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Google Glass metafora dei tempi a 5 stelle

Google Glass metafora dei tempi a 5 stelle

01 Giugno 2016 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli Tecnologia, mon amour forever è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Google Glass metafora perfetta dei tempi a 5 stelle

 

Benché non ancora arrivati sugli scaffali di un punto vendita e forse già superati da nuovi progetti e prodotti, i Google Glass di Google hanno contribuito alla narrazione sulle nuove tecnologie di Realtà Virtuale e alla riflessione sulle possibili implicazioni e conseguenze. Il Google Glass, per le sue caratteristiche tecniche e funzionali si presta a usi metaforici vari, uno di questi legato all’attualità politica del nostro paese sempre più anti-politico e lontano dai politici.  La politica italiana contemporanea presenta trailer e film già visti più volte, sui televisori di casa e nei talk show, nei cinema d’essai e di periferia. Un manipolo di coraggiosi naif a 5 stelle cerca di opporsi alla recidività dei politici di lungo corso ma senza la certezza del successo. Hanno deciso di farlo aprendo il parlamento come una scatoletta di tonno ma non è detto che ci riescano. Forse però basterebbe obbligare tutti i politici all’uso di Google Glass con applicazioni ad hoc, sempre attive e controllate democraticamente e non solo dai cinque stelle.

Da quando si conoscono i dettagli delle nuove tecnologie che hanno reso possibile lo sviluppo dei Google Glass e di progetti simili, è stato tutto un fiorire di nuove idee per un loro utilizzo concreto in vari ambiti di applicazione. Google sembra avere rinunciato per il momento al rilascio del prodotto ma le sue funzionalità, destinazioni di scopo e ambiti di applicazione, già ampiamente comunicati da Google, sperimentati sul campo da sviluppatori e terze parti e ipotizzati da futurologi e amanti delle nuove tecnologie, sono una realtà e caratterizzeranno i futuri occhiali intelligenti che arriveranno.

Tra le molte applicazioni possibili dei Google Glass c’è chi ha suggerito di obbligare a indossare gli occhiali gli operatori di borsa prima che con le loro scelte possano distruggere il patrimonio di intere aziende e mettere sul lastrico migliaia di dipendenti, di azionisti e di risparmiatori. C’è chi ha ipotizzato di dotare del nuovo gadget tecnologico impiegati di banca, puericultrici, badanti e baby sitter, insegnanti e cuochi, autisti di taxi e operai addetti allo smistamento dei bagagli negli aeroporti (immaginate la rivoluzione a Malpensa o Fiumicino nella gestione bagagli). I ministri e i sottosegretari del Ministero dell’Economia potrebbero suggerire di usare i Google Glass per identificare e separare gli evasori alla ricerca di semplice sopravvivenza, da quelli malintenzionati e cattivi. Esselunga potrebbe decidere di combattere la piaga dei furti nei punti vendita dotando di Google Glass ogni consumatore in modo da apprendere le strategie creative, suggerite dalla crisi, di chi vuole semplicemente sopravvivere (se frequentate un supermercato capite a cosa mi riferisco….).

Ciò che nessuno sembra avere per il momento ipotizzato è di obbligare anche i politici italiani a indossare i Google Glass come strumento di narrazione continua della loro trasparenza, moralità, fedeltà al vincolo parlamentare e alla carta costituzionale, rispetto delle regole, onestà, focalizzazione nel soddisfare i bisogni di coloro che rappresentano, votazioni in aula e in commissione, ecc.

Se ciò fosse possibile e fosse realizzato, il tema della privacy, su cui tanta opinione pubblica è oggi focalizzata quando si parla di Google Glass e dei suoi effetti, potrebbe suggerire alcune eccezioni e violazioni di libertà, quella dei politici e dei loro collaboratori.

Apriremo il parlamento come se fosse una scatoletta di tonno” è stato uno slogan dei cinque stelle che ha caratterizzato il loro ingresso nel parlamento italiano,  ripreso più volte dai media per la sua carica immaginaria ed efficacia rivoluzionaria. Oggi l’apriscatole in realtà si dimostra strumento obsoleto e tecnicamente superato, quasi inutile. L’apertura della scatoletta non garantisce che il tonno sia ancora lì e che sia effettivamente tonno!

