Facendo base sulla grande duttilità e plasticità del Sé tipica di questa fase di vita è così possibile per l'insegnante (ma anche per il genitore) progettare e proporre attività mirate di riequilibrio; aggiustare la dieta riequilibrandola. In un momento storico e sociale in cui il virtuale rischia di deprivare movimenti e relazionalità concreta (con l’uso pervasivo e non guidato consapevolmente dei dispositivi digitali di gioco e comunicazione) è ancor più necessario e urgente.
Il movimento plasma lo sviluppo del Sé
È nota la relazione tra motricità e funzioni cognitive; come l’acquisizione delle categorie spazio-temporali e causali (incluse quelle delle strutture linguistiche), la conoscenza dello schema corporeo; evidenti i rapporti con l’apprendimento.
Meno noto è il legame con la relazionalità, che le conoscenze neuroscientifiche più recenti, oggi rilanciano con forza. Capacità umane essenziali, come contatto ed empatia, comprensione del punto di vista altrui, fiducia e collaborazione, tolleranza alle frustrazioni, assertività, sono tutte basate su network psico-neuro-endocrino-immunologici complessi, tarati nel corso dell’infanzia e divenuti dotazione stabile nella vita adulta. Tutti vedono il movimento come componente essenziale.
Come nella dieta mediterranea nessuno degli elementi è più importante; lo è invece l’equilibrio, la proporzione tra gli alimenti, la loro integrazione in ricette variabili.
Ciò ha ricadute importanti per famiglie e scuola dell’infanzia, perché nei primi anni di vita l’assetto psicobiologico è ancora molto plastico ed è possibile, e ancora semplice, intervenire su eventuali squilibri.
Copertina del libro Gatto Nando. La psicomotricità nella scuola dell'infanzia scritto da Alessandro Bianchi e Emilia Genta, edito da Giunti Edu
Valutiamo i movimenti della nostra vita
Consideriamo 4 gamme di movimenti fondamentali. Ognuna composta da 2 polarità, quindi 8 tipologie. Ognuna sottende funzionamenti psiconiologici diversi che corrispondono ad esigenze umane differenti, ma tutte indispensabili. Ognuna è frutto delle esperienze che i bambini hanno vissuto nel corso dell’infanzia.
Se siamo educatori, insegnanti o genitori facciamo un piccolo test auto valutativo. Leggendo le brevi descrizioni che seguono, e rispondendo a queste domande:
- Quanto il menù esperienziale che proponiamo ai bambini è completo ed equilibrato?
- Quanto lo è in noi stessi, nella nostra quotidianità sociale adulta? Le 8 tipologie sono miscelate in una dieta equilibrata? Oppure qualcuna è carente o eccessiva?
Rispondiamo onestamente, per ogni polarità, e scegliamo tra le risposte:
molto – abbastanza – poco. Non è un vero test, ma una occasione di riflessione; traiamo quindi ognuno le proprie somme, ricordandoci che anche noi mangiamo ciò che cuciniamo.
- Movimenti Veloci-lenti
- I Movimenti Veloci supportano la rapidità di esecuzione. Sono le corse, gli scatti, i giochi che mettono alla prova i riflessi, quelli che portano a fare movimenti pazzi, disarticolati e buffi. Utilizzano sia la visione periferica sia quella puntiforme. Supportano il sentirsi in grado di effettuare rapidamente un compito, giocoso o necessario, anche imprevisto e di poter passare velocemente ad un altro contesto. Implicano processi cognitivi rapidi, capacità di scelte e decisioni spesso pre-riflessive e l’attivazione di processi endocrini adeguati.
molto abbastanza poco
Dieci buone pratiche per un sano equilibrio psicobiologico
- I Movimenti Lenti sono quelli della calma, necessari per assaporare le esperienze nel tempo necessario: quando il bambino si sistema in braccio all’adulto rilassandosi, si prepara al sonno, o compie giochi poco dinamici, come pettinare e cullare un pupazzo. Supportano modalità non concentrate di attenzione. La visione è meno focalizzata, l’attivazione neurovegetativa è di tipo prevalentemente vagale, il pensiero è meno concentrato e procede più per immagini.
