Il libro Macchine per pensare di Francesco Varanini è pubbicato dall'editore Guerini e Assocciati.
Nel giro di mezzo secolo, lo scenario nel quale si muove l’uomo è radicalmente cambiato per via dell’avvento di macchine che ci siamo abituati a chiamare computer. Alla presenza pervasiva del computer nell’esperienza umana non corrisponde, tuttavia, la consapevolezza di cosa il computer sia e possa essere. L’informatica -figlia di un’unica tradizione filosofica, da Cartesio a Turing- ignora Freud, Wittgenstein, Heidegger, rimanendo campo d’azione di tecnici non sempre consapevoli della storia stessa della loro disciplina e delle conseguenze della loro azione. D’altro canto filosofi e scienziati, coloro ai quali deleghiamo la vasta comprensione della vita e dell’universo, privi per lo più di conoscenze tecniche, finiscono per disinteressarsi dell’informatica.
L’emergere, l’affermarsi e l’evolvere dell’informatica offrono l’occasione per guardare, da una prospettiva originale, la storia culturale e sociale del Ventesimo Secolo.
Attraverso la narrazione traspare la doppia natura del computing. L’iniziale progetto pretendeva di costruire una macchina destinata a supplire alla pochezza umana, imponendo controllo, regole, ordine, esattezza, in risposta a un’esigenza politica, drammaticamente incarnata nelle dittature degli Anni Venti e Trenta.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Un altro progetto, che cresce nel clima libertario degli Anni Sessanta, rovescia l’intento: la potenza della macchina può essere usata -ecco il personal computer- per sostenere l’uomo nel suo farsi carico della propria autonomia e nel suo assumersi responsabilità, affermando la libertà individuale.
Si può guardare a un avvenire dove Macchine-Dio pensano e governano il mondo al posto dell’uomo. Si può guardare ad un mondo futuro dove uomini e macchine finiscono per ibridarsi, fino a divenire un nuovo unico essere vivente.
Oppure si può -ed è questa l’ottica che l’autore propone- scegliere di continuare a osservare la scena dal punto di vista dell’uomo.
Macchine per pensare è un saggio, e allo stesso tempo un romanzo storico. E’ anche il primo di quattro volumi destinati a costituire, nell’insieme, un Trattato di Informatica Umanistica.
Francesco Varanini, ha lavorato come antropologo e poi come manager. Consulente e formatore e allo stesso tempo critico letterario, ha fondato periodici settimanali, ha lavorato nella Direzione del Personale, nel Marketing e nell’area Information & Communication Technology. Ha insegnato per undici anni come docente a contratto presso il primo corso universitario italiano in Informatica Umanistica. Per le nostre edizioni ha pubblicato tra l’altro Le parole del manager (2006), Contro il management (2010).
Il testo è il primo di quattro volumi con cui Fracesco Varanini andrà a comporre un suo trattato di informatica umanistica (una visione consistente nel nel considerare l’arte, la poesia, la letteratura, la filosofia -in genere il vasto campo della cultura umanistica- come fonte di ispirazione per immaginare e costruire macchine in grado di accompagnare l’uomo nel produrre conoscenza , un lavoro che lo dura da anni e che è servito a alimentare il suo blog Dieci chili di perle.
Il trattato prevede la pubblicazione di quattro opere:
- Volume 1: Macchine per pensare. L’informatica come prosecuzione della filosofia con altri mezzi
- Volume 2: Pitts, Bush, Nelson. Tre storie del computing
- Volume 3: Scrivere è cancellare. Letteratura e costruzione di conoscenza nel tempo della cultura digitale
- Volume 4: Nel giardino della conoscenza. Linneo, Goethe e le macchine possibili