Alla visione postmoderna tutta fondata sulla massima di Nietzsche che i fatti non esistano perché ad esistere sono solo le nostre interpretazioni, fa oggi riscontro un tentativo di recupero della realtà nella sua essenza ontologica e illuminista per sostenere che deve ancora essere possibile criticare e soprattutto intervenire per trasformare.
La discussione in corso tra post-moderni e realisti non è avulsa dalle problematiche che viviamo ogni giorno, ed è anzi ricca di ricadute concrete. Per superare le difficoltà imposte dalla realtà della crisi attuale, è importante prima di tutto comprendere le trasformazioni in atto e, per farlo bisogna dotarsi di strumenti cognitivi ed intellettuali adeguati. Ma soprattutto è importante decidere come intervenire sulla realtà con scelte radicali e coerenti con l’urgenza, verso il cambiamento e l’innovazione che la situazione ci impone.
Per quanto riguarda i temi del mio intervento, le trasformazioni in corso di cui prendere atto sono innanzitutto il ruolo invasivo e pervasivo assunto dalla tecnologia, l’importanza delle relazioni e delle reti sociali, il nuovo ruolo del consumatore attore, la convergenza, e il ritorno alla solidità della scrittura ( non più voce ma soprattutto sms, cinguettiii e tablet su cui si muovono armonicamente polpastrelli e dita).
Da un punto di vista tecnologico tablet, APPlicazioni e cloud computing sono le tre tecnologie che, unitamente al social, stanno cambiando il nostro modo di interagire con il mondo dell’informazione e dei media. Tre tecnologie che rivoluzioneranno il modo di lavorare in azienda e che trasformeranno l’Information Technology come la conosciamo e la pratichiamo in azienda.
LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ITALIANE DIVENTANO LIQUIDE
Al Decimo Salone d’Impresa si affronterà il tema di come si stanno trasformando le piccole e medie imprese. Essere liquidi è la nuova capacità delle pmi di evolversi nei mercati caotici grazie a due strumenti: i cambiamenti organizzativi “a rete” e la forte progettualità nella strategia.
Sarà questo il tema del Decimo Salone d’Impresa, in programma a Villa Furstenberg a Venezia Mestre, nella due giorni del 18 e 19 maggio p.v. destinato ad un pubblico di imprenditori privati e manager, imprenditori pubblici ed operatori delle istituzioni.
Da ambienti legacy, da organizzazioni divise per silos e dacnetwork con confini limitati si passerà ad ambienti in cloud, ad organizzazioni sociali in grado di interagire e condividere e a reti mobili globali e diffuse. Dal web si passerà presumibilmente alle APP e dal personal computer al device, inteso come dispositivo ibrido e convergente in grado di fornire in modo integrato funzionalità PC e tablet.
Di rivoluzioni tecnologiche ne abbiamo già vissute diverse. Non tutte si sono avverate.
I mainframe non sono spariti, le applicazioni client server non hanno sostituito in blocco quelle legacy e non tutte le aziende, per avere successo sono dovute diventare Enterprise o Web 2.0.
Ciò che oggi fa la differenza è la na. Una fase caratterizzata da forte indipendenza dalle nostre scelte umane e che spinge verso una convergenza di fatto, prodotta da un sistema complesso che si auto-organizza, favorendo l’emergere in contemporanea di nuovi prodotti e innovazioni, alla portata di tutti, sia dei produttori che dei consumatori.
Prima di addentrarmi sul tema del tablet, una breve presentazione del progetto SoloTablet da me fondato.
Un progetto nato dalla percezione che l’iPad/Tablet non fosse soltanto un nuovo gadget per il mercato consumer ma uno strumento di lavoro e di produttività per l’impresa.
SoloTablet è a suo modo coerente con la liquidità prevalente del momento, SoloTablet è un progetto aperto sostenuto da un network di persone e di professionalità che fanno della collaborazione e dello scambio obiettivo e scopo dello stesso.
E’ per il momento un progetto editoriale ma potrebbe diventare un progetto imprenditoriale.
E’ nato con due scopi principali: creare un repository di conoscenza e conoscenze sui tablet in lingua italiana in modo da fornire ai responsabili IT e ai decisori aziendali informazioni utili nei processi decsionali finalizzati ad introdurre il tablet in azienda.
Il secondo scopo è di facilitare l’incontro tra domanda e offerta sul mercato italiano.
Il progetto è aperto a nuove collaborazioni e proposte in termini di idee da realizzare insieme.
Il report dell'indagine sul mercato tablet italiano condotto nel mese di aprile 2012 che ha coinvolto 219 manager d'azienda.
Per chi fosse interessato, SoloTablet ha condotto nel mese di aprile una indagine sul mercato tablet italiano che ha coinvolto 219 manager d’azienda ed è servito a produrre una istantanea realistica della situazione corrente in termini di consumerizzazione dell’IT, di barriere e timori esistenti, di policy aziendali e di strumenti di Mobile Device Management.