molto – abbastanza poco
- Morbidi – duri
- I Movimenti morbidi sono quelli della delicatezza, anch’essi nella calma. Nella relazione sostengono la possibilità di interazioni tenere, legate al contatto nella sua valenza nutriente e rassicurante. Sia per ricevere che per intervenire attivamente nelle relazioni di vicinanza con noi stessi, con l’ambiente e con l’altro. Una carezza è un movimento morbido. I processi di vigilanza e controllo sono allentati, il tono muscolare più lieve, i vissuti emozionali di tranquillità. Morbidi sono anche i movimenti nell’abbandono e nella fiducia.
molto abbastanza poco
- Il Movimenti duri sono invece più contrappositivi, sostengono la convinzione del poter dire di no, arginando e contrastando altre forze, senza farsene travolgere. Supportano l’assertività, il far valere una propria posizione su altre. Qui gli stereotipi di genere ancora colpiscono: spesso nei maschi la gamma è spostata sui movimenti duri, viceversa per le femmine.
molto abbastanza poco
- Leggeri-pesanti
- I Movimenti leggeri permettono di inserirsi “sottovoce” nei contesti ambientali e relazionali, facendosene permeare e assaporarli senza doverli modificare. Il movimento leggero è spensierato; nella relazione è prerequisito al farsi portare dall’altro, abbandonandosi alla guida altrui. Possono essere sia ampi che piccoli, ma non rigidi.
molto abbastanza poco
- I Movimenti pesanti all’altra polarità della gamma supportano la possibilità e volontà di lasciare una traccia nell’ambiente, di interagirvi modificandolo. Sono movimenti di visibilità e assertività, costitutivi del nucleo della propria forza, non tanto nella valenza contrappositiva quanto nella consistenza percepita che i venti della vita non faranno volare via come una foglia. Non è solo immagine di sé, ma sensazione concreta e reale, agita, visibile nella postura, nella voce, nel tono muscolare, nel pensiero, nell’emozione.
molto abbastanza poco
- Ampi-piccoli
- I Movimenti Ampi permettono una interazione con lo spazio allargato, la possibilità di occuparlo maggiormente e prendervi possesso. Sono i movimenti “dell’andare oltre”. Il bambino li utilizza nei gesti grandi, nei salti, nelle corse e in molti giochi. Includono l'uso forte della voce, le grida e gli schiamazzi. Utilizzano maggiormente la visione periferica e del contesto, la possibilità di guardare lontano e in una visione d’insieme. Supportano senza soluzione di continuità la fiducia nella propria visibilità, l’assertività, il poter prendere possesso, senza ansia, anche di uno spazio relazionale nel quale produrre un effetto, lasciandovi un segno anche a distanza.
molto abbastanza – poco
- I Movimenti piccoli sostengono la capacità di focalizzarsi in modo concentrato, sui particolari. Utilizzano la manualità sottile e i movimenti oculari rapidi e focalizzati, mentre il contorno visivo, la visione periferica rimane in secondo piano. Sono utilizzati per i disegni piccoli e minuti, nei puzzle, nei giochi con le dita, nelle costruzioni, nei percorsi a slalom. I movimenti piccoli supporteranno la lettura e la scrittura e molteplici attività che richiederanno in tutta la vita attenzione e precisione. (molto – abbastanza – poco)
molto abbastanza poco
Nella Scuola dell’Infanzia l'osservazione sistematica permette di individuare le specifiche caratteristiche del bambino, i suoi punti di forza e di debolezza nonché eventuali segnali di disagio. Facendo base sulla grande duttilità e plasticità del Sé tipica di questa fase di vita è così possibile per l'insegnante (ma anche per il genitore) progettare e proporre attività mirate di riequilibrio; aggiustare la dieta riequilibrandola. In un momento storico e sociale in cui il virtuale rischia di deprivare movimenti e relazionalità concreta (con l’uso pervasivo e non guidato consapevolmente dei dispositivi digitali di gioco e comunicazione) è ancor più necessario e urgente.