Le indagini di mercato su stili di vita e comportamenti pubblici non evidenziano tra i tecnoincivili molte rappresentanti del gentil sesso. Gli uomini al contrario si comportano in modo incivile nel 49% dei casi. Frequentemente lo fanno in ambito lavorativo, noncuranti del fastidio che l'uso di uno smartphone o tablet provoca in colleghi (il 66% non sopporta il dispositivo acceso e attiv in riunione, il 43% l'invio costante di messaggi e cinguettii) o partner e di quanto siano messe a rischio opportunità di vendita quando il disturbo è arrecato ad un potenziale cliente. Tecnoincivili sono anche coloro che lasciano squillare ad alto volume il loro smartphone in autobus o metropolitano, in spiaggia o in ascensore ma anche in camera da letto o in cucina quando il partner sta dormendo o cercando di realizzare una ricetta complicata.
I comportamenti dei tecnoincivili sono determinati da stupidità e incoscienza ma anche da grande cafonaggine e incapacità a rispettare le norme di una normale e civile convivenza. Cambiare questi comportamenti sembra facile ma la tecnodipendenza rende il cambiamento complicato. Facile impeganrsi a tenere spento il cellulare nei momenti intimi e le conversazioni, più difficile farlo in luoghi frequentati da persone che non si conoscono e più complicato ancora rinunaciare a frequentare i social network, diventati ormai realtà parallele vissute come reali.
Non tutti i tecnoincivili si assomigliano e non tutti sono irrecuperabili come i tecnostupidi incivili. Gli studi comportamentali hanno individuato alcune categorie che permettono di comprendere la gravità e il grado della loro inciviltà: tecnoincivili intossicati dalla frequentazione dei media sociali, incapaci di staccarsi dalla loro pagina Facebook e associate notifiche di stato e di interrompere un flusso di comunicazione digitale per attivare una conversazione nel mondo reale; tecnoincivili incalliti e seriali che sono sempre collegati al loro dispositivo mobile e continuano ad intergirvi in ogni momento e in ogni luogo; tecnoincivili che amano il volume audio elevato e parlano come se stessero urlando, spesso obbligati a farlo per avere perso parte della loro capcità uditiva a causa di un eccessivo utilizzo di iPod e stremaing musicali sparati a pieno volume nelle loro povere orecchie; tecnoincivili che sono incivili anche come persone e non si preoccupano di quanto possa essere fastidiosa la loro persistenza e perseveranza nell'invio di messaggini o cinguettii e di sollecitazioni per una risposta; tecnoincivili esibizionisti e edonisti che usano i loro contatti come liste di distribuzione e database marketing per inviti a eventi o rave party senza averbe avuto alcun permesso e senza alcun rispetto per la privacy altrui; tecnoincivili stipendiati che utilizzano i loro dispositivi tecnologici per promuovere, publicizzare e vendere oggetti e servizi delle aziende per cui stanno lavorando in quel momento; tecnoincivili adolescenti a cui i pigri e tecnoincoscienti e tecnoimpegnati genitori non hanno mai insegnato le buone maniere e che si esprimono con emoticons senza alcun rispetto per le codifiche sociali condivise; infine tecnoincivili inconsapevoli che usano la tecnologia per ascoltare, coltivare relazioni, esprimere carinerie a partner o amici perchè non saprebbero farlo nella vita reale.
I tecnoincivili rappresentano una razza in via di evoluzione e crescita rapida. E' composta da una popolazione giovane e adulta, prevalentemente maschile e poco propensa ad adottare comportamenti adeguati a ridurre il loro tasso di inciviltà tecnologica. Non rimane che definire e applicare norme restrittive e precise con l'obiettivo di imporre il galateo tecno-comportamentale adeguato ad ogni luogo nel quale la tecnologia è ammessa e potrebbe provocare reazioni di rigetto e di fastidio. Queste norme dovrebbero specificare i luoghi ma soprattutto elencare in dettaglio cosa fare con le varie tipologie di strumenti tecnologici e i loro usi possibili: Facebook, messaggistica, video, Twitter, Instagram, posta elettronica, blogging, ecc.