Giuseppe Longo, Il Simbionte. Prove di umanità futura - Editrice Mimesis 2003
Un essere umano (più donna che uomo) che porta sulla fronte il simbolo - mi pare, o forse invento - di una piastrina di silicio o la piastrina stessa impiantata:: dunque un simbionte, forse, che con la parte umana, specie con gli occhi (invisibili o meglio inaccessibili) e con l'inclinazione del capo, esprime una grande cieca tristezza, confermata e accentuata dalla lacrima che sgorga e cola lungo la gota, lungo il bellissimo naso greco:: gli (anzi le) manca la bocca e questa sua impossibilità di gridare il proprio dolore me la rende ancora più cara - sembra guardare in giù, ma gli inaccessibili occhi contemplano due panorami diversi, proibiti agli umani:: forse l'occhio destro, chiuso, vede un paesaggio di devastazione interiore, mentre il sinistro, appena abbozzato, contempla un paesaggio esterno di torri e cuspidi smaglianti attraverso il prisma caleidoscopico e multicolore di quella lacrima suprema.
"Un’articolata riflessione sulle mutazioni antropologiche, culturali, linguistiche indotte dalla pervasiva presenza della cibernetica nella vita quotidiana. Sempre più l’io singolare e collettivo è il prodotto di un processo simbiotico che ‘ridefinisce imperiosamente tutti i nostri concetti più importanti. Termini come libertà, democrazia, intelligenza, realtà, storia, tempo, memoria hanno oggi significati nuovi e talora irriconoscibili’. Ben oltre la paura verso cyborg e robot la questione ha a che fare, già adesso, eticamente e politicamente con i mutati standard di relazione ‘social’ e di interazione con la téchne." - Fabio Mercanti di Dedalus.it