LO SCANDALO Prism ha aperto un nuovo capitolo della società mondiale del rischio. Nel corso degli ultimi decenni abbiamo conosciuto una serie di rischi pubblici mondiali: il mutamento
climatico, il rischio nucleare, il rischio finanziario, l’11 settembre e ora il rischio digitale e globale della libertà. Tutti questi rischi (ad eccezione del terrorismo) sono parte, in certo modo, di un sviluppo tecnologico.
Sono anche parte dei timori espressi durante la fase di modernizzazione di questa nuova tecnologia. Improvvisamente, però, accade un evento che segnala all’opinione pubblica
mondiale il problema legato all’uno o all’altro di questi rischi: è quanto è accaduto con le rivelazioni di Snowden, che hanno evidenziato il rischio della libertà. Tuttavia, dietro questo
episodio si nasconde un’altra logica del rischio. Nel caso di quello nucleare, gli incidenti dei reattori di Chernobyl e poi di Fukushima hanno dato luogo a una discussione pubblica. Nel caso
del rischio digitale della libertà, invece, il punto di partenza non è stato l’evento catastrofico, poiché la catastrofe sarebbe avvenuta, ma nessuno se ne sarebbe accorto.
Della possibile catastrofe si è avuta consapevolezza solo perché un singolo esperto dei servizi segreti degli Stati Uniti ha mostrato al mondo il rischio usando gli stessi mezzi del controllo
informativo. Ciò significa un completo capovolgimento della situazione.