Il libro La società della trasparenza di Byung-Chul Han è pubblicato in Italia da Figure Nottetempo
Nessun’altra parola d’ordine oggi domina il discorso pubblico quanto il termine “trasparenza”. Essa è enfaticamente invocata soprattutto in riferimento alla libertà d’informazione.
L’onnipresente richiesta di trasparenza, che si radicalizza nella sua feticizzazione e totalizzazione, risale a un cambiamento di paradigma che non può essere circoscritto all’ambito della politica e dell’economia. La società della negatività cede, oggi, di fronte a una società nella quale la negatività è costantemente soppressa a vantaggio della positività.
Perciò, la società della trasparenza si manifesta in primo luogo come società del positivo. Le cose diventano trasparenti quando si liberano da ogni negatività, quando sono spianatee livellate, immesse senza opporre alcuna resistenza nei piatti flussi del capitale, della comunicazione e dell’informazione.
Le azioni diventano trasparenti quando si rendono operazionali, quando si sottopongono a un processo di misurazione, tassazione e controllo. Il tempo diventa trasparente, quando è ridotto alla successione di un presente disponibile. Cosí anche il futuro è positivizzato nel presente ottimizzato. Il tempo trasparente è un tempo senza destino e senza eventi.
Le immagini diventano trasparenti quando – liberate da ogni drammaturgia, da ogni coreografia e scenografia, da qualsia si profondità ermeneutica, in definitiva da ogni senso sono rese pornografiche.
La pornografia è il contatto immediato tra immagine e occhio. Le cose diventano trasparenti quando rinnegano la propria singolarità e si esprimono interamente attraverso un prezzo. Il denaro, che rende ogni cosa equiparabile all’altra, abolisce ogni incommensurabilità, ogni singolarità delle cose.
La società della trasparenza è un inferno dell’Uguale.....
rassegna stampa
- Pinuccio Tidona, Dibattito
- Marco Belpoliti, l'Espresso
- Philip Di Salvo, Pagina99
- Damiano Palano, Avvenire