Il titolo di questo post è preso dal bell’articolo pubblicato sull’ultimo numero di una rivista che leggo dal suo inizio (SOTTO IL VULCANO) e scritto da Elisa Casseri. L’autrice richiama il rischio della nostra estinzione (la sesta?), ritenuta da molti come verosimile e già prossima, per sottolineare che forse la vera estinzione, peraltro già in atto, è quella della sensualità e del desiderio, anche sessuale.
La lettura del testo ha richiamato la mia attenzione a quanti libri recenti sul sesso stiano popolando gli scaffali delle librerie e all’uso delle immagini che essi fanno, come se bisognasse spiegare a molti gli elementi basilari del corpo e di come utilizzarlo. In particolate mi ha colpito la conclusione di Casseri e la sua sottolineatura dell’importanza del corpo nel fare da innesco nel meccanismo chimico che sempre si attiva in ogni relazione emotiva, affettiva, erotica e sessuale. Una sottolineatura che condivido e che è stata oggetto di riflessione nell’ultimo libro che ho pubblicato: OLTREPASSARE – Intrecci di parole tra etica e tecnologia. Un libro nel quale i due autori prendono spunto dell’era tecnologica attuale per far riflettere sulla sparizione del corpo ma anche dello sguardo e del volto. Componenti quest’ultime oltremodo importanti anche nella vita affettiva, erotica e sessuale.
Il corpo che, con le parole di Casseri, dovrebbe fare da fonte di innesco, oggi è diventato digitale, virtuale, etereo, incombustibile, ignifugo. Il corpo incarnato, che rende possibile con la sua fisicità la relazione con altri corpi, è diventato etereo, impalpabile, diluito fino a scomparire dentro piattaforme digitali che hanno conquistato il mondo, la mente, raffreddando il corpo, togliendogli la sua energia e il suo calore. Con il corpo spariscono anche il volto (non le facce) e lo sguardo. Il tutto complicato dall’inquinamento delle parole usate degli storytelling fasulli prevalenti per descriverlo e raccontarlo. Alla relazione tra corpi (desideranti) si è sostituita la relazione mediata dalla macchina e come tale illusoria, artificiale, fredda, quantomeno diversa, per chi ama gli effetti prodotti dai cambiamenti tecnologici.
Questa riflessione potrebbe oggi essere allargata, in periodo elettorale, anche alla politica. Ma questa è un’altra storia!