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Assistenti personali: maggiordomi intelligenti, servizievoli, sempre più umanizzati e di genere femminile

Assistenti personali: maggiordomi intelligenti, servizievoli, sempre più umanizzati e di genere femminile

26 Maggio 2016 Redazione SoloTablet
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Dopo assistenti personali sempre più simili a maggiordomi come Echo di Amazon e Home di Google anche Apple starebbe pensando all’introduzione di una versione fisica di Siri. Amazon ha dotato Echo di Alexa come se avesse deciso di puntare ad assistenti personali che vanno oltre la semplice interazione vocale per assumere ruoli sempre più umanizzati. Siri, Cortana, Watson, Alexa, Facebook M e Viv per ora sono semplici nomi associati a dispositivi, domani potrebbero essere entità con cui ci relazioniamo come con esseri umani.

Quando attivano gli assistenti personali dei loro dispositivi gli utenti non sanno che stanno impegnandosi in nuove forme di relazioni che possono avere evoluzioni imprevedibili, come quelle ben descritte dal film Her del 2014. Il film descriveva un futuro non troppo lontano nel quale i computer, dotati di intelligenza artificiale e in grado perfino di apprendere ed elaborare emozioni, hanno raggiunto un ruolo determinante nel condizionare il rapporto e l’interazione uomo-macchina.

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Nel film il protagonista Theodore, uomo solo, divorziato e introverso, è in costante contatto con il suo computer tramite auricolari, comandi vocali e dispositivi video tascabili ma la sua relazione con la tecnologia e la sua vita viene travolta dall’acquisto di un nuovo dispositivo dotato di intelligenza artificiale e dall’arrivo nella sua vita di Samantha, una intelligenza artificiale così dotata e ‘umana’ da favorire la nascita di un legame con Theodore che va oltre il rapporto con una macchina. I due, lui umano e lei no, parlano di amore e del senso della vita, si scambiano confidenza, apprendono l’uno dall’altra e viceversa, sviluppano relazioni psicologiche e sperimentano sensazioni sempre più complesse che portano a una relazione profonda, intima, d’amore. Un amore assimilabile al sesso vissuto al telefono o allo schermo di un computer perché Samantha non ha corpo e vive solo nella fantasia di Theodeore che si alimenta dalla sua situazione di single e divorziato. Fino a quando Samantha non lo convince a trasferire il suo amore per lei in Isabella, una persona in carne, sesso e ossa con cui Theodore potrà avere un rapporto sessuale fisico. Il legame con la Samantha artificiale è però più forte, almeno fino a quando Theodore non scopre che lei non è una sua esclusiva ma interagisce e  comunica con  altri 8316 individui ed è legata affettivamente a 641 di loro.

Samantha è solo frutto della fantasia di un regista che ha realizzato un film di successo ma è forse anche la prima di una generazione di entità artificiali che già oggi può abbracciare Alexa, Siri, Cortana, Viv, Club e molti altri. Sono entità a cui i loro produttori hanno già assegnato un nome umano che le umanizza e contribuisce a dare loro una personalità e una storia. Il nome è lo stesso per tutti coloro che interagiscono con queste entità nel loro ruolo di assistenti personali (al femminile) o di maggiordomo (al maschile), domani potrebbe essere lasciato come una scelta da configurare all’utente del dispositivo.

Alcuni produttori hanno però già fatto un passo oltre la semplice assegnazione del nome. Società come Amazon, Google, e a seguire molte altre, hanno già deciso di dare ai loro assistenti personali anche un corpo. Per ora nella forma di oggetti più simili a soprammobili che a macchine parlanti, domani forse anche con un corpo fisico, simile a quello di un essere umano.

Oggi Alexa, Siri, Google Now o Cortana possono svegliare i loro utilizzatori con voci suadenti e personalizzate. Echo e Home lo possono fare usando le voci di Alexa o Allo (la nuova APP per Google Home) ma aspirano a ben altro, a diventare veri e propri maggiordomi capaci di muoversi per casa diventando, per le loro funzionalità e capacità entità indispensabili non solo nell’eseguire attività ma anche nella relazione con i loro interlocutori umani.

La voce degli assistenti personali che esce dai dispositivi tecnologici è oggi una specie di genio della lampada con cui è possibile intavolare conversazioni amichevoli e interagire. Un genio che vive in dispositivi diversi rimanendo se stesso e che segue l’utente in ogni luogo interagendo con lui dallo smartphone, dal dispositivo Echo o Home o dal sistema digitale dell’automobile.

L’ubiquità degli assistenti personali attuali sembra un impedimento alla loro umanizzazione corporea. Cosa direbbe lei o lui vedendo il partner costantemente seguito e in compagnia di una Samantha umanizzata o di un maggiordomo artificiale con il corpo di uno reale? E’ però una strada già percorsa da tutti i grandi protagonisti del mercato tecnologico e da una miriade di startup che sta lavorando alla realizzazione di robot e macchine intelligenti dotate di un corpo ma soprattutto di molta intelligenza artificiale e anche di capacità emotive.

Un aspetto non secondario degli assistenti personali in fase di grande evoluzione non è il nome con cui sono identificati o l’entità corporea usata per umanizzarli/personificarli, bensì il fatto che si trovano ad avere anche un cognome. Alexa di cognome fa Amazon, Home ha un cognome importante come Google, la genealogia di Siri porta a Apple e quella di Cortana a Microsoft.

Questi cognomi sono realtà importanti che non si distaccheranno mai dai loro assistenti personali, anche nel caso in cui fossero completamente personalizzabili anche nel nome.  La relazione con le novelle Samantha del futuro non sarebbero legami con una Lei singolare e unica ma con una Marca, con tutto ciò che comporta in termini di scambio, coinvolgimenti, dialogo ma anche di equivocità, conflittualità e difesa della propria identità.

Che il cognome degli assistenti personali siano più importanti dei loro nomi lo si evince dalla scelta di un nome femminile che lascia prefigurare possibili assistenti fisici futuri dal corpo e sesso femminile. Alexa, Cortana sono nomi femminili ma lo è quasi sicuramente anche Siri che, come gli altri, ha una voce femminile. Per alcuni la scelta è legata al maschilismo che ancora caratterizza buona parte dell’industria tecnologica o al fatto che nella vita reale la maggioranza degli assistenti personali sono persone di genere femminile che svolgono il ruolo di segretarie. La scelta in realtà è più profonda e legata alla storia dell’evoluzione della specie umana e all’antropologia.

Facile prevedere un futuro popolato da assistenti personali dalla voce suadente e corpi attraenti perché di genere femminile ma cosa succederà in un futuro più lontano quando ad avere bisogno di assistenti saranno Siri, Cortana, Allo, Alexa, Viv, ecc.? Si rivolgeranno alla specie umana, prediligendo il genere femminile o creeranno altre macchine intelligenti capaci di servirli?

 

 

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