In un interessante articolo pubblicato da Linkiesta si sostiene che per preparare il futuro della sanità pubblica bisogna impegnarsi fin d'ora.
Consigli per il dopoLa sanità pubblica è il futuro. Ma bisogna farla funzionare meglio, da subito.
Non c’è alternativa al costruire sistemi sanitari imperniati su attori pubblici forti: ministeri e agenzie governative, ospedali e centri di cura, università ed enti di ricerca. Ma anche strategie trasversali a tutta la società.
Questo è il primo di una serie di articoli scritti dal think tank Tortuga in collaborazione con i data scientist di Buildnn, con l’obiettivo di analizzare, con numeri e parole chiare, la diffusione del Covid-19 e la gestione del Sistema Sanitario Nazionale. Tutte le rielaborazioni e i dati sono disponibili su una piattaforma Open Source creata.
Sapevamo che la prossima grande crisi globale sarebbe stata causata da un virus, una nuova influenza spagnola. Lo aveva sottolineato più volte Bill Gates, ma diverse voci autorevoli avevano espresso la stessa preoccupazione (Lightfoot et al. 2013; Petranek 2014; The Economist 2018; Nature 2018; Foreign Policy 2018).
Si possono individuare tre grandi sfide per il futuro. La prima riguarda le epidemie e la gestione dei sistemi sanitari a livello globale. La seconda è legata allo stile di vita – nutrizione, fumo, alcool, attività fisica – e le patologie croniche o non trasmissibili (in inglese non-communicable diseases, Ncd) a essi legate: malattie cardiovascolari e respiratorie, cancro, diabete. Le Ncd sono causate anche da fattori genetici e fisiologici, ma circa 15 dei 41 milioni di decessi annuali di questo tipo sono “prematuri”, e gli stili di vita poco sani sono tra i principali fattori di rischio. Agendo su di essi, possiamo evitare fino a 10 milioni di vittime entro il 2025.