Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Tecnocyberottimisti
Paragonabili ai tecnottimisti, ma con alcune differenze, per la loro maggiore attenzione al mondo digitale, ai media e al ruolo della tecnologia nella società. I Cyberottimisti pensano che Internet giochi un ruolo positivo nella battaglia alla povertà nei paesi in via di sviluppo e che l’innovazione tecnologica, unitamente ai mercati e a interventi statali e pubblici, possa ridurre il digital divide ancora esistente. Secondo i cyberottimisti le nuove tecnologie favoriranno una maggiore partecipazione alla vita democratica grazie ad Internet, una più vasta interazione e collaborazione tra persone e comunità in giro per il mondo, una più facile e veloce comunicazione.
Tecnosportivi, tecnogiocatori e tecnoginnici
La cultura dei cyberottimisti si basa su alcune certezze derivate dal ruolo delle nuove tecnologie nella partecipazione, nella personalizzazione, nella creazione del villaggio globale, nella diversità e eterogeneità, nell’auto-realizzazione, nell’empowerment, nella comunicazione, nell’istruzione, nell’abbondanza di informazione ma anche nella maggiore libertà, collaborazione di massa, creatività e modelli di business.
I cyberottimisti esagerano spesso i benefici dell'intelligenza collettiva, della collaborazione digitale e dei modelli imprenditoriali della Rete. Per loro i quotidiani come la Repubblica o il New York Times potrebbero avere una redazione di soli blogger volontari e giornalisti amatoriali, i videogiochi potrebbero diventare open source. La Coda Lunga di Anderson è il modello economico di riferimento. Coloro che difendono i media tradizionali sono impossibilitati a comprendere la rivoluzione tecnologica. Le loro preoccupazioni sui potenziali effetti negativi della tecnologia sono per i cyberottimisti semplici manie che non meritano alcuna considerazione. Sfugge loro la necessità di contestualizzare ogni tipo di progresso tecnologico e la dimensione etica, morale e culturale dello stesso. Per i cyberottimisti, anche per quelli più tecnofanatici, le ragioni per essere ottimisti sulla tenologia come forza capace di dare forma alle nostre vite, alla nostra cultura, economia e società, sono maggiori di quelle che suggeriscono il pessimismo. E questo basta e avanza per giustificare i loro comportamenti e le loro visioni del mondo.
I cyberottimisti si distinguono dai tecnopragmatici perché non prendono in considerazione in modo pragmatico gli effetti potenzialmente negativi della tecnologia e non ritengono meritevoli di riflessione i punti di vista dei tecnopessimisti e dei tecnocatastrofisti.