Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Complici dello stato d’eccezione
Senza il rumore generato dai media, lo storytelling del coronavirus avrebbe avuto effetti diversi su moltitudini di persone indebolite dall’immiserimento del pensiero razionale, dall’uso perverso e superficiale della comunicazione. Il rumore è stato amplificato da scelte politiche che hanno permesso ai media di continuare indisturbati a alimentarlo, creando impazienza, disinformazione e incertezza.
Il giorno seguente non morì nessuno
Pochi hanno tentato letture politiche degli eventi. Chi lo ha fatto è stato usato da teorici di complotti vari, loro stessi ignari che la Politica va ben oltre la loro superficiale analisi complottarda. Come dice Giorgio Agamben[1]: "lo stato di eccezione tende sempre più a presentarsi come il paradigma di governo dominante della politica contemporanea".
Il dopo-coronavirus non sarà più quello di prima. Paura, panico, incertezza e insicurezza sono un banco di prova per la macchina politica attuale. La creazione di uno stato di emergenza permanente serve a mantenere lo status quo, a imporre modelli autoritari, a diffondere paura e ulteriore insicurezza.
L’effetto sarà una limitazione delle libertà individuali, che verrà per un bisogno di sicurezza generato dagli stessi governi che poi intervengono per soddisfarlo.
E tutto sta avvenendo con la complicità di molti.
[1] Giorgio Agamben è stato docente di Filosofia teoretica all’Università di Venezia, ha diretto il Collège International de Philosophie di Parigi e in e ha pubblicato un'ampia opera tradotta in tutto il mondo.