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Anima e iPad di Ferraris Maurizio

Anima e iPad di Ferraris Maurizio

16 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
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Uscito subito dopo l'arrivo sul mercato del tablet di Apple (2010) il libro ne ha saputo cogliere la carica rivoluzionaria e magnetica, alimentando una riflessione più ampia di quella semplicemente tecnologica che ha accompagnato il successo commerciale del dispositivo. Il titolo leggero e il testo discorsivo possono trarre in inganno. I contenuti sono filosofici e profondi, alla ricerca di verità per trovare l'anima di un dispositivo tecnologico destinato a fare da strumento di scrittura, di registrazione e di documentabilità, ma anche da specchio dell'anima, per accrescere la nostra memoria e il nostro pensiero.


“Non è lontano il giorno in cui l’IPad sarà illeggibile; allora forse qualcuno prenderà quell’oggetto tornato a essere misterioso – e che è in effetti la nostra anima – e lo adopererà come specchio.”

“Da quando qualcuno lasciò l’impronta di una mano sulle pareti di una caverna, il nostro stare insieme come esseri umani non prescince dalle iscrizioni.Ecco perché la virtuale coniugazione di “I Pad” e di “You Tube” si completa con la prima personale plurale “We .doc”: siamo essenzialmente ciò che i nostri documenti dicono di noi, ed è per questo che l’estensione “.doc” ha invaso la nostra vita con tutta questa forza.”

Autore

Maurizio Ferrarris è nato a Torino il 7 febbraio 1956. È un filosofo e accademico italiano e dal 1995 è professore ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Filosofia Teoretica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino dove dirige il Labont (Laboratorio di Ontologia). Editorialista di la Repubblica, è direttore della Rivista di Estetica e condirettore di Critique e della Revue francophone d’estetique. Fellow della Italian Academy in America e della Alexander von Humboldt-Stiftung, Directeur d’etudes al College International de Philosophie, è anche visiting professor in univesrsità europee e americane. Ha scritto una quarantina di libri tradotti in varie libje, tra i quali Storia dell’ermeneutica (1988), Estetica razionale (1997), Dove sei? Ontologia del telefonino (2005) e Documentalità. Perché è necessario lasciare tracce (2009), Mobilitazione totale (2015), Emergenza (2016).


Il libro, di non facile lettura per i molti riferimenti filosofici e alle teorie della mente (cognitivismo, costruttivismo, ecc.) offre molti spunti di riflessione sui fenomeni legati alla diffusione dei nuovi dispositivi mobili e al ruolo della tecnologia nella nostra vita personale e sociale. I percorsi suggeriti da Ferraris sono molteplici ma tutti si possono ricondurre al ruolo della scrittura come registrazione, memoria, documentalità nella costruzione dello spirito (modificazione della lettera) e della nostra coscienza.

Il punto di partenza dell’intera trattazione è la considerazione che alla base di tutto, anima compresa, c’è una tabula, un'iscrizione, un documento. È a partire da ciò che si formano i nostri pensieri, le intenzioni, la coscienza individuale e le strutture sociali che con i suoi riti, tradizioni e documenti danno forma alla coscienza collettiva.

La nostra mente è un potente apparato scrittorio. Si scrive dentro e fuori di noi, sulla tabula dentro di noi che compone la natura plastica (tavoletta di cera) della nostra mente, su un iPad fuori di noi come l’assoluto tecnologico e la macchina che ci permette di leggere ma soprattutto di scrivere. L’iPad è l’esemplificazione del fatto che oggi noi prevalentemente scriviamo, documentiamo e  registriamo. Altro che telefonare, la moderna società della comunicazione con i suoi dispositivi tecnologici è una società della registrazione (scripta manent) nella quale tutti vogliono lasciare una traccia ed essere memorizzati (archiviati). Si scrive e ci si fa archiviare su Facebook ma anche sul telefonino (sms, email ecc.) e sui tablet di nuova generazione.

L’iPad diventa così l’emblema della mobilitazione totale ma anche una nuova forma di anima. Spento, l’iPad è uno specchio (la psiche, una delle caratterizzazioni dell’anima, è uno specchio ovale che si teneva nelle camere da letto) che ci permette di riconoscerci esattamente come la nostra anima si riconosce nelle pupille degli altri.  Acceso l'iPad è una tabula scrittoria, sulla quale registrare e archiviare i nostri pensieri e dare forma al nostro spirito inteso come personalità, identità e coscienza.