Il report finale è disponibile online, www.solotablet.it e www.tabletimpresa.it
Tutto è iniziato nel 2010 con l’arrivo dell’iPad.
L’evento ebbe una grande rilevanza mediatica ed è stato contrassegnato da movimenti spontanei di massa che hanno portato a file chilometriche e notturne di persone che hanno assediato gli Apple Store di tutto il mondo per entrare in possesso del primo iPad.
Un fenomeno di massa di questo tipo non poteva non suscitare il dubbio che si trattasse di un fenomeno mediatico e che potesse generare, per dirla con Sheaskper tanto rumore per nulla.
In realtà quello a cui stiamo osservando e vivendo è un salto di paradigma reso possibile, non tanto dal prodotto Apple, ma dal venire a galla di trend tecnologici innovativi che stanno modificando nel profondo la nostra vita e che hanno trovato attraverso Apple la loro via per emergere.
Come ogni nuovo paradigma anche le nuove tecnologie mobili hanno svolto un ruolo sotterraneo che hanno irrigato e fluidificato il pensiero, istruito nuove relazioni e dato forma a nuove strutture e organizzazioni
In pratica è venuto a galla quello che già era emerso nei laboratori scientifici e tecnologici di mezzo mondo. Quello che è emerso a livello tecnologico è però stato determinato anche da flussi e cambiamenti più profondi avvenuti nella società, nelle aziende e nelle persone.
La tecnologia da sola infatti non spiega il fenomeno. La tecnologia è anche cultura e la cultura modifica comportamenti e modi di pensare delle persone.
I nuovi comportamenti fanno da attrattori e contribuiscono a definire nuove tendenze sociali e nuovi fenomeni emergenti quali quelli che hanno portato all’hype intorno all’iPAD e a presenziare ossessivamente i social network
In entrambi i casi assistiamo ad una ricerca di oggetti del desiderio, siano essi nuove user experience o nuove esperienze relazionali.
Stiamo assistendo all’affermarsi di un consum-attore laico e autonomo consapevole che i consumi sono anche una forma di linguaggio e che ha un rapporto ludico con le merci ed è capace di nuovi incantamenti.
Questi cambiamenti nei gusti, nella testa e nei comportamenti dei consumatori richiede alle aziende di aggiustare strategie e modelli di business e di impegnarsi realmente in una metamorfosi finalizzata al cambiamento.
Con il diffondersi del digitale, di internet e del mobile il mondo tecnologico è profondamente cambiato.
I media tradizionali e le aziende si sono trovate di fronte alla sfida del cambiamento.
L’adattamento è inevitabile, se non si vuole perire lasciando spazio a chi invece sul cambiamento e l’innovazione ha puntato.
Il futuro del futuro è il presente!
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Marshall Macuhan sosteneva che le persone sono terrorizzate dal nuovo perché il futuro del futuro è il presente. Per superare queste paure bisogna pensare che l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici per affrontare la sfida del cambiamento non porta ad un salto nel buio ma a sperimentare nuove opportunità. Sperimentare queste opportunità ora, superando paure, ostilità o barriere percepite, in realtà significa dare forma al futuro e al nuovo che arriverà.
Nell’attuare il cambiamento, come aziende, bisogna però riflettere sulle proprie target audience e mercati di riferimento che nel frattempo si sono evoluti e sono mutati. Ma bisogna però evitare di fare strategie sulla base delle percezioni che di queste audience si ha.
Il tablet non farà sparire la carta o il PC ma aiuterà a trovare un giusto bilanciamento tra tradizione e novità per soddisfare sempre meglio i segmenti di mercato su cui si opera e per dare forma al futuro.
La novità vera sta nella nuova interfaccia utente introdotta da Apple sul suo iPad ed oggi disponibile con funzionalità e caratteristiche simili anche su altri dispositivi tablet. Il tablet è costruito intorno al display e il display diventa il vero catalizzatore delle evoluzioni future fatte di convergenza tra personal computing, televisione e internet.
Ogni media, diceva MacLuhan ha una temperatura, un tono e una vocazione propria nell’interagire con la natura umana. Il tono e la vocazione del nuovo media tablet stanno nell’importanza dello schermo, nel suo essere sensibile al tocco ( touch ma anche feeling ) e nel dare vita ad una percezione globale dei sensi capace di trasformare l’utente in protagonista.
L’importanza del ‘touch’ non è casuale, trova riscontro nella nostra natura umana di esseri che nella fase adolescienziale scoprono il mondo ‘assaggiandolo’ ( il bambino che scopre il mondo mettendolo in bocca) e ci porta oggi a sperimentare nuovi scenari nei quali ci immergiamo emotivamente diventando attori di nuove forme multisensoriali di percezione.
