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Solitudine digitale di Spitzer Manfred

Solitudine digitale di Spitzer Manfred

02 Novembre 2020 Redazione SoloTablet
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Dall'autore di Demenza Digitale un nuovo lavoro che condanna gli eccessi della tecnologia mettendo in guardia dalle numerose patologie da essi generati. Eccessi che vissuti in modo compulsivo, nel tempo finiscono per diventare un veleno potente e al quale ricorrere come si fa con il metadone.

"Se per un momento le nuove tecnologie non ci sono a portata di mano, ci sentiamo come un insetto girato sulla schiena che dimena impotente le zampe, del tutto inutilmente.. Un cellulalre messo fuori posto, perduto o rubato, ci provoca tachicardia, ansia e stress."

"Preferisco tagliarmi la mano che rinunciare al mio cellulare.": sono soprattutto i giovani che continuano a offrirci testimonianze di un rapporto tanto intimo con le nuove tecnologie. Più di tre quarti di loro dice: "Se non succede nulla, come prima cosa tiro fuori il cellulare.". Tutti questi sono noti segnali di una dipendenza la cui diffusione ha raggiunto in alcuni paesi proporzioni preoccupanti. Cosa si può fare?"

Autore

Manfred Spitzer è nato nel 1958, è laureato in Medicina e Psichiatria e dottore in Medicina, Psicologia e Filosofia. Da 16 anni è direttore medico e dirige la Clinica Psichiatrica e il Centro per le neuroscienze e l’Apprendimento della Università di Ulm. È autore di numerosi saggi e uno dei più rinomati studiosi di neuroscienze.  Ha ricevuto diverse onorificenze, tra cui il premio per la ricerca della Società tedesca per la Psichiatria, la Psicoterapia e la Neurologia (DGPPN) così come il Cogito-Preis dell'Università di Zurigo nel 2002.  È autore di numerosi libri di successo su temi relativi alle neuroscienze. Il più conosciuto, Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi, ha scatenato un acceso dibattito tra l'opinione pubblica tedesca, che ha avuto ripercussioni anche oltre confine. Spitzer si batte per la totale abolizione dei computer e degli altri mezzi di comunicazione moderni nelle aule delle scuole elementari e medie, in quanto dannosi, e non utili, per lo sviluppo cerebrale dei bambini.

Il libro 

Con il suo ultimo libro, manfred Spitzer, già autore di Demenza digitale, continua la sua crociata contro la pervasività della tecnologia e le sue dipendenze. Il suo obiettivo non cambia, lanciare un allarme sugli effetti collaterali di un uso intensivo dei nuovi media che possono portare ad alterazioni delle facoltà intellettive e sociali. Le tematiche trattate sono numerose, tutte al centro della riflessione che da tempo molti studiosi hanno avviato sulla tecnologia. Si parla di privacy e riservatezza dei dati sensibili e personali, delle dipendenze tecnologiche, di cybercriminali e cybercrimini, di bullismo digitale ma anche di effetti legati ad un uso eccessivo di strumenti tecnologici come l'insonnia, l'obesità, l'ipocondria, l'ansia e i comportamenti consumistici bulimici e compulsivi.

La riflessione dell'autore ricomincia là dove l'aveva lasciata nel suo libro precedente. Parte dai dati relativi all'uso di gadget tecnologici che evidenziano l'onnipresenza delle tecnologie digitali e l'elevato numero di ore passate, soprattutto dai più giovani, ad interagire con esse. I nuovi comportamenti emergenti indicano un'interazione continua con lo smartphone che sostituisce quella umana lasciando tracce nello spazio virtuale che vengono registrate, memorizzate e utilizzate. Le nuove abitudini non sono senza conseguenze, anche i tipo neurologico e cognitivo. 

Nella premessa del libro Spitzer ripercorre il suo percorso da molti definito tecnofobico ricordando che molte delle ricerche da lui condotte e poi tradotte in libri e pubblicazioni, come quelle sull'eccessivo uso che induce obesità e sulla demenza digitale, siano state fortemente criticate ma poi rivalutate e usate per nuove ricerche e approfondimenti. Con il nuovo libro l'autore allarga lo spettro delle sue indagini e va alla ricerca di nuove critiche così come di nuovi lettori e dell'accettazione diffusa delle sue idee. Il tema forte del libro è che in "ballo non ci sono soltanto gli effetti dei media digitali sulla nostra intelligenza, ma in generale le loro conseguenze per la nostra salute fisica e mentale". Il responsabile questa volta non è più identificato nel televisore o nel computer ma nello smartphone, quello che Spitzer chiama il coltellino svizzero del XXI secolo.

