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Che cosa sognano gli algoritmi (Cardon Dominique)

Che cosa sognano gli algoritmi (Cardon Dominique)

11 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
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Il libro affronta un tema attuale e cruciale, la pervasività crescente degli algoritmi e la loro natura sempre più politica ed economica. Da meccanismi pensati per facilitare la vita degli spazi online sono diventati strumenti potenti per raccogliere informazioni, influenzare comportamenti, opinioni, giudizi e decisioni. Il tema trattato da Cardon non è nuovo ma è affrontato allo scopo di invitare tutti a riflettere, non tanto sull'uso privatistico che viene fatto degli algoritmi ma su quello politico, fondato sulla capacità di soddisfare i bisogni dell'utente senza apparenti censure o discriminazioni allo scopo di catturarne la complicità e la partecipazione e dare forma a vere e proprie volontà e pratiche collettive. La mutazione antropologica e sociale causata dagli algoritmi porta l'autore a una visione, non necessariamente condivisibile, che può essere il punto di partenza per approfondimenti futuri e soprattutto di maggiore consapevolezza individuale. Bisogna però leggere il libro per acquisirla!

"I computer odierni sono molto diversi da quelli che avevamo tra le mani anche solo dieci anni fa. Oggi sono dei terminali quasi-magici di un Cloud composto da decine se non centinaia di migliaia di server, raccolgono informazioni grazie a svariate antenne e generano masse smisurate di dati che sono sottoposte al vaglio incessante di algoritmi potenti e sofisticati il cui scopo è di organizzare questi dati e renderli utilizzabili."

Autore

Dominique Cardon lavora come sociologo presso il Laboratoire des usages (SENSE) des Orange Labs,  insegna all'Universitè de Marne-la-Vallèe (LATIS) ed è ricercatore associato presso il Centre d’études des mouvements sociaux (CEMS) de l’Ecole des hautes études en sciences sociales (EHESS). Si è imposto al pubblico grazie alla sua opera La Democratie Internet - Promesses et limites (2010) e a molte altre pubblicazioni. Il suo lavoro di ricerca è focalizzato sulle relazioni sociali che nascono dall'uso delle nuove tecnologie, sulle pratiche culturali e di uso dei media. Si interessa delle trasformazioni dello spazio pubblico sotto l'effetto delle nuove tecnologie della comunicazione. È un collaboratore fisso della rivista Réseaux per la quale ha coordinato vari speciali sul mondo della Rete. Insieme a Fabien Granjon ha pubblicato Mediactivistes (Presses de Sciences Po, 2010).


 

Il tema è centrale per tutti coloro che vogliono condurre una riflessione approfondita sulla tecnologia e sulla sua attuale fase di evoluzione.  L'attenzione di molti è andata a Big Data e Cloud Computing ma Cardon sposta la sua e l'attenzione del lettore verso qualcosa di più intangibile ma più invasivo, incisivo e potente, l'algoritmo. Uno strumento al quale realtà tecnologiche come Google, Facebook, Amazon ma anche banche, grandi Marche, compagnie di assicurazioni, istituzioni politiche e governative hanno assegnato da tempo un ruolo sempre più importante. Un ruolo chiave per realtà alla ricerca di espansioni commerciali e nuovi guadagni ma anche nello sconvolgimento della vita degli individui e delle realtà sociali da loro abitate.

La finalità principale di questi algoritmi è infatti la raccolta, archiviazione, catalogazione e analisi di dati e informazioni utili alla profilazione dei comportamenti dei consumatori e dei cittadini con l'obiettivo di personalizzare messaggi promozionali, suggerimenti per gli acquisti e proposte commerciali e politiche. Sono algoritmi che ormai scorrazzano liberamente nelle vite virtuali, online e mobile delle persone, non sono neutrali ma portatori di progetti commerciali o politici e capaci di alimentare nuovi comportamenti, tendenze, stili di vita e culture. Comprendere la logica, i valori e il tipo di società che promuovono significa fornire agli utenti di Internet i mezzi di riconquistare potere nella società digitale. Ed è questo l'obiettivo che si è posto Cardon con il suo libro.

