
Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Sofferenza al tempo del Coronavirus
Chiusi teatri, musei, cinema, librerie e palestre. Un dolore tetro per gli amanti della cultura, della vita sociale, intellettuale e pubblica. Chiuse le attività di professionisti, freelancer, partite IVA, formatori, coach, attori forzati della GIG economy, persone che il modello economico attuale obbliga a vivere al limite della sopravvivenza. La loro è una sofferenza reale con altra sofferenza in arrivo.
Salari bassi e precariato sono una realtà che coinvolge milioni di persone forzando scelte difficili. Il coronavirus ha reso la realtà più drammatica.
Facile parlare di smartworking o di deattivazione lavorativa per chi ha un reddito su cui contare. Frustrante realizzare di dover pianificare un imprevisto e funesto anno (bisestile) di merda.
Non è il tempo che ci manca
Secondo alcuni il Coronavirus offre l’opportunità di vivere e vedere le cose sotto angolazioni diverse: città deserte, aria pulita, riscoperta delle regole base della convivenza, smart-working, riscoperta del negozio di prossimità, pratiche di galateo in forma di file ordinate e distanziate, ecc.
Saperlo non genera sollievo ma nuova depressione. Ora si è anche isolati, soli, senza stabilità.
Bisogna comunque stare in piedi, non demoralizzarsi, riflettere sulla propria realtà, resistere perché la vita “non può sempre essere così”, anche se il futuro sarà instabile e incerto.
Almeno si è liberi da lavori di merda!