L’iPad acceso diventa per Ferraris il supplemento dell’anima di Bergsoniana memoria e il libro di cui parlava Socrate quando nel resoconto di Senofonte cercava di descrivere l’anima. Così come nell’anima accumuliamo iscrizioni, memorie e immagini, sull’iPad, con l’aiuto della tecnologia, oltre a fare la stessa cosa, possiamo anche inscrivere e registrare contenuti animati. Da un lato c’è il pensatore di Rodin che si tiene il mento dentro una mano, dall’altra c’è il pensatore moderno che nella mano tiene un iPad. Entrambi, anima e iPad, contribuiscono alla formazione del nostro pensiero e determinano con le loro iscrizioni una serie di pratiche meccaniche (la scrittura, l’imitazione, la ripetizione e la registrazione) che finiscono per definire il nostro spirito e dare forma alla nostra mente.

Nel tentativo di capire noi stessi da tempo utilizziamo i computer come metafora per descrivere la nostra mente e il suo funzionamento. Lo ha fatto per primo Marvin Minsky con il suo libro La società della mente (Adelphi, 1984) e poi i molti che hanno cercato di realizzare automi di intelligenza artificiale. Oggi l’iPad rende la metafora più potente e sposta l’attenzione dal pensiero, al centro della ricerca dell’intelligenza artificiale, alla memoria e alla mente estesa, fatta di scritture dentro e fuori di noi stessi. Una mente estesa, che diventa archivio di registrazioni e che, grazie alla tecnologia, è sempre disponibile come protesi tecnologica per la sperimentazione di tecniche vecchie e nuove tra le quali la scrittura.

Filosoficamente parlando a Ferraris poco importa che la tabula/iPad su cui si esercita la scrittura sia una tabula rasa con nulla di innato (se così fosse comunque la tabula sarebbe lei stessa innata) o un contenitore già sperimentato e agito. Ciò che conta per il filosofo è la tabula/mente come tavoletta scrittoria su cui inscrivere impressioni ed esperienze. Viene qui a cadere la distinzione cartesiana tra res extensa e res cogitans e anzi le due entità interagiscono tra loro con la parte spirituale che prende forma grazie alla componente materiale e localizzata (nel caso dell’iPad, esterna a noi stessi) nella tabula intesa come archivio e memoria fisica.

Sull’argomento non c’è molto da inventare, gli antichi e Aristotele in primis avevano già fornito spiegazioni esaurienti. La tabula è mnemonica (engrammi cerebrali), è plastica (i neuroni si ristrutturano in base alle esperienze e alle abitudini) ed è ambientale (non esiste una mente senza corpo). Questi tre attributi vengono verificati dall’autore (pag. 44-58) attraverso l’analisi di risorse umane che hanno a che fare con la tabula come condizione di possibilità del pensiero quali la percezione, la memoria, l’immaginazione, il mito, il pensiero, la scienza, la cultura e il carattere.

Secondo Ferraris la tecnica è essenzialmente registrazione e ripetizione ma è anche alla base di prestazioni spiritualmente rilevanti come l’autenticità e la responsabilità. La tecnica delle tecniche è la scrittura, un'attività che, sotto l’urto della televisione, sembrava moribonda e che invece è risorta ed esplosa grazie alle nuove tecnologie e per motivi contingenti e pratici.

La scrittura non è sincrona come la parola, ed è meno invasiva ma più potente perché strumento di registrazione. Una registrazione intesa in senso lato perché la nostra mania moderna di registrare qualsiasi cosa riguarda non soltanto un file scritto alla tastiera di un computer o sulla tastiera virtuale di un iPad ma anche qualsiasi messaggio, audio o video.

Ciò che più interessa l’autore, sono però le implicazioni della tecnologia che sottende i dispositivi mobili sulla nostra vita. Una tecnologia evoluta che introduce automatismi e ciclicità che rischiano di eliminare spontaneità e libertà di scelta, e di farci diventare degli automi, forse meno rozzi di quelli del passato, ma pur sempre automi. Il venire alla luce della ripetizione fa emergere l’automa che noi siamo con una rivelazione che non tutti siamo in grado di accettare. Pensiamo di essere anima e invece scopriamo costantemente che ciò che conta sono le iscrizioni e l’esecuzione regolata di formule registrate nella tabula cha abbiamo in testa e oggi sull’iPad.

La dicotomia filosofica (Platone) tra anima (bene) e automa (male) viene superata dalla considerazione che anima e automa non si possono pensare separatamente e che l’automa non può essere cattivo.

La scrittura, come tecnica, gioca oggi un ruolo importante nella costituzione delle emozioni e della responsabilità morale. Secondo Ferraris la morale della tabula è che la funzione tecnica della registrazione genera la funzione spirituale della responsabilità.

