Il libro Gli algoritmi del capitale. Accelerazionismo, macchine della conoscenza e autonomia del comune di Mattep Pasquinelli è pubblicato da Ombre Corte
L’immaginario politico e l’idea di futuro sembrano oggi cancellati dall’imperativo dell’austerity.
Ma quale sarebbe il vero passaggio rivoluzionario, si chiedevano un tempo Deleuze e Guattari: ritirarsi dal mercato globale o, al contrario, andare ancora più lontano, “accelerare il processo”?
L’economia è in crisi, ma la tecnologia continua a evolvere sotto i nostri occhi: i social network sono sempre più pervasivi, la logistica delle merci sempre più veloce e digitalizzata, servizi segreti e finanza usano algoritmi sempre più sofisticati per analizzare e prevedere i comportamenti di massa.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
E se l’impasse politica fosse legata all’incapacità di comprendere le nuove astrazioni del capitale e del lavoro, gli algoritmi che controllano le relazioni sociali tanto quanto il tempo collettivo congelato dalla finanza in futures e derivati?
Un nuovo nomos tecnologico sembra prendere forma a livello planetario, dove i poteri tradizionali degli Stati nazione si intrecciano con le grandi corporation della rete. Un ex direttore della Cia lo ha riassunto in modo cinico ma efficace: “Uccidiamo persone sulla base dei metadati”.
Rispondendo al recente Manifesto accelerazionista e rilanciando la tesi del capitalismo cognitivo, gli autori del presente libro sostengono che lo sviluppo tecnologico possa essere ridisegnato in senso rivoluzionario, che l’astrazione più estrema dell’intelligenza debba diventare arma politica e che il futuro sia da riconquistare come terreno visionario.