Il libro di Heidegger La questione della tecnica è pubblicato in Italia da goWare nella collana Meme
“Il mondo si trasforma in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo”.
Così si esprimeva Martin Heidegger in una lezione del 1953. Il grande e controverso pensatore tedesco non è un tecnofobo come si tende, talvolta, a rappresentarlo.
La sua meditazione sulla tecnica non è una riflessione che può essere compresa nello schema tecnofobia vs. tecnofilia o tecnopessimisti vs. tecnottimisti.
Quella di Heidegger, infatti, non è una critica alla tecnica, piuttosto una critica della tecnica, in quanto questa, insieme all’arte al linguaggio, è una via del disvelamento dell’Essere. Come tale è una questione eminentemente metafisica. Proprio per questo l’essenza della tecnica non è per niente tecnica. Un’affermazione densa di conseguenze.
Torna finalmente disponibile, con un’approfondita introduzione di Federico Sollazzo, il più importante lavoro filosofico dedicato alla tecnologia, un testo ormai introvabile in lingua italiana.
Autore
Martin Heidegger (1889-1976), nato in una famiglia cattolica, insegna a Friburgo dove entra in contatto con Edmund Husserl. Nel 1927 pubblica la sua opera più importante, Essere e tempo, dedicata proprio a Husserl che, però, nel 1931 dichiara il proprio dissenso dalla filosofia heideggeriana. Nel 1929 Heidegger pubblica altre tre opere fondamentali: Kant e il problema della metafisica, L’essenza del fondamento e Che cos’è la metafisica? Nel 1933 diventa rettore dell’Università di Friburgo con un discorso di insediamento che ha fatto molto discutere, ma si dimette un anno dopo. Da questo momento conduce un’esistenza appartata. Si verifica così una svolta nella sua riflessione, di cui sono espressioni numerosi scritti come Sentieri interrotti, Hölderlin e l’essenza della poesia, Lettera sull’umanismo e Introduzione alla metafisica.