La negatività nasce dal fatto che queste applicazioni tecnologiche, per il modo con cui sono utilizzate, possono esacerbare percezioni negative già esistenti sul proprio corpo e sulla propria immagine di bambini e adolescenti ancora in fase di ricerca di una loro sicurezza e stabilità emotiva e mentale. Possono sfociare in comportamenti di bullismo, creare situazioni ansiogene che impediscono di dormire, dare origine a forme di depressione e solitudine (isolamento) che sembrano reclamare maggiore attenzione e interventi concreti da parte di istituzioni, insegnanti, politici, medici, genitori e adulti in generale. In particolare per comprendere ed evitare fenomeni come il sexting, il cyberbullismo, le dipendenze tecnologiche che possono sfociare anche in atti di autolesionismo e di suicidio o alimentare il fenomeno degli hikikomori.
La filosofia deve assumersi la responsabilità di far riflettere sulla tecnologia
E' significativo che tra le applicazioni considerate da alcuni più pericolose ci siano Instagram e Snapchat, applicazioni visuali basate sulla comunicazione e condivisione di immagini. Contenuti che sembrano governare e condizionare più di altri sentimenti, emozioni provocando reazioni di ansietà e inadeguatezza e generando effetti sul sonno, sull'autostima, su comportamenti di bullismo e sulle paure individuali.
Non tutti gli psicologi e gli psichiatri condividono una visione negativa su strumenti tecnologici che possono certamente provocare sentimenti alienati e di infelicità ma offrono anche grandi opportunità e benefici reali. Il problema non è tanto negli strumenti tecnologici quanto nell'inadeguatezza o pigrizia di molti genitori e adulti nel formare e istruire le nuove generazioni a un uso critico e consapevole delle tecnologie. Una maggiore conoscenza sui media sociali e sui loro potenziali abusi da parte di bambini e adolescenti potrebbe aiutarli a un uso diverso e a essere preparati per le evoluzioni tecnologiche prossime venture. Il problema che molti si pongono oggi è di cancellare contenuti inadeguati o violenti o di renderli invisibili. Ciò che servirebbe invece è l'educazione dei giovani a una migliore conoscenza dei mezzi tecnologici e dei rischi a essi associati e ad apprendere modalità intelligenti per gestirli.
Su questi temi numerosi sono le indagini e i paper scientifici così come i libri e gli e-book. Un e-book che può essere menzionato è quello di Carlo Mazzucchelli, Genitori tecnovigili per ragazzi tecnorapidi, pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.