Una responsabilità che aumenta con la diffusione di smartphone, iPad e telefoni cellulari che accrescono la responsabilità perché in qualche modo, per la loro ubiquità, obbligano e spingono alla risposta (un tema che verrà ripreso e approfondito dall'autore nel suo libro Mobilitazione globale). Mentre la comunicazione deresponsabilizza, la registrazione responsabilizza con la responsabilità del rispondere (email, telefono, sms ecc.).

Quanto detto fin qui assume una rilevanza anche maggiore nella creazione della coscienza collettiva. A questa conclusione Ferraris ci arriva attraverso una disanima del pensiero di Searle sulla intenzionalità collettiva nella costruzione del mondo. Per Searle il mondo sociale esterno non esiste ed è la produzione intenzionale della mente.

Per Ferrraris invece l’intenzionalità nasce dalla documentalità e da ciò che di materiale esiste come iscrizione, traccia documentale, archivio. Iscrizioni e registrazioni sono costitutive dell’intera realtà sociale perché nulla di sociale esisterebbe fuori del testo ossia fuori da quel reticolo di iscrizioni quali conti, borse, listini, giornali, siti web e telefonini o tablet. L’esplosione di strumenti di scrittura e di registrazione che il mondo contemporaneo ha conosciuto (iPod, iPhone, iPad, tablet di nuova generazione ecc.) non è tanto per comunicare ma per assicurare un bene essenziale quale le registrazione. Se l’essenza della tecnica è la registrazione e l’anima è una tabula non ci sarà allora nulla di strano nel constatare che tanto la società quanto la coscienza dipendono da iscrizioni. L’automa che noi siamo dipende da .doc.

Questa impostazione si presta all’obiezione che per funzionare le iscrizioni abbiano bisogno di un’intenzionalità che le scrive e di una che le legge. La coscienza è la condizione essenziale per avere responsabilità ed essere trattati con riguardo, ma la domanda da porsi, secondo Ferraris, è quanto questa coscienza sia interiore e spirituale pittosto che condizionata da esteriorità importanti quali il corpo (embodiement – incarnazione) e il mondo esterno (si cerca la coscienza negli occhi degli altri). Avere coscienza non è tanto avere qualcosa dentro come sembra a noi, ma avere, dentro e fuori di noi, memoria, registrazioni, rapporti con il mondo e impressioni durature.

Qui sta la similitudine con i computer e l’iPad. Non è l’interiorità a determinare la coscienza ma la memoria e gli archivi o memorie esterne di cui disponiamo e che costruiamo. La memoria non viene ad aggiungersi alla nostra psiche ma è la stoffa di cui è fatta la nostra anima.

La novità nasce dallo stato dell’arte della tecnologia con le sue caratteristiche di memoria, mobilità (non possiede il corpo ma è sempre vicino a esso) e rete (interazione psico-fisica tra noi e la protesi esterna e con il mondo).  Per un tablet o una moleskine trovarsi in una tasca non significa ancora essere parte di un corpo; viene però a prodursi una forma di accessibilità delle informazioni (iscrizioni) che accresce in modo decisivo la cooperazione (interazione) con la mente umana. La mobilità poi favorisce la consultazione e  l’asservimento della memoria esterna alla memoria interna.

Avviandosi alla conclusione della sua riflessione Ferraris riconferma l’idea che l’anima non pre-esiste al corpo ma è generata insieme a lui. Se il corpo viene rigenerato e/o risorge, nella risurrezione rinasce anche l’anima. Se è così, significa che la tecnologia (il technium di Kevin Kelly) non è male ma la rivelazione di come siamo fatti davvero. L’iPad spento può essere un semplice specchio, ma acceso è un microscopio e/o un telescopio.

Con l’iPad e i tablet di nuova generazione abbiamo maggiori possibilità di lavorare alla nostra sopravvivenza attraverso la memorizzazione e l’archiviazione di iscrizioni, scritture, corpi tipografici e tracce che lasciamo e che hanno la proprietà di prolungare la nostra vita nel tempo. Non risorge il corpo carnale così come non risorge quello spirituale (almeno nessuno ne ha dimostrato l’esperienza). Quello che sopravvive è il nostro corpus informatico e tipografico.

Con ciò non vengono eliminati i dubbi e i problemi. Ciò che è memorizzato può avere vita breve a causa dei supporti informatici, il Web è spesso un semplice mondo di morte e apparizioni fugaci e Facebook può essere un grande cimitero così come lo erano i libri per Proust. Da ciò si può derivare una consapevolezza associata a una tristezza. L’anima sopravvive grazie alla lettura e alla scrittura (archivio, memoria, ecc.) ma la sua durata dipende dal supporto fisico e dalla sua fragilità.