Forse è esagerato dedurre da un semplice iphone ingrandito le riflessioni appena esposte ma provate a immaginare l’iPAD come la metafora perfetta dello schermo e troverete in esso l’intera evoluzione dello stesso perché l’iPAD ( prendendo a prestito una visione di Francesco Morace) è lavagna, è specchio, è pagina, è televisione, è cinematografico, è.....il MONDO.
Stiamo vivendo un periodo di transizione ed evoluzione darwiniana nella quale tutto è diventato sociale, connesso e interattivo.
Una fase nella quale le nuove tecnologie mobili, le interfacce tattili, i nuovi dispositivi tablet, le applicazioni e i nuovi servizi in cloud ci permettono una interazione costante e contestualizzata, attività transazionali diffuse, interventi sulla realtà con strumenti che la arricchiscono di informazioni e la costruiscono sulla base dei bisogni o del contesto in cui ci si trova.
In questa fase di transizione stiamo assistendo al passaggio dalla carta al digitale e all’affermarsi di reti di oggetti che vanno oltre i dispositivi informatici per coinvolgere la televisione, gli apparati musicali, gli elettrodomestici, le nostre auto e molto altro.
Il tablet è un esempio concreto della pervasività della tecnologia e della sua evoluzione.
Una evoluzione oggi tutta segnata dalla convergenza intesa come tendenza che vede tecnologie diverse tendere verso una sempre maggiore integrazione di media, dispositivi e tecnologie diverse.
Grazie a questa convergenza uno o più device sarà in grado di eseguire attività che prima erano prerogativa di singoli dispositivi.
Non solo convergenza tecnologica e a livello di dispositivi ma anche di funzionalità e di scopo.
La convergenza tra tablet ed e-reader è già una realtà.
Nel 2012 il fenomeno si accelererà tanto da non poter più distinguere le due tecnologie e i prodotti derivati.
Il Kindle Fire sarà sempre più tablet e l'iPad sempre più e-reader.
Per la felicità dei consumatori e dei produttori.
Per concludere!
Non credo che il mio intervento possa considerarsi esaustivo ma non era neppure questo lo scopo che mi ero prefissato.
Volevo semplicemente condividere alcune riflessioni e interpretazioni del fenomeno tablet per cercare falsificazioni da parte di altri interlocutori o sollecitare pensieri critici diversi ( ora possibile anche online con commenti a fine articolo ).
L’argomento tablet è vasto, perché obbliga a parlare di tecnologia, di information technology, ma anche di fenomeni sociali, di cambiamenti nei modelli di business e nel modo con cui le aziende gestiscono il loro essere diventate virtuali, liquide e mobili.
La realtà nella quale siamo immersi è fatta oggi da persone, filiere, mercati e aziende sempre più online e interconnesse, è fatta da aziende sempre più virtuali e liquide perché sempre meno fondate su organizzazioni formali e sempre più legate a organizzazioni informali e alle relazioni sociali e professionali che le caratterizzano, ma soprattutto da aziende sempre più mobili.
Questa realtà trova nelle nuove tecnologie sociali, collaborative e mobili nuove opportunità per aumentare produttività ed efficienza ma soprattutto capacità ad interpretare il cambiamento in atto e a posizionarsi in modo competitivo sul mercato locale e globale.
E' disponibilein formato PDF la presentazione utilizzata durante il convegno. Per richiederla scrivetemi una email.
I tempi che viviamo sono tempi rivoluzionari anche per l’affermarsi di nuove tecnologie che ci permettono di di essere sempre online e interconnessi, di interagire e collaborare socialmente e di farlo in mobilità, sempre e ovunque.
Questa rivoluzione ha anche pesanti ricadute sul modo con cui le aziende hanno fin qui pensato l’information technology e definito le loro infrastrutture informatiche.
I responsabili IT e le aziende sono chiamate a rivedere approcci, processi, architetture e infrastrutture tecnologiche. Il passaggio alla nuova fase non è semplice e non può essere affrontato con schemi mentali e approcci tradizionali.
I problemi da affrontare sono tipicamente IT e toccano i temi della sicurezza, della gestione e controllo. dei servizi di assistenza all’utente in azienda, delle policy aziendali, della connettività e dei costi da affrontare.
Ma il problema di fondo è diverso. Mentre infatti molte realtà IT aziendali sono ancora,, come cultura e comportamenti, nel passato i clienti delle loro aziende sono già proiettati nel futuro e chiedono soluzioni collaborative e sociali, chiedono accessi veloci a risorse e informazioni e di poterlo fare in mobilità.
Per adeguare i sistemi informativi aziendali alla nuova realtà non basta più una semplice roadmap, bisogna far comunicare i due mondi, interno ed esterno e soddisfare bisogni diversi.
Compito complicato e complesso ma ormai obbligato se non si vuole perire o superare nel mercato da realtà che sul cambiamento hanno già puntato.
Grazie!