Chi interagisce con gli strumenti tecnologici in modo consapevole e interrogandosi sempre sulle interazioni tecnologiche possibili sa che la pervasività di algoritmi sempre più potenti e automatizzati non è garanzia di perfezione ma spesso la dimostrazione di grande stupidità. Lo si capisce dai risultati dettati dai meccanismi della personalizzazione (Google) e da quelli della trasparenza, della socialità e della promozione commerciale (Facebook). Risultati ottenuti in modo discriminatorio (per credere basta provare a usare il motore di ricerca con parole chiave associate a significati di genere, di razza, ecc.) senza alcun rispetto della riservatezza e della privacy degli utenti e ancor minore rispetto di normali regole etiche, legislative  e sociali.

La pericolosità di questi algoritmi non è percepita perché sotterranea, opaca e dipendente dalla percezione soggettiva che ogni persona ha degli ambiti della sua vita personale da difendere. Sapere che gli algoritmi tecnologici vengono usati ad esempio per misurare i rischi che ogni consumatore presenta rispetto al credito al consumo, per profilare le capacità di spesa di individui e loro familiari, il loro livello di indebitamento e la loro situazione bancaria, potrebbe aiutare a comprendere meglio la trasformazione avvenuta dei mondi digitali da noi abitati per molte ore al giorno. Conoscerne le azioni e le violazioni potrebbe favorire l'emergere di nuove legislazioni capaci di regolamentare il mercato, limitare l'invadenza dei produttori tecnologici e dei loro algoritmi e impedire discriminazioni e situazioni future pericolose o fastidiose.

Grazie ad algoritmi di Data Mining è oggi possibile confrontare ed estrapolare informazioni personali utili a indovinare e prevedere i comportamenti futuri delle persone, nelle loro vesti di consumatori ma anche di cittadini ed elettori. Le conoscenze derivabili da queste informazioni analitiche e dettagliate possono favorire attività commerciali come quelle che adottano sistemi di prezzo dinamici e legati ai profili e ai comportamenti delle persone online. Ciò che preme a questi algoritmi non è conoscere le persone che stanno dietro determinate attività online ma le attività stesse, i comportamenti ad esse associati e le numerose tracce che le persone lasciano nei loro percorsi e flussi online.

Gli algoritmi tecnologici non sono entità nuove. Esistono da tempo ma oggi ciò che li caratterizza è la loro capacità di censurare, mistificare e deformare i messaggi e di raccogliere miliardi di informazioni per servire strategie e obiettivi commerciali di grandi aziende multinazionali. Sono algoritmi considerati da alcuni come i veri Grandi Fratelli della Rete, strumenti che conservano equilibri e gerarchie presenti e l'ordine sociale esistente. Sono però anche algoritmi intelligenti, capaci di apprendere e di autogovernarsi, che sono in grado di soddisfare i bisogni di chi li usa anche mentre stanno perseguendo obiettivi puramente commerciali ed economici.

Come ha scritto Cardon nella conclusione del libro: "Gli algoritmi ci hanno liberati dai viaggi di gruppo, dai punti di vista obbligati e dalle soste obbligatorie davanti ai panorami da souvenir. Essi nascono da un desiderio di autonomia e di libertà. Tuttavia contribuiscono anche ad assoggettare l'internauta a quella strada calcolata, efficace, automatica, che si adatta ai nostri desideri regolandosi, in segreto, sul traffico altrui. [...] Non torneremo ai viaggi di gruppo ma dobbiamo diffidare della guida automatica. Quello che possiamo fare è comprenderla e sottoporre coloro che la concepiscono a una critica vigilante. Insomma dobbiamo chiedere agli algoritmi di mostrarci la strada ma di farci vedere anche il paesaggio."

 

Scheda libro

Titolo intero: Che cosa sognano gli algoritmi - Le nostre vite al tempo del Big Data

Titolo originale: A quoi revent les algorithmes

Genere: Scienze sociali

Listino: 12,00

Editore: Mondadori Università

Collana: Scienza e filosofia

Pagine: 90

Data uscita: 09/2016

 

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