?

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29 Agosto 2021 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Una riflessione/provocazione pubblicata sulla piattaforma di professional networking di LInkedin. Una provocazione rivolta in particolare a filosofi, consulenti filosofici e psicologi impegnati, nelle loro attività professionali, con aziende che stanno vivendo e/o implementando la trasformazione digitale.

In questi giorni sono in libreria due interessanti libri: 1) ZERO UNO – Donne digitali e tecnocultura di Sadie Plant, , 2) LA SINGOLARITA’ DEL VIVENTE di M. Benasayag. Acquistati e non ancora letti, sfogliati qua e là e già trovati interessanti, con preferenze al secondo per la lunga convivenza da lettore con il suo autore. Consiglio l’acquisto di entrambi, lo rifarò dopo averli letti.

Nel frattempo vorrei fare due provocazioni a quanti su #Linkedin parlano di tecnologia, nella sua declinazione funzionale e utilitaristica più che filosofica e (onto)cosmologica.

La prima è sul disciplinamento che la #TECNOLOGIA, nella fase di evoluzione attuale, in chiave sino-americana (Silicon Valley), sta determinando. Un #disciplinamento che nasce dal potere dei padroni americani delle #piattaformedigitali (GAFAM) con la loro filosofia liberista da una parte, e dalla volontà autoritaria e statalista della Cina dall’altra. Due poteri in competizione ma fraternamente impegnati nella #profilazione dei “cittadini” della Rete, nella costruzione di BigData, nella sorveglianza, nella privatizzazione di ogni spazio pubblico e nella celebrazione (storytelling) delle libertà individuali (narcisistiche ed egoistiche), nella #digitalizzazione di ogni cosa, compreso i corpi, nella costruzione di #intelligenzeartificiali capaci di superare ogni limite, compreso quello umano. Temi caldi, attuali e rilevanti sui quali il dibattito in Rete e su questa piattaforma in particolare coinvolge un numero limitato di persone. E gli altri? Possibile che siano solo interessati agli aspetti funzionali, pratici, produttivi e ludici degli strumenti che usano?

La seconda #provocazione è sulla pretesa degli algoritmi di trasformare la vita in semplice esperienza digitale, disincarnata, ridotta essa stessa a algoritmo. Sugli algoritmi e il loro potere gli scritti (post, ecc.) sono innumerevoli. Pochi sembrano però andare alla radice del problema: cosa stiamo perdendo come esseri umani nell’affidarci sempre di più a essi.

Possibile che si parli di più della #Singolarità delle macchine di quanto non si parli della Singolarità dell’essere umano (del vivente)?
Possibile che si possa accettare di essere trasformati in tanti piccoli tasselli LEGO (profili digitali) dematerializzati, misurabili, adattabili e controllabili (segui le istruzioni…)?
Possibile che non si organizzi il #pensiero per combattere alienazioni, psicosi e nevrosi correnti collegate all’uso della tecnologia nella vita di tutti i giorni per tornare a focalizzarci sulla vita, sulla nostra vita di essere umani incarnati?

Per farlo, come dice il filosofo, serve:
- coltivare il disincanto emergente
- ritornare a pensare al destino comune degli umani sulla terra
#consapevolezza e #responsabilità
- ritornare a essere soggetti attivi, non più semplici oggetti, dati in pasto a motori di ricerca e algoritmi.

Il tutto usando e giocando tranquillamente con la tecnologia!

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