Una descriveva vantaggi, libertà, assenza di vincoli del lavoro agile.
L’altra celebrava evoluzione e potenza dell’intelligenza artificiale e dei suoi algoritmi.
Di smart-working si continua a parlare ma solo per alcune categorie di persone. Di AI non parla quasi più nessuno.
Segno dei tempi!
🔥🔥🔥 𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐏𝐎𝐒𝐈𝐓𝐎 𝐃𝐈 𝐄𝐌𝐄𝐑𝐆𝐄𝐍𝐙𝐀
Un virus opportunista e cattivo ha zittito entrambe le narrazioni evidenziando la fragilità del lavoro e il ruolo fondamentale di lavoratori con carne e ossa, forza d’animo, sentimenti, energia sanguigna, volontà e capacità molto umane.
Per il blocco di molti settori dell’economia, il lavoro da agile è diventato fragile.
Lo sanno dipendenti di hotel, ristoranti e agenzie di viaggio, tante partite Iva, formatori, rider, esternalizzati, artisti, ecc.
Un esercito di persone, precarie e stressate, che oggi precipitano nell’incubo di non riuscire a mantenersi. Toccate nell’osso e nella carne (citazione da Marco Revelli).
Coinvolte sono milioni di persone con lavori precari, che oggi lavorano mentre tutte le altre dovrebbero essere a casa.
La realtà evidenzia la fallacia di tante narrazioni e la necessità di ripensare modelli organizzativi e (bio)politici, teorie economiche e tecno-ideologie dominanti.