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La stanza intelligente (Weinberger David)

La stanza intelligente (Weinberger David)

19 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
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La validità del testo è garantita dal suo autore, co-autore del Cluetrain Manifesto che ha aperto mente e spazi di opportunità a intere generazioni di innovatori tecnologici, blogger e abitanti del Web. L'argomento è interessante, la continua trasformazione in corso delle idee e dell'informazione, intesa sia come dato elementare sia come conoscenza. A differenza di altri autori preoccupati del surplus informativo (Clay Shirky ad esempio) la paura di Weinberger è di non avere l'informazione che serve quando se ne ha bisogno. L'informazione in circolazione è troppa, siamo ben consapevoli che lo è e per questo abbiamo necessità di filtri adeguati per trovare quella necessaria. Internet non ha però gli strumenti che servono per creare la conoscenza della quale abbiamo bisogno.

As knowledge becomes networked, the smartest person in the room isn’t the person standing at the front lecturing us, and isn’t the collective wisdom of those in the room.

The smartest person in the room is the room itself: the network that joins the people and ideas in the room, and connects to those outside of it. It’s not that the network is becoming a conscious super-brain.

Rather, knowledge is becoming inextricable from — literally unthinkable without — the network that enables it. Our task is to learn how to build smart rooms — that is, how to build networks that make us smarter, especially since, when done badly, networks can make us distressingly stupider”. 

“Una delle ipotesi centrali del mio libro Too Big to know è che la conoscenza si è spostata dal nostro cervello, dai libri e dalla biblioteche all’interno delle reti che compongono e fanno vivere Internet.” 

“La conoscenza sta acquisendo le proprietà dei nuovi media esattamente come in passato lo ha fatto con quelli che li hanno preceduti. Tra queste proprietà c’è una conoscenza mai stabile che contiene e abbraccia differenze e disarmonie che la conoscenza tradizionale solitamente rimuoveva o marginalizzava.”

 

Autore

Filosofo e scrittore, David Weinberger è nato negli Stati Uniti nel 1950. È noto come tecnologo della comunicazione e conferenziere di professione. Conosciuto anche come co-autore del Cluetrain Manifesto, nato prima come sito web e solo in seguito pubblicato come libro, è diventato uno tra i commentatori e opinionisti più apprezzati sul tema della tecnologia e dei suoi effetti sulla conoscenza, le relazioni umane, la comunicazione, la società. L’attenzione è focalizzata prevalentemente su Internet e sulle sue applicazioni. La sua carriera professionale lo ha visto insegnare in un college dopo aver conseguito la laurea all’Università di Toronto, la stessa in cui aveva una cattedra Derrick de Kerckove, fare il consulente marketing e il consigliere di amministrazione in numerose aziende High-Tech ma soprattutto scrivere pamphlet e libri sulla tecnologia. Attualmente è co-direttore dell'Harvard Library Innovation Lab. Ha ottenuto il titolo di Senior Internet Advisor durante la nomination di Howard Dean al Partito Democratico , ed è stato consigliere tecnologico per la campagna presidenziale 2008 di John Edwards.


Too Big to Know di David Weinberger è un libro importante per tutti coloro che si pongono nella schiera dei tecnocritici (da non confondere con i tecnofobi) perché motivati dalle conoscenze tecnologiche di cui dispongono e dall’essere al tempo stesso consapevolmente umani e preoccupati del futuro dell’umanità e della società. È un libro che si legge facilmente perché è capace di suggerire interesse e provocare reazioni per gli argomenti trattati, tutti di estrema attualità.  Il libro nasce dall’intuizione che, oggi più che mai, sia diventato necessario imporsi una riflessione critica sulle relazioni strette che si sono formate tra la Rete, Internet e la produzione di conoscenza (“in a networked world, knowledge lives not in books or in heads but in the network itself”). La riflessione è tanto più necessaria quanto maggiore è la volontà di elaborare vie alternative creative, costruttive e sensate per un futuro ancora umano e non tecnologicamente determinato. In questo senso il libro si ricollega a quelli scritti da altri autori tecnoattenti e tecnocritici come Eugeny Morozov.

La riflessione dell’autore parte dalla considerazione che la conoscenza umana, così come la conosciamo dal tempo di Socrate e dei Greci, ci permette di vivere insieme superando le nostre differenze e condividendo i fatti. Ciò è stato fin qui possibile perché la conoscenza ci ha permesso di creare una visione (immagine) del mondo, perché possiamo accrescere le nostre conoscenze mattone sopra mattone e dividerle in mattoncini ancora più piccoli senza modificarne il valore iniziale e infine perché la conoscenza è un bene prezioso capace di generare infinite idee e offrire infinite opportunità.

Il problema è che il mondo e la conoscenza sono (too big) più grandi di quanto il nostro cervello possa gestire. Come ha scritto anche Massimo Recalcati in L'ora di lezione "il sapere non è mai un tutto-pieno, è sempre percorso da una faglia, dalla mancanza che abita il cuore...". Non è un caso che abbiamo nel tempo ridimensionato le cose da conoscere in modo che il nostro cervello potesse gestirle. Lo abbiamo fatto favorendo la crescita di esperti in ambiti specifici ai quali rivolgersi in caso di bisogno o necessità. Lo abbiamo fatto anche mettendo per iscritto le nostre conoscenze e conservandoli nelle biblioteche per consultazioni future. La diffusione del libro, con le sue caratteristiche di media lineare e chiuso in sé stesso (non è possibile cliccare un testo come se fosse un link al mondo esterno, non sono permesse ricerche), ha finito per determinare la natura della nostra conoscenza, determinandone opportunità ma anche limiti e restrizioni.