Viviamo in un mondo iper-documentato ma anche fatto di informazioni che spariscono rapidamente e improvvisamente. La prospettiva sembra grandiosa ma nella pratica ‘tutto si perde e non resterà nulla per nessuno in nessun luogo mai’.  Non aiuta il pensare di disporre sempre di una copia e di una semplice ricuperabilità. La carta si butta e l’informazione digitale evapora. Si rischia di rimanere senza nulla in mano, senza anima! Meglio allora non confidare troppo nelle alternative informatiche alla caducità umana.

Se non possiamo sperare di diventare spiriti e puntare alla sopravvivenza dell’anima è perché pur essendo stati formati in una cultura cartesiana dualista (lo spirito separato dal corpo) in realtà dualisti non siamo perché con difficoltà accettiamo una sopravvivenza nella quale lo spirito si separi dal corpo. E allora l’unica soluzione che ci rimane sta nella mummificazione come tecnica di prolungamento della vita corporea. Così come la scrittura fatta di inchiostro su un foglio di carta o fatta di cariche elettriche (alternanza di bit 0 e 1) su questa pagina digitale, veicolano un significato che è spirito e non più semplicemente carta o silicio, la mummificazione del corpo (soma) è la tomba dello spirito (sema con le ipsilon) ma anche segno (sema con la eta).

Nella mummificazione c’è il desiderio di lasciare qualcosa dietro di noi, il nostro corpo, visto che lo spirito o anima se ne sono andati. Ma la mummificazione corporea è impegnativa e nel mondo della tecnologia è forse possibile puntare direttamente sullo spirito. Uno spirito fatto di tracce molteplici scritte, memorizzate e archiviate, lettere e iscrizioni capaci rievocare lo spirito che ha accompagnato il nostro corpo in una esperienza terrena. Queste tracce ieri erano soltanto all’interno di un incunabolo, una pergamena, un libro, un faldone, oggi può essere un iPad.

Importante non dimenticare mai i fantasmi che ci perseguitano. Prima o poi anche l’iPad diventerà illeggibile ( come i floppy da cinque pollici o le cassette stereo-sette ) o rimarrà spento per sempre. Allora qualcuno, i nostri discendenti o qualche collezionista, prenderà in mano quell’oggetto, tornato ad essere misterioso, ma che è stato la nostra anima, e lo adopererà forse semplicemente come uno specchio.

E il gioco potrebbe allora ricominciare….

Dopo la vita cosa? Ma altra vita, | si capisce, insperata, fioca, uguale, | tremito che non s’arresta, ferita | che non si chiude eppure non fa male” Giovanni Raboni.

Scheda libro

Titolo intero: Anima e oPad

Titolo originale: Anima e iPad

Genere: Filosofiia

Listino: 16,50

Editore: Guanda

Collana: Piccola biblioteca Guanda

Pagine: 185

Data uscita: 06/10/2011

Bibliografia

  • 2013 Realismo Positivo, Torino, Rosenberg Sellier, pp. 120.
  • 2012 Bentornata Realtà. Il nuovo realismo in discussione (a cura di), con Mario De Caro, Einaudi: Torino;
  • 2012 Manifesto del nuovo realismo, Roma-Bari: Laterza, pp. 113;
  • 2011 Anima e iPad, Parma: Guanda, pp. 185, seconda edizione 2011;
  • 2011 Filosofia per dame, Parma: Guanda, pp. 202;
  • 2009 Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Roma-Bari: Laterza, pp. XV-429, seconda edizione 2010;
  • 2009 Piangere e ridere davvero. Feuilleton, Genova: Il melangolo, pp. 100;
  • 2008 Il tunnel delle multe. Ontologia degli oggetti quotidiani, Torino: Einaudi, pp. 284;
  • 2007 La fidanzata automatica, Milano: Bompiani, pp. 204;
  • 2007 Sans papier. Ontologia dell'attualità, Roma: Castelvecchi, pp. 233;
  • 2006 Babbo Natale, Gesù adulto. In cosa crede chi crede?, Milano: Bompiani, pp. 151;
  • 2006 Jackie Derrida. Ritratto a memoria, Torino: Bollati Boringhieri, pp. 120;
  • 2005 Dove sei? Ontologia del telefonino, Milano: Bompiani,
  • 2004 Goodbye Kant!, Milano: Bompiani, pp. 154, quinta edizione 2006;
  • 2001 L’altra estetica, Torino: Einaudi (con altri autori), pp. 351;
  • 1996 Estetica, Torino: Utet (con altri autori), pp. 114;
  • 1984 La svolta testuale. Il decostruzionismo in Derrida, Lyotard, gli “Yale Critics”, Pavia
  • 2015 Mobilitazione totale - Laterza

 

 

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