Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
C’è cambiamento e cambiamento
Tutti parlano di cambiamento. Il concetto è spesso manipolato e abusato, delimitato a ambiti specifici che impediscono di cogliere i cambiamenti a essi esterni, la loro impercettibilità e la loro profondità.
I cambiamenti sono intrinseci a ogni sistema complesso, possono essere graduali, impercettibili. Si può cercare di capirli, anticiparli, progettarli. Se non si riesce a adattarvici, si finisce per subirli. Il cambiamento accade. Le trasformazioni sono rapide, accelerate, imprevedibili, pervasive, co-evolutive, interconnesse e in ambiti diversi, ma non sempre ne siamo consapevoli.
Stare a casa non è sufficiente
Il cambiamento è ambiguo in natura. Cosa succede se non si percepisce, se non si lascia interpretare, se è solo oggetto di narrazione retorica, se lo esaminiamo solo a fini strumentali, se non se ne coglie la profondità? Si perde di vista il carattere strutturale delle trasformazioni in atto, la capacità di cambiare destini e orizzonti di una specie intera.
Si parla di convergenza, collaborazione, socialità, automazione e sharing economy ma emergono divergenza, divisione, solitudine, disuguaglianze e precarietà.
La realtà è che non capiamo ciò che sta succedendo[1] perché è qualcosa di completamente nuovo. Nella società, nella testa delle persone e in quella dei loro attuali (mis)leader.
[1] Questo testo è stato scritto prima della pandemia del Coronavirus