Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Ci siamo mangiati il futuro
Dal 2012 in Italia ci sono stati centinaia di suicidi per motivi economici. Triste testimonianza di un’epoca raccontata felice ma caratterizzata da malessere diffuso, problemi di lavoro, difficoltà esistenziali e paura del futuro. Tanti vissuti che generano incertezza, ansia e malattie psichiche. Vissuti che dovrebbero spronare alla ricerca di futuri migliori, in realtà la inibiscono.
La percezione è che non esistano alternative alla realtà corrente, vissuta come presente continuo fatto di avvenimenti senza avvenire. Un sentire che paralizza il pensiero del futuro e di possibili utopie, capaci di agire sul presente modificandolo.
Algoritmi Flâneur
Il futuro, un tempo oggetto di riflessioni filosofiche, oggi è argomento di chiacchiere, opinioni da talk show e grandi fratelli, confessioni pubbliche e narrazioni online. Un modo per stare insieme in solitudine, fare massa per condividere un destino, segnato dalla tecnologia e dalla tecnocrazia.
La tecnoscienza macina visioni future, i tecnocapitalisti agiscono per realizzarle, i più non riescono nemmeno a rappresentarsi il futuro immediato che sanno segnato dalla diseguaglianza. Meglio non proiettarvi alcuna illusione.
Senza futuro si rincorre il piacere e l’edonismo, si pratica il cinismo e l’impotenza riflessiva. Unico futuro possibile, anzi certo, è la morte. Nonostante sperimentazioni di realtà virtuale create per rinviarla.