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La relazione digitale (3)

La relazione digitale (3)

28 Agosto 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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La gestione di relazioni online comprende l’abilità di creare nuovi rapporti relazionali così come di mantenere quelli esistenti. L’elemento essenziale è il primo, perché se il collegamento funziona nasce facilmente una relazione del mondo reale. Online si mescolano attitudini individuali e caratteristiche tecnologiche. Entrambi condizionano i comportamenti e le abitudini. Una riflessione sulla relazione digitale in tre parti, per chi anche in vacanza ha deciso di non disconnettersi...

“Chiunque su Facebook racconta tutto si sè, non ha capito bene come funzionino le relazioni online. Facebook è uno spazio di social networking. Non c’è bisogno di condividere su Internet qualsiasi aspetto della tua vita privata. Ma se hai  settato come singolo il tuo stato civile, lo hai reo pubblico e ne nasce una relazion,e è tua responsabilità comunicare agli altri il cambiamento avvenuto.  Se non lo fai, ricorda che un conto è avere una relazione e renderla pubblica, diverso è averla ma continuare a presentarsi come singolo. Potresti essere punito per questo….”

– Un cittadino esperto della rete Facebook

[ Testo pubblicato in tre parti: Prima parte - Seconda Parte ]

 

Nella relazione digitale la stesura del profilo può richiedere ore intere, non è mai un’operazione definitiva ed è strettamente legata alle motivazioni per cui si è online. Per una persona sola ad esempio il profilo diventa un’opportunità per presentare sé stessa in forma idealizzata a seconda della percezione che essa ha della sua solitudine. Dal profilo gli altri possono inferire o estrapolare informazioni sulla base della stima che essi hanno del loro creatore e della percezione sulla coerenza e poca artificialità del profilo. I profili digitali sono i massimi responsabili di relazioni fallimentari ogni qualvolta creano aspettative non verificabili nella realtà del vissuto delle persone.

Nella creazione del profilo così come nell’abitare il social network bisogna saper giocare un ruolo adattandolo alle regole del social networking online e delle modalità relazionali permesse da piattaforme come Facebook, Myspace, Linkedin e altre simili.  Bisogna dotarsi di qualche fattore attrattivo e cool, creare emozioni, attirare l’attenzione con narrazioni ben scritte e interessanti, condividere hobby e passioni, dimostrare di possedere qualche senso dell’ironia e di auto-ironia.

Da questo approccio nascono anche i problemi. La personalità raccontata o idealizzata può risultare distorta e estremamente impersonale. Il profilo può diventare una maschera e agire come il personaggio di una storia che non necessariamente è quella che viviamo nella realtà. I link che collegano queste personalità raccontate diventano allora semplici collegamenti di bugie consapevoli, di apparenze e esagerazioni.

Uno degli aspetti più interessanti del social networking in termini di relazioni interpersonali è la possibilità di creare connessioni con persone sconosciute e/o viventi in posti geograficamente lontani. Molte di queste relazioni non superano l’esame delle persone coinvolte e danno origini a rapporti superficiali. Sono di questo tipo le relazioni che prevedono lo scambio di auguri annuali per anniversari o compleanni o quelle che permettono di condividere attività in calendario o altri eventi. Altre si traducono in incontri nella vita reale e hanno la potenzialità di diventare relazioni profonde e durature, che continuano poi anche online.

Elemento importante di ogni relazione digitale è il grado di visibilità e apertura al mondo che si vuole mantenere o quello di anonimato. Il secondo può servire a persone sole e bisognose di compagnia, anche digitale, di prendere delle precauzioni e delle misure adeguate a una più attenta valutazione delle nuove conoscenze online (“Preferisco mantenere il mio profilo anonimo, in modo che quando visito il profilo di qualcuno che lo ha visualizzato essi non sappiano chi io sia”). Si può ricorrere a pseudonimi e operare in modo da far crescere una relazione più sulla base delle interazioni intercorse che sulle informazioni del profilo.

La gestione di relazioni online comprende l’abilità di creare nuovi rapporti relazionali così come di mantenere quelli esistenti. L’elemento essenziale è il primo, perché se il collegamento funziona nasce facilmente una relazione del mondo reale. Online si mescolano attitudini individuali e caratteristiche tecnologiche. Entrambi condizionano i comportamenti e le abitudini.

Le attitudini attengono principalmente al modo con cui sono gestite dall’individuo le impressioni di contesto. Le caratteristiche tecnologiche sono le modalità con cui è possibile raccontarsi online interagire scambiandosi contenuti e informazioni e acquisire visibilità. Questa relazione digitale resa possibile dalle piattaforme di social networking è solo la manifestazione di un cambiamento più radicale che l’evoluzione della tecnologia sta realizzando.

Con tecnologie come Grinder è oggi possibile collegarsi rapidamente a un conoscente per soddisfare impulsi urgenti, con Skye si può mantenere una relazione a distanza e con Snapchat si può conversare  interagire a lungo senza vedersi e infine con Club Free Time si può pianificare il proprio tempo libero con amici e familiari. Grazie alle tecnologie è oggi possibile avere informazioni aggiornate sulle persone che frequentiamo e sulle loro attività e conoscerle anche quando sarebbe bene non averlo fatto.

Su Facebook è facile pubblicare messaggi che possono essere letti fuori contesto, è facile lasciarsi trascinare dagli impulsi ormonali annunciando relazioni o sentimenti che sarebbe sempre meglio tenere segreti, è possibile cadere vittima della violenza dei media sociali o diventare dipendente da gruppi o comunità dedicate alla pornografia e che possono rovinare le relazioni di coppia esistenti.

In un prossimo futuro le nostre relazioni non saranno più solamente tra umani ma tra uomo e macchina e assumeranno ben più delle 50 sfumature di grigio del famoso romanzo che ha spopolato nell’estate del 2012. Già oggi su Second Life la relazione è tra avatar, oggetti tecnologici e veri e propri simulacri della presenza umana online, ma in futuro potrebbe realizzarsi la singolarità di Kurzweil con macchine capaci di auto-generarsi ed evolvere e sviluppare capacità relazionali paragonabili alle nostre. Un futuro al quale molti tecnofili aspirano e che suggerisce una riflessione approfondita in tutti coloro che oggi stanno evidenziando gli effetti negativi della tecnologia nello sviluppo psichico, emozionale e cognitivo degli esseri umani.

Un futuro non molto lontano se si pensa che già oggi ci sono applicazioni tecnologiche utilizzate in un rapporto di coppia per raggiungere un orgasmo al giorno, dispositivi dotati di sensori che misurano dati fisiologici fornendo informazioni, avvertimenti e suggerimenti su cosa fare e cosa evitare. Un futuro tecnologico che potrebbe evolvere nella gestione dei sentimenti e dei nostri pensieri fatta attraverso software installati e integrati nel nostro corpo e capaci di soddisfare i nostri desideri individuali e sociali e di condizionare le nostre relazioni interpersonali.

A quel punto le relazioni saranno sempre più digitali e postumane, a meno che la riflessione in corso non abbia generato un rigetto dello strapotere della tecnologia ed un ritorno a relazioni puramente umane e tecnologicamente liberate.


 

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Testo tratto dall'ebook "La solitudine del social networker" pubblcato nella collana Tehcnovisions di Delos Digital

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