La riflessione critica di Spitzer diventa tecno-apocalittica e si allarga a definire la Rete come distrutta, fallita, ineluttabile e che ci tiene sotto controllo. Un giudizio che deriva dalla valutazione delle capacità delle nuove tecnologie di cloud computing, Internet e Big Data di raccogliere, archiviare e analizzare miliardi di informazioni ma soprattutto di avere un impatto potente su cervelli in formazione e su menti inesperte come quelle dei più giovani. A preoccupare lo psichiatra è la prolungata mediazione digitale, quasi sempre tramite uno schermo,  che incide sui rapporti interpersonali impedendo di interagire direttamente con gli altri sfruttando la comunicazione non verbale. Lo preoccupano anche l'allontanamento da attività fisiche come lo sport, il crescente rischio di isolamento e solitudine a cui vanno incontro i minori, l'abbandono della scrittura, l'utilizzo dei media sociali come strumenti di apprendimento e la perdita di capacità cognitive.

Sotto la scure della critica tecnofobica finisce la digitalizzazione della vita quotidiana vista, al contrario di quanto pensa la maggioranza degli studiosi, come uno svantaggio, soprattutto perché siamo arrivati a non potere più fare a meno degli strumenti tecnologici che possediamo. Fortunatamente oggi sono note tutte le patologie legate ad un uso esagerato della tecnologia, le dipendenze che si creano e le conseguenze sulla salute fisica e mentale. Disturbi che si manifestano nella forma di ansia e stress, depressione, perdita delle capacità empatiche, anaffettività, perdita del sonno e dell'attenzione, incapacità di concentrazione, mancanza di autocontrollo e di forza di volontà. Le persone più a rischio sono le persone più giovani che non hanno ancora imparato a leggere o a scrivere. Sono persone danneggiate nelle loro capacità ma anche dall’uso distorto dei mezzi tecnologici che si manifestano in azioni di sexting, bullismo digitale, furti di identità e altre forme di criminalità digitale.

A poco servono secondo Spitzer i vantaggi e i benefici della tecnologia, propagandate dai produttori e dei media come esperienze utente da sperimentare in termini di accesso alle informazioni, relazioni sociali e automazione di processi e attività lavorative. Più dei vantaggi contano gli effetti sul cervello umano che lo psichiatra Spitzer dice di conoscere molto bene, soprattutto quando sono legati a nuove forme di dipendenza dai rischi elevati perché inibiscono le capacità di approfondire, di socializzare, di intrecciare relazioni e di amare.

Le tesi del libro potranno anche non piacere ma l'autore insiste nel dichiarare apertamente la loro giustezza e scientifica validità. Da questa certezza fa derivare il suo appello a reagire al dominio della tecnologia riappropriandosi della propria vita e difendersi dalle lobby tecnologiche che, per puri interessi commerciali, sottovalutano gli effetti dei media e delle tecnologie digitali.

L'appello è a contrastare il potere di queste lobby e delle regole di mercato da loro imposte per farsi carico in modo consapevole della salute e della istruzione dei più piccoli e dello sviluppo della loro capacità critica, della loro autonomia di giudizio e dell’amore per la libertà da cui nascono il rispetto di se stessi e degli altri, colonne portanti di una sana società civile.

Scheda libro

Titolo intero: Solitudine digitale - Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?

Titolo originale: Cyberrank, Wie das digitalisierte Leben unsere Gesundheit ruiniert

Genere: Mass Media

Listino: 19,90

Editore: Corbaccio

Collana: I libri del benessere

Pagine: 428

Data uscita: 25/08/2016

Bibliografia 

  • Demenza digitale (Corbaccio, pp. 342, euro 19,90)
  • Lernen: Gehirnforschung und die Schule des Lebens (German Edition)
  • The Mind within the Net: Models of Learning, Thinking, and Acting
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