Tabulario /

UOMINI E TOPI

UOMINI E TOPI

29 Novembre 2021 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
share
Credo che ognuno nella sua vita di lettore abbia incontrato alcuni libri dei quali non è più riuscito a liberarsi. Da lettore forte io ne ho parecchi ma alcuni hanno una valenza maggiore di altri. Uno su tutti è MASSA E POTERE di Elias Canetti, poi c’è la SOCIETA’ DELLA MENTE di Marvin Minsky e recentemente alla lista ho aggiunto SUPERFICI ED ESSENZE di Douglas Hofstadter.

Massa e potere viene oggi citato pochissimo ma è utilissimo per comprendere molti fenomeni che caratterizzano la vita social dei nostri giorni. Solo che si preferisce ricorrere a lenti interpretative degli influencer moderni. Il libro di Minsky, che ho letto nel 1989, è utile per capire quanta strada abbia fatto l’evoluzione delle macchine e quanto fosse intrigante la domanda che l’autore poneva all’inizio del suo libro: “Le persone sono macchine?”. Alla domanda seguivano alcune considerazioni interessanti (anni 80): 1] la parola macchina è superata e non abbiamo alcuna idea di ciò che le macchine potrebbero diventare, 2] le macchine negli anni 40 erano fatte di poche migliaia di parti, quelle degli anni 80 milioni, il cervello di miliardi di cellule, 3] le IA dispongono già di miliardi di parti eppure continuiamo a descrivere la realtà delle macchine con parole vecchie, macchina è una parola insufficiente. 

Il testo più recente di Hofstadter è un viaggio eccitante dentro le categorie della mente, tra concetti, analogie e parole. Un testo intrigante perché offre una risposta negativa alla domanda di Misky e al tempo stesso lascia intravedere risposte diverse a cui proprio il testo di Hofstadter offre alcuni spunti di investigazione ed evoluzioni tecnologiche future interessanti verso una macchina transumana. 

Per chi ama riflettere sulla tecnologia un capitoletto a pagina 271 del libro regala alcune interessanti sollecitazioni. Si parla di come noi comunichiamo con i computer. All’inizio degli anni 80 (per chi se lo ricorda) al computer si comunicava con semplici comandi imperativi. L’uomo ordinava e il computer eseguiva. Poi le cose sono cambiate, la tecnologia si è evoluta, noi usiamo i dispositivi soprattutto per scrivere e nel frattempo è arrivato anche il mouse. Tutto questo dice Hofstadter ha prodotto un salto mentale. 

Il mouse è una protesi biologica, ma mentre i nostri arti ci permettono di agire su oggetti fisici, il mouse ci porta dentro mondi virtuali, immateriali. Una rivoluzione tecnologica, soprattutto mentale. Siamo passati dal non poter vedere l’invisibile e toccare l’intangibile a muovere, aprire, chiudere e disfarci di oggetti intangibili. È venuto meno lo iato tra materiale e immateriale, “tra il mondo fisico che percepiamo e tocchiamo e il mondo della mente, tra ciò che è reale e ciò che è imaginario, tra concreto e astratto, tra materia e forma, tra tangibile e intangibile”. 

In questi anni molti hanno trovato una risposta alla domanda di Minsky, Kurzweil sopra tutti: trasformandoci in macchine diventeremo immortali. Io preferisco continuare a riflettere sulle rivoluzioni mentali che forse ci stanno impedendo di comprendere che noi macchine non siamo.

 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database


Disruptive Innovation

Management Consulting

Vai al profilo

Cosmobile Srl

Sviluppiamo applicazioni native per dispositivi mobili, in particolare smartphone e...

Vai al profilo

Move On

Film al cinema è un applicazione sviluppata da Move On (www.moveon.it) azienda...

Vai al profilo

Paolo Conte

Sviluppo professionalmente applicazioni Android per terzi o di mia iniziativa. Da...

Vai al profilo