Serve scrivere se nessuno legge?

01 Aprile 2020 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.

Serve scrivere se nessuno legge? 

Maurizio Ferraris[1] ha raccontato lo smartphone come strumento di scrittura e declinato il tema della documentalità come necessità di lasciare tracce. 

Si scrive molto, tutti scrivono!

Perché continuare a farlo se nessuno legge? 

L'osservazione di persone con un dispositivo in mano indica quanto sia cambiata la lettura dall’arrivo delle nuove tecnologie. Si naviga tra contenuti, immagini, video e messaggi, in velocità, con l’occhio sempre in movimento come davanti a una slot machine. 

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Ci siamo mangiati il futuro

Imprigionati nel loro presente molti hanno scelto di tradire il libro e disimparato a leggere, perdendo così abilità intellettuali (sapere) e la capacità di leggere (conoscere) la natura, il mondo, le relazioni, la vita, il futuro, sé stessi. 

Disimparando a leggere hanno limitato la loro immaginazione, la capacità di immedesimarsi in chi scrive, la possibilità di comprendere pensieri complessi, la capacità di analisi, di deduzione e produzione di nuovi pensieri. 

Senza letture, scrive Maryanna Wolf[2], i neuroni della lettura si disattivano rendendo più difficile pensiero analitico, inferenze logiche, immersione in storie complesse. 

Inutile rimpiangere il passato ma perché non riflettere su cosa stiamo perdendo come capacità intellettuali, per non rinunciare a surfare il Web abitando stabilmente le sue piattaforme digitali?


[1] Torinese di nascita (1956) è filosofo e accademico, insegna Filosofia teoretica presso l’Università di Torino, dove dirige il Labont (Laboratorio di Ontologia). Laureatosi sotto la guida di Gianni Vattimo, si occupa di ermeneutica, estetica e ontologia. È direttore della Rivista di Estetica, condirettore di Critique ed editorialista di LaRepubblica. Ha scritto più di quaranta libri tradotti in varie lingue, tra cui: Dove sei? Ontologia del telefonino (Bompiani, 2005), Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (Laterza, 2009).

 

[2] Maryanne Wolf è una delle più note neuroscienziate cognitiviste. Studiosa della lettura, e in particolare della dislessia, insegna alla University of California di Los Angeles (UCLA). Autrice del best-seller: Proust e il calamaro, storia e scienza del cervello che legge

 

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