La soluzione alternativa però può essere diversa e più efficace.

Basterebbe che i cinque stelle insistessero per dotare se stessi (per dare il buon esempio) e tutti i loro colleghi di Google Glass o strumenti tecnologici simili con applicazioni sempre attive e sviluppate ad hoc da magistrati, fustigatori della morale pubblica, rivoluzionari e movimentisti del terzo millennio e, perché no, presidenze delle camere.

Tra i numerosi effetti potenzialmente negativi delle nuove tecnologie di Google, il fatto di poter monitorare, filmare, raccontare e condividere la trasparenza e onestà dei nostri rappresentanti potrebbe avere al contrario esiti positivi e rivoluzionari e cambiare il rapporto fiduciario tra cittadini elettori e partiti, tra rappresentanti e rappresentati. Saremmo tutti informati in tempo reale su discussioni in commissioni parlamentari e trattative esterne, su progetti e iniziative parlamentari, ricatti, condizionamenti, volontà, furbizie, scappatoie, ecc.. Potremmo finalmente capire se i deputati del PD fingono di essere di sinistra e se quelli del PDL non sono semplici avatar di Mediaset e figuranti di Arcore.

I racconti prodotti dai Google Glass indossati dai politici inciderebbero anche sul mondo dei media e sulle modalità con cui producono la loro narrazione quotidiana dei fatti e forniscono il loro racconto manipolato e manipolatorio della realtà. Nessun giornalista o commentatore potrebbe contraddire un racconto fatto e condiviso in prima persona da un protagonista della politica, italiana grazie al suo Google Glass sempre attivo (provate a immaginare le serate ad Arcore e le cene eleganti ‘en travesti” o oggi gli incontri tra il presidente del consiglio o il suo braccio destro e Verdini).

I Google Glass potrebbero altresì contribuire positivamente al mondo dell’informazione fornendo, ai nostri anchorman televisivi, l’opportunità di ritornare a essere vivi e ad abbandonare i talk show moribondi per sostituirli con una cronaca in tempo reale e fattuale della realtà vissuta.

Avere accesso immediato e diretto alla realtà dei nostri politici raccontata in diretta da un occhiale Google, permetterebbe ai cittadini di uscire fuori dalla schiavitù cognitiva e mediatica alla quale sono stati condannati negli anni dalla televisione e dal sistema pubblicitario, per porsi nuove domande ed elaborare nuovo pensiero critico/autocritico.

Per il momento i Google Glass promettono di servire bisogni impliciti ed espliciti dei consumatori e di farlo rapidamente grazie alle risorse messe in campo (Cloud computing, personalizzazione di Google, big data, APP Android ed altro ancora). Il futuro dei Google Glass prevede però un’evoluzione avveniristica, la capacità da parte del dispositivo e del suo software di anticipare bisogni e richieste con risposte e servizi adeguati e già pronti.

Questa evoluzione dei Google Glass applicata alla politica, potrebbe contribuire non solo al racconto della realtà ma a introdurre anche nuove pratiche quotidiane fatte di trasparenza e maggiore onestà.  Dopo essersi costruito il profilo del deputato PD o PDL, il Google Glass si limiterebbe a prevedere quali servizi o informazioni fornire e quando farlo ma soprattutto a indirizzare l’agire del deputato o del politico verso comportamenti virtuosi.

La realtà non prevede nulla di quanto fin qui raccontato e il testo è frutto di una riflessione estemporanea dettata dalla lettura delle notizie di tutti i giorni e dalla percezione di essere preso in giro. Peccato non essere ancora dotati di Google Glass, avreste potuto leggere questo testo arricchendolo di una infinità di fatti reali riferiti alla politica sfruttando le sue funzionalità e caratteristiche di Realtà Aumentata, l’unica che ci è rimasta insieme a quella virtuale….

 

 

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