L’affermarsi della Rete e del Web ha prodotto un cambiamento radicale, determinato dalla possibilità di collegare la nostra conoscenza con il mondo e di avere accesso a ogni tipo di informazione. Il surplus d'informazioni di cui disponiamo e il surplus cognitivo conseguente sono gestiti, come si è sempre fatto applicando dei filtri utili ad accedere solo all'informazione che serve. La grande novità nasce dalla specificità di Internet come media.

Il filtro sui libri ha da sempre funzionato con l’esclusione dalla nostra libreria o memoria di alcuni titoli e autori. Su Internet il filtro non rimuove nulla, semplicemente crea una disconnessione con le informazioni di cui non si ha bisogno e che come tali sono filtrate. Tramite Internet la conoscenza non subisce alcuna riduzione, continua a essere disponibile e accessibile a chiunque senza bisogno di alcuni intermediario o bibliotecario.

Grazie a Internet e alle tecnologie digitali viene meno la necessità di creare gerarchie definite e classificazioni. Internet è flessibile e permette di modificare nel tempo gerarchie e classificazioni precedenti semplicemente modificando i collegamenti che tengono insieme diverse informazioni e conoscenze. Possiamo essere in disaccordo su tutto, avere opinioni diverse e condividerle in rete attraverso semplici link, possiamo continuare le nostre conversazioni online senza timore che qualcuno possa interromperle, possiamo introdurre nuove categorie, nuovi argomenti e contribuire in questo modo alla crescita e diffusione di nuova conoscenza, che in rete sempre nasce dal disaccordo e dalle differenze (diversità).

La conoscenza della Rete è distribuita ma interconnessa e non segue un'organizzazione lineare come quella del libro. È una conoscenza che ha forme diverse ma prevalentemente quella del Web. Serve a fornire utili strumenti conoscitivi nell’interpretare, gestire e condividere ciò che più ci interessa, i fatti. 

Il libro di Weinberger non ha trovato grandi estimatori tra coloro che hanno posizioni ideologiche sulla tecnologia e i suoi effetti. Forse si aspettavano una presa di posizione più netta sugli effetti di Internet sulla conoscenza, invece di una riflessione da ricercatore esperto e da esploratore della conoscenza alla ricerca di nuove conoscenze.

Quando insiste sulla specificità della conoscenza prodotta dalla Rete come un insieme che va oltre la semplice sommatoria delle informazioni e conoscenze disponibili, la sua ricerca sembra richiamare il lavoro di Pierre Levy e Derrick de Kerckove e i loro concetti di pensiero collettivo e connettivo.  L’autore ci tiene però a chiarire che il cervello non può essere paragonato al network e che la Rete non è in grado di generare alcuna forma di coscienza o noosfere (mondi che emergono dalle interazioni tra menti umane) come quelle ipotizzate da Vladimir Ivanovič Vernadsky (mineralogista e geochimico russo che introdusse per primo il concetto di noosfera) o Pierre Teilhard de Chardin (gesuita, filsosofo e paleontologo francese, noto come scienziato evoluzionista).

Fornendo innumerevoli esempi e riferimenti concreti a fatti, Weinberger affronta numerosi concetti nel vampo della comunicazione e dei media. Lo fa senza costruire alcuna cornice teorica complessa ma facilitando la lettura e la comprensione del lettore. Ne deriva un limite teorico, da cui sono derivate alcune delle critiche e recensioni negative, ma un’elevata leggibilità.

Al lettore non è chiesta alcuna preparazione specialistica, ma solo di mettere il tutto nella prospettiva del ruolo, dell'importanza e del significato della conoscenza nella società moderna. Il lettore che riuscirà a sintonizzarsi con l’autore ne trarrà vantaggi e benefici concreti oltre che gustare la lettura di un libro ben scritto e facile da leggere.

Scheda libro

Titolo intero: La stanza intelligente - La conoscenza come proprietà della rete

Titolo originale: Too Big to Know: Rethinking Knowledge Now That the Facts Aren't the Facts, Experts Are Everywhere, and the Smartest Person in the Room Is the Room

Genere: Ingegnaeria e tecnologia

Listino: 15,50

Editore: Basic Books

Collana:

Pagine:

Data uscita:7 gennaio 2014

 

Bibliografia

  • David Weinberger, The Cluetrain Manifesto: The End of Business as Usual, (with Christopher Locke, Rick Levine, e Doc Searls), Cambridge, Mass., Perseus Books, 2000.
  • David Weinberger, Arcipelago web, Milano, Sperling & Kupfer, 2002.
  • David Weinberger, Elogio del disordine: le regole del nuovo mondo digitale, Milano, BUR Rizzoli, 2010.
  • David Weinberger, La stanza intelligente: La conoscenza come proprietà della rete, Torino, Codice Edizioni, 2012.

 

 

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