Tutti abbiamo bisogno del Nostroverso.
Un Nostroverso incarnato, vissuto come strumento interpretativo del nostro disagio esistenziale, determinato dagli effetti della tecnologia ma anche dalle nostre vite sempre più tecno-costruite, artificiali, virtuali, dentro mondi simulati, finti.
Un Nostroverso come piattaforma umana e incarnata, nella quale provare:
- a recuperare il senso perduto, a superare l’incertezza, l’ansia e la crescente impazienza;
- a trovare risposte al senso di isolamento e di solitudine derivanti dalle false promesse sociali dei social e dalla frantumazione dei legami sociali che ne è derivata;
- a reagire al richiamo costante e stancante alla perenne visibilità, alla rinuncia della riservatezza e alla prestazione compulsiva che ci polverizza in un agire istantaneo, superficiale e senza profondità, che mortifica la ricchezza di cui ognuno è dotato;
- ad articolare un pensiero critico, ad opporsi e a riflettere per cercare alternative, cambiare abitudini, non lasciare che la vita sia (de)limitata dal mondo che si abita per andare oltre, “al di là”;
- a adottare nuovi comportamenti lenti, per resistere al richiamo illusorio della turbo-velocità.
* NOSTROVERSO è un neologismo usato da Carlo Mazzucchelli per elaborare una riflessione critica sull'era tecnologica attuale che nel 2023 ha portato alla scrittura di un libro: NOSTROVERSO - Pratiche umaniste per resistere al Metaverso, pubblicato da Delos Digital. Chi volesse usare il termine è pregato di citare il libro e il suo autore.