Solitudini connesse

10 Agosto 2019 Redazione SoloTablet
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BIBLIOTECA TECNLOGICA - Cosa è meglio, la vita perennemente connessa dentro ambienti virtuali vissuti come reali o la vita senza connessioni di un tempo? Senza dare risposte definitive l'autore del libro offre sul tema numerosi spunti interessanti di riflessione per una relazione con la tecnologia. Una relazione mediata tecnologicamente e nella quale tutti ripongono molte aspettative ma che è anche condizionata dal modo con cui è vissuta l'interazione con il mezzo tecnologico.

Il libro diJacopo Frachi, Solitudini connesse, è pubblicato in Italia da AgenziaX.


Sprofondare nei social media

“Un’incursione nel nostro io e nel nostro noi al tempo della nuova psicosocialità algoritmica.” dalla prefazione di Cosimo Accoto 

Una relazione senza più fiducia reciproca, ma nella quale riponiamo ancora enormi aspettative: non siamo in grado di immaginare il nostro futuro senza avere almeno un social a portata di mano, eppure ci guardiamo intorno in attesa di una qualsiasi via di fuga verso l’esistenza “disconnessa” di un tempo.

Vanità, omologazione, dipendenza da like, alienazione? Nessuno di questi motivi è sufficiente, da solo, a spiegare perché non siamo ancora in grado di cancellare il nostro doppio digitale una volta per tutte.

È troppo facile, oggi, scrivere un libro contro i social: diverso è capire esattamente cosa ci tenga legati a essi, e cosa siamo diventati dopo anni di esposizione quotidiana al loro flusso interminabile di nuovi “post” e tweet da leggere. Solitudini connesse è il racconto di questa silenziosa trasformazione.

Jacopo Franchi (1987) ha iniziato la sua carriera a Parigi e lavora tuttora come social media manager a Milano. Ha tenuto conferenze e lezioni sui social presso istituti di ricerca, università, associazioni e festival.È autore del blog www.umanesimodigitale.com.

 

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