Un articolo della Dr.ssa Ornella Convertino
Che strategie educative utilizzano i genitori nei confronti dei figli in materia "internet"? C'è chi adotta la tecnica del proibizionismo, chi lascia correre e si trova dall'oculista o dal chirurgo della mano per improbabili infiammazioni alle dita, chi è arrivato all'esasperazione e a tratti fa' un po' una cosa e un po' un'altra!
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Tutto ciò è comprensibile perchè i genitori sono chiamati dover gestire alcune problematiche, per le quali si sentono spiazzati da un mercato tecnologico che bombarda i loro ragazzi su tuttti i fronti. Come rispondono gli adolescenti alla moltitudine delle cyber-proposte? In autonomia e in velocità! Corrono a scaricare i nuovi giochi, le app, sentendosi a volte "costretti" ad aggiornarsi per stare al passo con i loro amici e condividere il più possibile, in modo da rendersi più visibili e non rimanere "tagliati fuori". Un lavoro che i ragazzi affrontano con impegno quotidiano e che spesso lascia veramente poco tempo ad "altro", specialmente se poi, per esempio, ci si trova a dover gestire "attacchi in rete" da parte di cyber-bulli, o a dover rimediare a qualche leggerezza per aver inviato foto osé a colui che si credeva essere un amico fidato, come testimoniano spesso le testate giornalistiche dei numerosi casi denunciati per ricatto, aggressioni verbali e così via.
Una volta si parlava di ragazzi lasciati in mezzo ad una strada, e lì tanti avevano imparato a sopravvivere facendo tesoro dell'esperienza personale che era capitata. Ed oggi? Stare in rete è come stare in mezzo ad una strada?
Come i genitori possono realmente interagire con queste situazioni in modo da creare dei criteri di protezione per i propri figli?
È possibile accompagnare i ragazzi alla consapevolezza di come si muovono le dinamiche dei network, dei video-giochi? I ragazzi possono essere traumatizzati dall'esperienze della rete? Gli adulti hanno una percezione esagerata dei pericoli?
Domande lecite e risposte difficili da fornire, specialmente se si vuole costruire con i figli una relazione di fiducia e di serenitá.
Genitori tecnovigili per ragazzi tecnorapidi - un e-book di Carlo Mazzucchelli
Un prontuario di sopravvivenza attiva per genitori tecnovigili alle prese con ragazzi tecnorapidi per affrontare i temi della dipendenza tecnologica e non solo
Il fenomeno implica un'attrezzatura che, oggi come oggi, non si può improvvisare, per via delle peculiaritá del sistema stesso, complesso e confuso. Che distanza prendere dalla rete? Immergersi senza pensieri o allontanarsi a gambe levate? A questo proposito ci può venire in aiuto Schrödinger che utilizzò il termine "entanglement" per indicare quelle connessioni tra le particelle elementari che persistono a prescindere dalla distanza che le separa, connessioni istantanee che vanno al di lá del tempo. In quest'ottica, la separazione e/o l'attaccamento agli oggetti tecnologici assumono regole nuove nella relazione con i loro usufruitori, che si trovano a vivere avventure solitarie quando in realtà sarebbero molto desiderosi di sentirsi parte di un equipaggio ben addestrato.
Dr.ssa Ornella Convertino