80 Identikit digitali

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Tecnofeticisti 

Il feticismo può essere definito come l'abitudine umana di assegnare a entità e oggetti, reali o semplicemente immaginati, un potere magico, misterioso e capace di dare forma al mondo in modi distintivi e unici. Il feticismo tecnologico nasce da prodotti reali e non immaginari, da prodotti che abitano la nostra vita di tutti i giorni e le danno forma e significato. E' feticismo perchè all'oggetto tecnologico è associato un potere che non ha (ad esempio il potere di risolvere problemi sociali, i social network come rimedio alla solitudine, ecc.) e perchè viviamo la nostra relazione con esso in modo cieco e contestaulizzato in un'era capistalistica che da sempre ha trasformato la produzione materiale e la tecnologia in feticcio per la sua capacità di generare profitto e trasformare il mondo. Oggi tecnofeticisti lo sono un po' tutti i consumatori, ammaliati e irretiti da feticci tecnologici sotto forma di pubblicità manipolatorie e sofisticate, e di mille altre forme di persiasione, finalizzate a creare iconografie di prodotti, narrazioni di marchi e comunicazioni personalizzate 

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8o Identikit digitali

Il termine tecnofeticismo è stato usato da Derrick de Kerckove per descrivere fenomeni narcisistici conseguenti all'interioririzzazione piena e completa delle nuove tecnologie. Queste tecnologie sono diventate da tempo una componente integrante della psicologia di persone portate a cercare costantemente la versione più aggiornata del prodotto tecnologico disponibile. Un comportamento ben evidenziato da fenomeni come quello delle code di fronte ai punti vendita Apple per entrare in possesso del nuovo modello di iPhone o del cambio auto frequente per poter sperimentare nuove ebbrezze tecnologiche e prestazionali su strada. 

Il tecnofeticismo è una manifestazione psicotecnologica di menti fortemente influenzate e alfabetizzate dalla tecnologia e inserite in contesti sociali a loro volta altamente condizionati tecnologicamente. L'influsso della tecnologia sui tecnofeticisti è tale da creare dipendenza da prodotti tecnologici, vissuti come gadget capaci di sorprendere, una dipendenza che causa estraniazione e perdita del senso del sè. Quando le tecnologie di consumo entrano a far parte della vita quotidiana dei consumatori possono produrre una sorta di ossessione feticistica che porta alla ricerca ossessiva (compulsiva in termini di acquisti) di strumenti tecnologici dotati di poteri superiori all'uso che se ne può fare. L'ossessione spinge ad acquisire sempre nuovi gadget o versioni aggiornate di quelli esistenti per estendere le capacità e le potenzialità del corpo umano, in un rapporto feticistico con gli oggetti acquistati. 

Per usare la terminologia di Marshall McLuhan, i tecnofeticisti sono affetti da narcosi di Narciso. Una 'patologia' causata dall'assuefazione alla velocità dei sistemi tecnologici e delle macchine che crea sofferenza ogni qualvolta essa viene meno generando insofferenza e stress prestazionale. Una situazione che i tecnnofeticisti sperimentano ogni qualvolta la ripartenza di un dispositivo mobile o di un computer impiega più del dovuto o una pagina web non è caricata in tempo reale. Il calo prestazionale è preso come segnale per passare a una versione aggiornata dello stesso gadget tecnologico, alla ricerca spasmodica di maggiori prestazioni e funzionalità. A motivare un nuovo acquisto non sono funzionalità capaci di soddisfare nuovi bisogni o apermettere nuovi ambiti di applicazione ma il semplice possesso, fine a se stesso, della migliore tecnologia disponibile. 

Per il tecnofeticista l'oggetto tecnologico trascende il suo status di strumento e la sua funzione o destinazione di scopo per trasformarsi in feticcio. Diventa così generatore di uno stile di vita e di uno status sociale e portatore di nuove esperienze virtuali nelle quali la mente del tecnofeticista può rinchiudersi e autocelebrarsi, in una narcosi narcisistica e psicotecnologica. Le modificazioni psicologiche che si producono nell'individuo tecnofeticista possono causare numerosi effetti negativi come la perdita di relazioni sociali e interpersonali, il cambio frequente di umore e l'esperienza di uno stato di insoddisfazione prolungata, l'alterazione del vissuto temporale, cambiamenti di tipo cognitivo. Il tecnofeticista rischia di costruirsi un mondo virtuale nel quale l'oggetto tecnologico, eretto a feticcio, diventa più importante della realtà nella quale è inserito. Il ricorso compulsivo di molti ragazzi e nativi digitali descrive bene i comportamenti di fetiscimo tecnologico diffuso e vissuto come mondo chiuso e parallelo a quello reale. Dentro ci sono l'amore e il legame stretto con l'oggetto tecnologico, fuori genitori e fratelli con cui è codivisa una tavola da pranzo o amici con cui si sta condividendeo una esperienza ludica. Due mondi diversi, con linguaggi loro propri e non comunicanti. 

Sono oggi tecnofeticisti anche i numerosi insegnanti che hanno deciso di cavalcare l'onda delle nuove tecnologie, introducendo nelle loro classi libri di testo digitali e altre tecnologie didattiche virtuali e acquistando nuove apparecchiature come i tablet. Lo sono perchè evidenziano un amore spropositato verso la tecnologia, in molti casi solo per il tablet, che mette in secondo piano il problema vero della didattica, i processi di apprendimento legati alle nuove tecnologie. Diventati tecnofili, tecnoentusiasti e tecnofeticisti hanno dimenticato il ruolo dell'insegnante nella trasmissione dell'amore per il sapere e che non è sufficiente avere un tablet per ogni banco per fornire agli studenti vere opportunità di crescita e futuro inserimento nella società. Per citare il rapporto del Censis sull'educazione: "il divide non si abbatte con il device". 

Sono infine tecnofeticisti anche molti tecnorivoluzionari e alternativi che alimentano le iniziative di Anonymous o anarchicghe libertarie. Lo sono quando guardano alla Rete come l'alfa e l'omega dell'evoluzione capitalistica attuale e lo spazio dove si devono combattere e vincere tutte le battaglie.

 

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