Il rischio adesso è la pandemia della mente
(Un articolo di Donatella Di Cesare)
L’altra emergenza . Si resta immuni, se si accetta di essere segregati. Questa è l’epidemia psichica del coronavirus. Uno shock virale che potrebbe essere devastante se non è affrontato nel segno della solidarietà
Non è solo un evento epocale, che segna un prima e un poi nella storia. È anche uno shock collettivo che investe i nostri corpi. Non ne seguiamo solo le vicende sullo schermo; ne subiamo gli effetti ogni giorno. Il biovirus assassino, invisibile e incomprensibile, che toglie il respiro e provoca una morte orribile, intacca anche la vita quotidiana in mille modi.
PROFUMI E BALOCCHI IN ZONA ROSSA
Al panico iniziale, esorcizzato sui balconi, è subentrato un senso di mestizia, di stupefatta e amara rassegnazione. Decreto dopo decreto tutto è andato rallentando, fino a fermarsi. Non è mai accaduto: un’intera nazione agli arresti domiciliari. E sarebbe anche la maggioranza dei “privilegiati” rispetto a tutti coloro che sono costretti a lavorare in queste circostanze drammatiche: medici, infermieri, lavoratori di supermercati, rider, autisti, autotrasportatori, ecc.
Mentre si comincia ad affrontare il tema della recessione economia, ormai alle porte, si continuano a discutere gli aspetti più politici di questa crisi, cioè la gravità dello stato d’emergenza, la pericolosità delle «misure» adottate. Si toglie margine di movimento promettendo, anzi, garantendo l’immunizzazione al cittadino-paziente che, più o meno di buon grado, accetta perciò tutte le regole igienico-sanitarie. Così funziona quest’inedita forma di democrazia immunitaria.
Ma per quanto tempo? E con quali effetti? C’è un’altra emergenza di cui finora non si è quasi parlato ed è l’emergenza psichica. Quasi fosse un tabù, un argomento da rimuovere, è rimasta ai margini del dibattito pubblico. A proposito dei test diagnostici, e più in generale della cura, già diversi esperti, virologi, medici e tecnici ministeriali hanno ammesso le falle della sanità sul territorio, lasciato quasi esclusivamente nelle mani dei medici di base. E si sa a quale prezzo. Il problema, però, non è solo il corpo.