Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Ricerca, amicizia, riconoscimento, connessione
La ricerca era un tempo sinonimo d'esplorazione, di viaggi geografici e interiori, di rivelazioni, avventure, meditazione, scoperta di sé, apertura al rischio, fibrillazione intellettuale ed emotiva. Oggi è un’abitudine regalata a Google Search che ci dà risposte costruite ad arte, sulla base del profilo che di noi si sono fatti gli algoritmi delle tecnologie che utilizziamo, usate per condizionare comportamenti, vendere dati e inserzioni, alimentare i consumi, diffondere la sorveglianza e il controllo.
Stare a casa non è sufficiente
C’era una volta l’amicizia, esperienza emozionante e misteriosa, fatta di complicità e incanto, di incontri faccia a faccia, capacità empatica di alzare gli occhi e farsi emozionare da quelli di un altro/a. Oggi l’amicizia è virtuale, declinata in un MiPiace, un emoji, un cinguettio o un WhatsApp.
Tempo fa riconoscersi significava scoprire sé stessi attraverso la relazione con l’altro. Un percorso capace di produrre serenità e familiarità. Oggi il riconoscimento è quello facciale, prodotto da (video)telecamere che ci seguono negli angoli più remoti della nostra esistenza.
Un tempo connettersi significava costruire reti di reciprocità, empatiche, ricche di informazione, comunicazione e conversazioni. Oggi sempre connessi, si è dentro relazioni utilitaristiche che ci impediscono relazioni reali e la felicità, ci fanno sentire soli, indeboliscono la fiducia, fanno crescere ansia e paura.