Dal lavoro agile a quello fragile

01 Aprile 2020 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.

Dal lavoro agile a quello fragile 

Quando tutto questo sarà finito, dovremo ben ripensare l’intero nostro universo di senso, a cominciare dall’insostenibilità del dispositivo egemonico che sembrava fino a ieri immortale. E per farlo servirà anche a noi un cambiamento, radicale, di sguardo, linguaggio, categorie e progetto”. – Marco Revelli

 

Fermatevi un attimo e fate mente locale alle narrazioni che hanno dominato il tempo prima del coronavirus. Una descriveva vantaggi, benefici, libertà, assenza di vincoli del lavoro agile. L’altra celebrava evoluzione e potenza dell’intelligenza artificiale e dei suoi algoritmi. Di smart-working si continua a parlare ma solo per alcune categorie di persone. Di AI non parla quasi più nessuno. 

Segno dei tempi! 

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Un invisibile virus, semplice ma cattivo, ha zittito entrambe le narrazioni evidenziando la fragilità del lavoro e il ruolo fondamentale di lavoratori in carne e ossa, mossi da forza d’animo, sentimenti, energia sanguigna, volontà, passioni e capacità molto umane. 

A causa del blocco di molti settori dell’economia italiana, il lavoro di molte persone da agile è diventato fragile. 

Lo hanno scoperto per primi dipendenti di hotel, ristoranti e agenzie di viaggio, tante partite Iva, formatori, rider, esternalizzati, artisti, coach, parrucchieri, ecc. ecc. Un esercito di persone, già precarie e stressate dalla difficoltà di garantirsi un reddito decente, che oggi precipitano nell’incubo di non riuscire a mantenersi e a pagare l’affitto. Come scrive Marco Revelli si è toccati nell’osso e nella carne. 

Le persone coinvolte sono numerose. Milioni le persone con lavori precari. Milioni quelle oggi al lavoro mentre tutte le altre sono (dovrebbero essere) a casa. 

Ciò che sta succedendo evidenzia la fallacia di tante narrazioni e la necessità di ripensare modelli organizzativi, lavorativi e (bio)politici, teorie economiche e tecno-ideologie vincenti. 

 

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